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Per Giuda, invece: “Yehudah” (che significa “Lodato”) in ebraico; “Ioudas” in greco e “Iudas” in latino. La Chiesa li festeggia congiuntamente - e non singolarmente come per gli altri apostoli - perchรฉ si ritiene che abbiano viaggiato insieme per predicare il Vangelo in varie regioni. La tradizione piรน diffusa, sostiene che abbiano evangelizzato l'Egitto, la Mesopotamia e la Persia, diffondendo il messaggio di Cristo in quelle terre. Ciรฒ รจ anche riportato nella “Legenda Aurea” ("Leggenda d'oro"), una delle piรน celebri e influenti opere agiografiche del Medioevo, scritta in latino tra il 1260 e il 1266 circa, da Jacopo da Varagine o da Varazze (1228-1298), un frate domenicano che divenne arcivescovo di Genova. Altre memorie, inoltre, narrano che Simone e Giuda abbiano subito il martirio insieme, probabilmente in Persia, tanto che l'iconografia cristiana li raffigura spesso con gli strumenti del loro martirio (una sega per Simone e una clava per Giuda). Le loro reliquie, infine, sono state conservate insieme sin dall'antichitร  e oggi riposano principalmente nella Basilica di San Pietro in Vaticano, dove, la venerazione congiunta delle loro spoglie, ha rafforzato la tradizione di commemorarli nello stesso giorno. Le fonti storiche non permettono di conoscere con chiarezza i dettagli della loro vita. Tuttavia, si ritiene che vennero al mondo all'incirca tra la fine del I secolo a.C. e l'inizio del I d.C., in un anno imprecisato, ma verosimilmente non molto antecedente o seguente alla nascita di Cristo. Simone era originario di Cana di Galilea, mentre la tradizione colloca Giuda, genericamente, come nativo della medesima regione. Al momento della loro nascita, la Galilea si trovava sotto l'autoritร  dell'Impero Romano, ma era governata dalla locale dinastia del re Erode “il Grande” (73 a.C.-4 d.C.), cui successe il figlio Erode “Antipa” (20 a.C.-39 d.C.), in qualitร  di sovrani clienti di Roma. Secondo alcuni studiosi, i due sarebbero stati fratelli di sangue. Simone รจ detto “lo Zelota” o “il Cananeo”, per distinguerlo sia dall’apostolo Pietro, il cui vero nome era pure Simone e che fu chiamato Pietro da Gesรน (Mt 10, 2-4); sia da Simone o Simeone cugino di Gesรน, detto “di Cleofa”, secondo vescovo di Gerusalemme tra il 61-62 e il 107, col quale viene anche identificato da diversi studiosi, ma non con sicurezza. Giuda, invece, รจ detto “Taddeo”, per non confonderlo con Giuda Iscariota traditore di Gesรน, attraverso l’uso di un nome dai bellissimi significati, atteso che “Taddeo”, derivante dall'aramaico, si puรฒ interpretare come: "Coraggioso", "dal cuore grande", "Amabile", "Amato" o "Dono di Dio". Ciรฒ nonostante, nel Nuovo Testamento, per distinguere Giuda Taddeo da Giuda Iscariota, viene anche usato il suo nome completo, che in greco traslitterato suona come “Ioรบdas Iakรณbou”, che significa "Giuda di Giacomo". Giuda รจ identificato, da molti esegeti, come Giuda "fratello" (come si usava allora dire per indicare “cugino”) di Gesรน. Sarebbe stato dunque parente del Signore, al quale fu caro, in ogni caso, non tanto per i supposti vincoli del sangue, quanto piuttosto per il “disprezzo del mondo” e per l'ardore del suo impegno. Simone, dopo la chiamata all’apostolato, fu zelantissimo per la gloria del Maestro, mostrando una santa indignazione contro quelli che disonoravano con la loro condotta la fede che professavano. I vangeli parlano poco di questo apostolo, tutto quello che ci riferiscono รจ che il Divino Maestro lo ammise nella ristretta cerchia dei dodici. Egli ricevette insieme agli altri lo Spirito Santo nel giorno della Pentecoste e fu sempre fedelissimo alla sua vocazione. Come detto, con il compagno Giuda, predicรฒ la divina parola ai popoli dell'Egitto, della Mauritania e della Persia, ove subรฌ il martirio unitamente a quest’ultimo, suggellando col sangue la sua fedeltร  a Cristo. Giuda, dopo la discesa dello Spirito Santo, predicรฒ nella Samaria (regione montuosa tra la Giudea e la Galilea), nella Siria, in India e soprattutto nella Mesopotamia (regione corrispondente orientativamente all’odierno Iraq), ove fondรฒ una comunitร  di cristiani nella cittร  di Babilonia. Passato successivamente in Persia, con Simone, operรฒ gran bene con la sua parola ispirata. Tra le conversioni qui operate va ricordata quella di tutta la famiglia reale e di molti dignitari della corte dell’Impero Partico, prima molto maldisposta, che ricevettero il battesimo dalle sue mani, in una cittร  non meglio identificata. In Persia subรฌ il martirio insieme a Simone, confermando col sangue i suoi insegnamenti. Ci ha lasciato una bellissima lettera indirizzata a tutte le chiese dell'Oriente e in particolare ai Giudei convertiti che furono l'oggetto principale delle sue fatiche. In essa si rivela il suo grande zelo per tener lontano dalla Chiesa ogni errore. Una tradizione, tramanda che Simone “lo Zelota” e Giuda “Taddeo” si sarebbero incontrati proprio in Persia, evangelizzando congiuntamente quell’Impero. Nonostante la continua ostilitร  nei loro confronti dei dignitari di corte, la predicazione dei due apostoli ottenne risultati eccezionali, tanto รจ vero che nel giro di quindici mesi essi avrebbero battezzarono a Babilonia diverse decine di migliaia di uomini, percorrendo in tredici anni tutte le dodici province dell'Impero Persiano. Giunti nella cittร  di Suanir, ai due apostoli fu ordinato, dai locali dignitari, di sacrificare nel tempio pagano del sole, ma i due risposero che il sole non era altro che un’opera del Dio che essi annunziavano. Sul posto, avrebbero scacciarono dagli idoli pagani ivi esistenti i demoni che vi soggiornavano e, fra urla e orrende bestemmie, ne sarebbero venuti fuori due “figure nere e terrificanti”. Era il 28 settembre forse dell’anno 70, quando i sacerdoti pagani e il popolo persiano, opportunamente aizzato loro contro, si precipitarono su di essi, finendo i loro giorni lapidati e attinti con innumerevoli colpi di armi bianche, di bastoni e di clave, morendo martiri per il Signore. Per altra tradizione, invece, Simone fu martirizzato con una sega e Giuda Taddeo con un’alabarda. Si ritiene che i loro resti siano stati successivamente trasportati in Galilea e poi a Roma, secondo la tradizione dall’imperatrice Sant'Elena (248 circa - 328/330 circa), la madre dell'imperatore Costantino. Oggi gran parte delle loro reliquie si trova nella Basilica di San Pietro in Vaticano, inumate sotto l'altare che si trova nella tribuna del transetto sinistro. Originariamente questo altare era dedicato a loro, ma dal 1963 รจ stato dedicato a San Giuseppe, patrono della Chiesa universale. Nondimeno, alcune reliquie minori di San Giuda Taddeo sono conservate in altri luoghi, ad esempio, parte del suo braccio รจ custodita a Roma nella chiesa di San Salvatore in Lauro e talvolta viene portata in processione. La testa di san Simone, invece, si trova nel Museo del Duomo di Pienza, in provincia di Siena (regione Toscana). 
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Roberto Moggi
 
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