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Il Tonchino, “Dร ng Ngoร i” in vietnamita (lingua che dall’inizio del XVII secolo utilizza l’alfabeto latino, introdotto in quel periodo dai missionari cattolici europei), corrispondeva al Vietnam settentrionale, con centro principale Hanoi (capitale dell’attuale Repubblica); l’Annam, “Trung Ky” in vietnamita, corrispondeva al Vietnam centrale, dove si trovava l'antica capitale Hue e la Cocincina, “Dร ng Trong” o “Nam Ky” in vietnamita, corrispondeva al Vietnam meridionale, con cittร  principale Saigon (ora Ho Chi Minh City). All'epoca, queste regioni non erano unificate in un unico stato come il Vietnam moderno, ma erano divise e spesso in conflitto tra loro. Proprio nel 1624, il missionario Gesuita francese Alexandre de Rhodes (1591-1660) giunse in quel suolo, evangelizzandone con grande successo vaste aree nel giro di poco tempo, tanto da essere considerato l’apostolo di quella giovane Chiesa asiatica. Tuttavia, giร  dal 1645, i sovrani locali bandirono varie campagne di persecuzione contro tutti i cristiani, le quali, perรฒ, non scoraggiavano i missionari europei, di vari ordini e congregazioni religiose, che si erano stabiliti nel Paese. Questi continuavano coraggiosamente a formare e rincuorare i fedeli perseguitati, ed avevano anche istituito in loco dei seminari per la formazione di clero e catechisti locali. In quasi due secoli e mezzo, dal 1645 al 1886, si ebbero in quelle martoriate terre, ad un certo punto unificate, attorno al 1802, in un Impero del Vietnam vassallo di quello Cinese, ben cinquantatrรฉ editti contro i seguaci di Gesรน, con il martirio di circa 113.000 fedeli. Dal 1821, durante il regno dell’imperatore vietnamita Minh Mang (sul trono dal 1820 al 1841), la persecuzione divenne talmente spietata che perfino chi avesse osato anche solo ospitare o nascondere dei cristiani era condannato a morte. La penetrazione coloniale della Francia in quell’area geografica, cominciata nella seconda metร  del XIX secolo, mise gradualmente fine a qualsiasi tipo di indipendenza del Paese, e, tra il 1858 ed il 1883, vi instaurรฒ un dominio diretto in regime di protettorato, lasciando perรฒ sul trono, per ragioni di opportunitร , le dinastie locali, asservite ma con un forte grado di autonomia interna. Le varie “case regnanti” sotto forzato protettorato francese, cosรฌ, continuarono la persecuzione, identificando i missionari stranieri con i colonizzatori. Anche l’imperatore vietnamita Tu Duc (che regnรฒ dal 1847 al 1883) odiava tutto ciรฒ che era europeo, non distinguendo la nuova fede dalla politica coloniale della Francia che si impadroniva dello Stato e, non avendo la forza per potersi ribellare ed opporsi ad essa, si accaniva contro i pacifici cristiani. Nel 1885, dopo la Guerra franco-cinese, la Cina fu costretta dai francesi a rinunciare ai suoi residui diritti di sovranitร  sul Vietnam, che divenne anche formalmente una colonia della Francia. Tu Duc, che identificava gli occupanti francesi con i cristiani in generale, stabilรฌ che chiunque avesse collaborato in qualsiasi modo, anche con la semplice delazione, alla scoperta ed alla cattura di un missionario europeo o indigeno, avrebbe ricevuto 300 once d’argento, specificando che i missionari catturati sarebbero stati giustiziati e i loro corpi gettati nei fiumi. I sacerdoti locali e i catechisti stranieri venivano sgozzati, mentre ai catechisti locali veniva impressa sulla guancia con un ferro rovente la scritta in vietnamita “Ta dao”, che significa “Falsa religione”, additandoli cosรฌ al pubblico disprezzo. I semplici fedeli, invece, potevano aver salva la vita se calpestavano una croce che veniva appositamente stesa a terra innanzi al giudice. Davanti alla saldezza nella fede dimostrata dai cristiani, il sovrano ne ordinรฒ la dispersione e la confisca dei beni. I mariti furono allontanati dalle mogli, i figli dai genitori e molti furono esiliati in regioni lontane, in mezzo a popolazioni a loro estranee. รˆ in questo clima di persecuzione feroce, che sacrificarono la loro vita per il Signore Sant’Andrea Dung-Lac e 116 compagni, come visto detti anche “Santi Martiri Vietnamiti”. Si tratta di un gruppo il cui capofila รจ, appunto, il sacerdote vietnamita Andrea Dung-Lac, decapitato il 21 dicembre 1839 ad Hanoi, nella regione del Tonchino, in un luogo fuori dalla cittร  detto localitร  Cau-Giay, sul bordo della strada che conduceva a Son-Tay. Insieme a lui fu martirizzato anche un altro sacerdote, indigeno, Pietro Truong Van Thi. Per il resto, il gruppo รจ formato da sacerdoti, religiosi, missionari e laici, tra cui anche alcune donne e ragazzi, martirizzati nel corso delle diverse persecuzioni che, come giร  detto, furono scatenate prima nei territori del Tonchino, Annam e Cocincina, poi nel Vietnam unificato, tra il 1745 e il 1862. Tra loro ci sono ben otto vescovi, cinquanta preti e cinquantanove laici ed รจ formato da novantasei vietnamiti, undici spagnoli dell’Ordine Domenicano e dieci francesi della Societร  per le Missioni Estere di Parigi. Di questi martiri, la maggior parte, settantacinque in tutto, subรฌ la decapitazione, mentre gli altri furono strangolati, arsi vivi, squartati o morirono in prigionia dopo varie torture. Si tratta, purtroppo, soltanto di una piccolissima parte delle migliaia di martiri che, nelle predette circostanze, versarono il loro sangue per la fede nel sud-est asiatico e i cui nomi solo Dio conosce. I martiri furono beatificati in quattro distinte occasioni, nel 1900, 1906, 1909 e 1951, ma, il 19 giugno 1988, i vari beati sono stati unificati in un solo gruppo e proclamati santi da papa San Giovanni Paolo II, che li ha anche dichiarati “Patroni del Vietnam”.
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Roberto Moggi 
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