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Per questi motivi, in passato, il suo culto fu addirittura soppresso da papa San Paolo VI, nell'ambito della riforma generale del Calendario Romano, con la lettera apostolica in forma di “Motu Proprio” intitolata “Mysterii Paschalis” (“Del Mistero pasquale”), emanata il 14 febbraio 1969. Tuttavia, alla luce di piΓΉ recenti considerazioni, la devozione fu reintegrata nel Martirologio Romano nel 2002/2003, mantenendo la sua memoria liturgica ma riconoscendo la natura prevalentemente tradizionale del racconto. Il testo piΓΉ antico che racconta la vita e il martirio di Caterina Γ¨ un Passio (o Atti) in lingua greca, scritta probabilmente da un monaco nel monastero del Monte Sinai (nell’omonima penisola egiziana) tra il VI e il VII secolo. Una Conversio latina risale all'VIII secolo e un secondo testo agiografico anonimo, menzionato in alcune fonti, risale al X secolo. Γ proprio a partire da quest’ultimo secolo, che il culto di Caterina si diffuse ampiamente in Occidente, probabilmente grazie alla traduzione e alla circolazione di queste storie agiografiche. Si ritiene che ella sia nata tra la fine del III e l’inizio del IV secolo, forse verso il 287, ad Alessandria d’Egitto, grande metropoli portuale multiculturale sulla costa mediterranea della Provincia Romana dell’Egitto (oggi nella repubblica omonima dell’Africa settentrionale). Nelle sue linee essenziali, la tradizione costituitasi parla di lei come di una ragazza di rara bellezza e intelligenza, nata in un’illustre famiglia della cittΓ , casta, pia e dedita allo studio della filosofia e delle arti liberali. Dopo la prematura morte del padre si convertΓ¬ al cristianesimo, rifiutandosi di continuare a offrire sacrifici agli idoli pagani. L’imperatore romano Massenzio (dal 306 al 312), che la conobbe durante un suo viaggio ad Alessandria, ne rimase talmente affascinato - per la non comune bellezza, la grande cultura e la magnifica eloquenza - che benchΓ© fosse cristiana la protesse, facendola partecipare a una pubblica disputa filosofica con i piΓΉ dotti pensatori pagani del posto, i quali perΓ², ascoltandola, a loro volta finirono per convertirsi a GesΓΉ. Furioso per l’esito del dibattito, Massenzio offrΓ¬ a Caterina la salvezza a condizione che si fosse concessa carnalmente a lui e avesse abiurato la fede, cose che lei rifiutΓ² decisamente. Imprigionata senza cibo nΓ© acqua per dodici giorni, durante la reclusione ricevette la visita inattesa dell’imperatrice, accompagnata da Porfirio, comandante della Guardia Imperiale, i quali volevano saggiarne la fedeltΓ a Cristo con lusinghe e minacce. Caterina, tuttavia, non solo convertΓ¬ entrambi, ma anche i duecento pretoriani della Guardia imperiale. Durante la dura reclusione, nonostante la mancanza di acqua e cibo, nutrita prodigiosamente da un angelo in sembianza di colomba, si mantenne fresca come una rosa. Massenzio, allora, decise di sottoporla alla tortura della duplice ruota dentata, strumento di supplizio che sarebbe diventato poi l’attributo iconografico della giovinetta, ma i chiodi della ruota non la sfiorarono nemmeno, giacchΓ© un altro angelo la spezzΓ² con la spada. L’imperatore ordinΓ² allora che fosse subito decapitata. Era circa il 304 quando, giunta sul luogo dell’esecuzione, Caterina pregΓ² ardentemente il Signore, chiedendogli che il suo corpo venisse sepolto integro e non smembrato in reliquie e che chiunque avesse chiesto la sua intercessione vedesse esaudita la sua richiesta. Al momento stesso della decapitazione, dalla ferita uscΓ¬ prodigiosamente latte invece che sangue. Gli angeli trasportarono infine il suo corpo in un monastero ai piedi del Monte Sinai, all’altezza di 1500 metri sul livello del mare, in una tomba da dove presto cominciarono a stillare latte e olio che guarivano da molti mali. In questo luogo, oggi monastero di rito greco-ortodosso a lei intitolato, tuttora i suoi resti mortali sono custoditi all’interno della relativa basilica, venerati con pia devozione. Un’altra tradizione, tuttavia, afferma che verso la metΓ dell’XI secolo i suoi resti furono miracolosamente trasferiti a Rouen nel Ducato di Normandia, sotto il Regno dei Franchi (oggi Francia settentrionale), da Simeone, santo monaco del Sinai, che li depose nell’abbazia benedettina della Santissima TrinitΓ , che poco piΓΉ tardi prese da lei il nome di Santa Caterina. A queste accreditate tradizioni venne aggiunto, nel corso del Medioevo, l’episodio del matrimonio mistico di Caterina con GesΓΉ Bambino che, apparsole in grembo alla Vergine, le infilΓ² al dito l’anello nuziale.
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Roberto Moggi
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