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π«ππ§πππ¬ππ¨ πππ―ππ«π’π¨, π¬ππππ«ππ¨ππ. Francisco (Francesco) era il suo nome di battesimo, mentre Javier era il nome del castello natale, da cui deriva il cognome “Saverio” (Xavier o Javier in spagnolo e basco). Nacque il 7 aprile 1506 nel maniero di famiglia di Javier, nell’allora indipendente Regno di Navarra, nella parte nord-orientale della penisola iberica, in una posizione strategica a cavallo dei Pirenei (oggi nell’omonima regione nel nord-est della Spagna), appartenente alla propria nobile casata d’origine, di genesi basca, De Jasso Azpilicueta Atondo y Aznares de Javier. Il suo nucleo familiare era di elevata nobiltΓ in Navarra. Il genitore Juan de Jasso (o Joanes de Jatsu in basco), ricoprΓ¬ la prestigiosa carica di Presidente del Consiglio Reale di Navarra (o Reggente del Tesoro Reale), che era la massima autoritΓ giudiziaria e amministrativa del Regno. Tuttavia, dal 1512, in seguito alla sconfitta subita dalla Navarra nella guerra contro Ferdinando II d’Aragona re di Castiglia (1452-1516), ebbe inizio il decadimento della sua famiglia, che, dopo la morte del padre, la distruzione del castello e la confisca dei beni di famiglia imposta dai vincitori, rimase praticamente sul lastrico. Per cercare di risollevarne le sorti, andΓ² ad acculturarsi nel confinante Regno di Francia, dove studiΓ² teologia nell’importante universitΓ della Sorbona, nella capitale Parigi, acquisendo in un triennio il rilevante titolo di “Magister” (Maestro). In quella grande cittΓ , partecipΓ² attivamente alla vita mondana, conoscendo studiosi, dotti e umanisti di rilievo. Si interessΓ² anche alle varie dottrine eretiche che v’imperversavano, ma, alla fine, non vi aderΓ¬ e anzi le confutΓ², grazie al discernimento scaturito dalla provvidenziale conoscenza dei due futuri santi Ignacio (Ignazio) di Loyola (1491-1556), basco e suddito spagnolo, e Pierre (Pietro) Favre (1506-1546), francese, che ebbe come compagni di studio e ospiti nel medesimo convitto universitario, i quali lo influenzarono molto positivamente. Ignazio di Loyola apprezzΓ² immediatamente il temperamento combattivo e ardente di Francesco Saverio e decise di conquistarlo al Signore, tentando di distoglierlo dalla sua vita legata ai beni materiali. Francesco, all’inizio, rimase completamente indifferente a tali richiami, fino a quando la piΓΉ profonda conoscenza di Ignazio si trasformΓ² in profonda ammirazione e gratitudine. Fu talmente conquistato dalle sue parole e dal suo esempio, che decise di consacrarsi a Cristo nella vita religiosa missionaria da Ignazio proposta. CosΓ¬ il 15 agosto 1534, nella chiesa parigina di Saint-Pierre-de-Montmartre, unitamente allo stesso Loyola e a Pietro Favre, Francesco Saverio emise i primi voti di povertΓ , castitΓ e di compimento di almeno un pellegrinaggio in Terrasanta nella vita, in un nuovo ordine religioso concepito sotto la guida di Loyola e Favre, che sarebbe poi diventato la “Compagnia di GesΓΉ”. Nella circostanza, fu anche stabilito all’unanimitΓ che, se non fossero riusciti a partire per i luoghi di Cristo, sarebbero andati a Roma per mettersi a disposizione del Papa. Francesco Saverio fu dunque, unitamente a Pietro Favre, uno dei cofondatori della Compagnia di GesΓΉ, principalmente concepita da Ignazio di Loyola. Quando seppero della sua decisione di farsi religioso, i due fratelli maggiori tentarono di dissuaderlo, ma, vedendo la sua risolutezza, provarono almeno a trattenerlo in Patria, riuscendo a procurargli un canonicato a Pamplona, in Navarra. Tuttavia era troppo tardi. Francesco Saverio era giΓ in viaggio verso l’Italia con alcuni compagni, deciso a partire per la Terrasanta. Giunto a Venezia, capitale dell’omonima “Serenissima” Repubblica, dove avrebbe dovuto imbarcarsi con i compagni, non riuscΓ¬ perΓ² a partire a causa delle guerre in corso tra Veneziani e Turchi. CosΓ¬, come sancito dal terzo voto pronunciato, si recΓ² a Roma col gruppo che conduceva, dove, riuscito a farsi ricevere da Papa Paolo III (dal 1534 al 1549), ricevette l’approvazione del nuovo ordine, venendo anche ordinato sacerdote il 15 agosto 1534. Divenne cosΓ¬ uno dei primi sette consacrati membri la Compagnia di GesΓΉ. Un giorno, l’ambasciatore del Portogallo a Roma chiese proprio alla nuova Compagnia, quale istituto missionario sempre piΓΉ conosciuto e apprezzato, di inviare due sacerdoti per l’evangelizzazione delle Indie Portoghesi. Volle il Cielo che proprio Francesco Saverio dovesse partire, per l’improvviso ammalarsi di uno dei due sacerdoti che erano stati prescelti allo scopo. Si portΓ² quindi in Portogallo e, il 7 aprile 1541, si imbarcΓ² a Lisbona, capitale del Regno, sbarcando il 6 maggio 1542, dopo un lungo viaggio durato tredici mesi, a Goa, capoluogo dei territori portoghesi in India, sulla costa occidentale di quel subcontinente, conquistata trent’anni prima. Qui scelse come casa l’ospedale cittadino, dormendo in un letto accanto a quelli dei malati piΓΉ gravi. Di giorno si muoveva per la cittΓ chiamando a sΓ© bambini e schiavi per educarli al cristianesimo, curando malati e visitando prigionieri, tanto da guadagnarsi l’appellativo di “Padre Buono”. Si occupΓ² amorevolmente anche del popolo dei PΓ ravi, abituali pescatori di perle, che, vessati dai musulmani, si erano alleati con i Portoghesi ed erano diventati cristiani, senza perΓ² un’adeguata preparazione in quanto non si conosceva bene la loro lingua. Francesco Saverio, insieme a due nuovi compagni di quell’etnia che gli facevano da interpreti, partΓ¬ verso i loro luoghi d’origine nell’entroterra e con grande fatica tradusse nel loro idioma le piΓΉ importanti preghiere e le veritΓ della fede. Per due anni girΓ² nei villaggi battezzando, catechizzando, insegnando e fondando chiese, luoghi di cura e scuole. Dopo Goa, si mosse verso oriente e giunse nella lontana Malacca (regione costiera della Malesia sud-occidentale) e nell’arcipelago delle Molucche nell’oceano Pacifico (gruppo di isole dell'odierna Indonesia, parte dell’arcipelago malese). In quei luoghi conobbe un giapponese scappato dalla sua patria per un delitto commesso. Questi, di nome Hanjiro, rimase affascinato dalla parola di GesΓΉ e volle convertirsi, stimolando in Francesco, nel contempo, un forte interesse nei confronti del lontano Giappone. CosΓ¬, nel 1549, imbarcatosi nuovamente, giunse in quest’ultimo Paese. All’inizio vi ebbe una buona accoglienza unitamente ai vari missionari europei che lo accompagnavano, ma poi, a causa della gelosia di bonzi buddisti e monaci scintoisti, rimase vittima di leggi restrittive, culminate con l’introduzione della pena di morte per i religiosi stranieri e per chi si battezzava. Francesco Saverio fu espulso e dunque costretto suo malgrado ad abbandonare quel territorio, nelle sue intenzioni provvisoriamente, lasciando sul posto una dinamica comunitΓ di piΓΉ di 1.500 fedeli da lui convertiti. Ora gli si prospettava la grande Cina, presentatagli come una terra assai colta e raffinata, che sarebbe stata la sua ultima meta. Infatti, giunto in prossimitΓ delle coste continentali cinesi, si ammalΓ² gravemente con febbre altissima, morendo nell’Isola di Sancian, vicino alla costa, il 3 dicembre 1552. Il suo corpo fu trasportato a Goa dai confratelli che lo accompagnavano, dove ancora oggi si trova inumato nella locale cattedrale- basilica intitolata al “Bom Jesus” (Buon GesΓΉ). Francesco Saverio Γ¨ considerato uno dei piΓΉ grandi missionari. Fu proclamato santo nel 1622 da papa Gregorio XV. Γ patrono dell’Oriente, dell’Opera della Propagazione della Fede e, con Santa Teresina di Lisieux, delle Missioni.
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π’ππππ (1577-1640). πΏ'πππππ π π π‘πππ£π ππππ π π ππ πΎπ’ππ π‘βππ π‘ππππ πβππ ππ’π ππ’π (ππ ππ‘ππππππ "ππ’π ππ πππππ π π‘ππππ ππππ'πππ‘π" π "ππ’π ππ πππππ πππππ πππ‘π" π "ππ’π ππ π π‘πππππ-πππ‘ππ π‘πππ"), ππ ππππππ (πππππ‘πππ ππππ'π΄π’π π‘πππ).
Roberto Moggi
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