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𝐎𝐠𝐠𝐒 - πŸπŸ” π¨π­π­π¨π›π«πž πŸπŸŽπŸπŸ“ - 𝐗𝐗𝐗 𝐝𝐨𝐦𝐞𝐧𝐒𝐜𝐚 𝐝𝐞π₯ 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨 𝐨𝐫𝐝𝐒𝐧𝐚𝐫𝐒𝐨, π₯𝐚 π‚π‘π’πžπ¬πš 𝐫𝐒𝐜𝐨𝐫𝐝𝐚, 𝐭𝐫𝐚 𝐒 𝐯𝐚𝐫𝐒 𝐬𝐚𝐧𝐭𝐒 𝐞 π›πžπšπ­π’, π’πšπ§ 𝐅𝐨π₯𝐜𝐨 π’πœπ¨π­π­π’, 𝐯𝐞𝐬𝐜𝐨𝐯𝐨. Folco - questo il suo nome di battesimo - nacque nel 1164 o 1165 a Piacenza, cittΓ  del settentrione della Penisola Italiana, nel cuore della Pianura Padana, incastonata tra il fiume Po - dal quale Γ¨ attraversata - e le colline dell'Appennino, all'estremitΓ  occidentale dell'Emilia e all'incrocio con Lombardia e Liguria. In quel periodo, la cittΓ  era un fiorente libero comune formalmente sotto l'autoritΓ  dell'imperatore del Sacro Romano Impero, Federico Barbarossa (1122-1190), ma in pratica godente di una notevole autonomia (oggi capoluogo dell’omonima provincia della regione Emilia-Romagna, al confine con la Lombardia). La sua famiglia d’origine era quella nobile e influente degli Scotti, che in quel momento era in ascesa e stava guadagnando importanza tra le casate piΓΉ eminenti di Piacenza, preparandosi a diventare una delle principali fazioni politiche della cittΓ . Sebbene non si conoscano i nomi del padre e della madre nΓ© i dettagli della loro fortuna, la loro posizione sociale permise a Folco di ricevere un'educazione di alto livello, studiando teologia a Parigi, nel Regno di Francia. In alcune fonti, si menziona che i genitori di Folco avessero origini scozzesi o irlandesi, cosa che potrebbe essere comprovata dal fatto che il cognome “Scotti” (derivato dall’aggettivo “scozzese”, cioΓ¨ “della Scozia”) fosse a volte attribuito agli immigrati di origine scozzese e anche irlandese, nell’Italia dell'epoca. Arrivato all’etΓ  di vent’anni, Folco capΓ¬ che la propria vocazione religiosa si era ormai consolidata, orientandosi verso la ricerca di una comunitΓ  religiosa, ove potere anche ricevere un'istruzione superiore. CosΓ¬, verso il 1185, si unΓ¬ - come laico aspirante alla vita religiosa - ad una comunitΓ  di sacerdoti di Piacenza che vivevano insieme come una comunitΓ  monastica, col nome di “Canonici Regolari di Sant’Eufemia”, in una casa appartenente alla chiesa che portava il nome della stessa santa, nel centro storico cittadino. A differenza dei monaci, questi Canonici Regolari non erano obbligati a rinunciare completamente al ministero pastorale per dedicarsi esclusivamente alla preghiera contemplativa. Erano chierici, quindi potevano anche essere sacerdoti, che vivevano insieme seguendo la Regola di Sant'Agostino, ma il loro ministero era anche orientato all'attivitΓ  pastorale. Questo significava che potevano accogliere aspiranti ecclesiastici che non avevano ancora ricevuto gli ordini sacri, come nel caso di Folco. In quel tempo non era inusuale, infatti, che giovani laici, spesso di famiglie benestanti e istruite, fossero accolti in comunitΓ  religiose come i Canonici Regolari. La loro ammissione rappresentava spesso un passo iniziale verso la vita religiosa e il sacerdozio. L'accettazione nella comunitΓ , permise a Folco di intraprendere un serio e strutturato percorso di formazione, che includeva lo studio teologico prima a Piacenza e poi a Parigi, all'epoca il centro intellettuale piΓΉ prestigioso d'Europa. Questa istruzione divenne un punto fondamentale per la sua futura carriera ecclesiastica, che lo avrebbe portato a diventare priore, arciprete e, infine, vescovo. I preti piacentini lo istruirono adeguatamente in loco, facendogli frequentare verosimilmente anche il locale seminario. In seguito, consapevoli delle sue grandi capacitΓ , lo mandarono a frequentare la piΓΉ illustre scuola teologica dell'epoca, presso l’importante universitΓ  della Sorbona a Parigi (capitale del Regno di Francia). Nel 1194, conseguita la laurea in teologia, fece rientro a Piacenza, dove si dimostrΓ² subito eccellente predicatore capace di ottenere numerose conversioni, mentre, forte dell’autorevole titolo accademico conseguito, gli si spalancavano le porte verso incarichi di responsabilitΓ . CosΓ¬, nel 1195 circa, diventΓ² priore degli stessi Canonici e, in seguito, arciprete della locale cattedrale, carica che richiedeva l'ordinazione sacerdotale, per cui si ritiene ragionevolmente che sia stato prima ordinato presbitero, sebbene non si conosca la data precisa. Gli atti relativi, certificano che amministrΓ² responsabilmente i beni del duomo piacentino e che sollecitΓ² i suoi confratelli alla vita in comune, di cui sostenne sempre la necessitΓ . Il 2 agosto del 1210, mentre cresceva la sua fama di santitΓ , fu eletto vescovo di Piacenza. Mantenne la carica per sei anni, fino al 1216, poi, rimasta vacante la sede vescovile di Pavia nell’attigua Lombardia (oggi capoluogo dell’omonima provincia della Regione Lombardia), il neo eletto papa Onorio III (regnante dal 1216 al 1227) lo nominΓ² episcopo di quest’ultima sede, dove si trasferΓ¬ e rimase fino alla fine dei suoi giorni. Questo nuovo incarico si rivelΓ² ben presto alquanto difficile da gestire, atteso che le due cittΓ  di Piacenza e Pavia, relativamente vicine, erano da sempre acerrime rivali, divise e avversarie su tutto, con antiche e nuove ragioni di conflitto. Una situazione del genere avrebbe scoraggiato chiunque, tanto piΓΉ che Folco aveva giΓ  diversi incarichi di responsabilitΓ  da seguire e che, nel clima di acceso campanilismo fra i due centri abitati, era malgiudicato dai cittadini di entrambi, sia pure per ragioni diverse. Tuttavia, convinto che spetti ai Pastori alimentare la comunione delle proprie collettivitΓ , si pose l’obiettivo di mettere fine alla storica e apparentemente irrisolvibile ostilitΓ  tra i due capoluoghi, creando una comunitΓ  unita. Volle essere un “punto di riferimento” per tutti, piacentini e pavesi insieme. Con il suo santo esempio, la parola e la perseveranza, vinse la sfida e passΓ² alla storia come uno straordinario pacificatore. In effetti, la pace fu presto ristabilita tra i due centri antagonisti, in maniera stabile e duratura. MorΓ¬ a Pavia il 16 dicembre 1229, dove i resti sono tuttora conservati nella Cattedrale.
πΌπ‘šπ‘šπ‘Žπ‘”π‘–π‘›π‘’: "π‘†π‘Žπ‘› πΉπ‘œπ‘™π‘π‘œ π‘†π‘π‘œπ‘‘π‘‘π‘–", π‘œπ‘™π‘–π‘œ 𝑠𝑒 π‘‘π‘’π‘™π‘Ž π‘‘π‘–π‘π‘–π‘›π‘‘π‘œ, π‘‘π‘Ÿπ‘Ž 𝑖𝑙 1900 𝑒𝑑 𝑖𝑙 1910 π‘π‘–π‘Ÿπ‘π‘Ž, π‘‘π‘Žπ‘™ π‘π‘–π‘‘π‘‘π‘œπ‘Ÿπ‘’ π‘’π‘šπ‘–π‘™π‘–π‘Žπ‘›π‘œ π‘ƒπ‘Žπ‘π‘–π‘“π‘–π‘π‘œ π‘†π‘–π‘‘π‘œπ‘™π‘– (1868-1963). 𝐿'π‘œπ‘π‘’π‘Ÿπ‘Ž 𝑠𝑖 π‘‘π‘Ÿπ‘œπ‘£π‘Ž π‘Žπ‘™π‘™'π‘–π‘›π‘‘π‘’π‘Ÿπ‘›π‘œ π‘‘π‘’π‘™π‘™π‘Ž π‘β„Žπ‘–π‘’π‘ π‘Ž 𝑑𝑖 π‘†π‘Žπ‘›π‘‘'πΈπ‘’π‘“π‘’π‘šπ‘–π‘Ž, π‘Ž π‘ƒπ‘–π‘Žπ‘π‘’π‘›π‘§π‘Ž (π‘π‘Žπ‘π‘œπ‘™π‘’π‘œπ‘”π‘œ 𝑑𝑒𝑙𝑙'π‘œπ‘šπ‘œπ‘›π‘–π‘šπ‘Ž π‘π‘Ÿπ‘œπ‘£π‘–π‘›π‘π‘–π‘Ž π‘‘π‘’π‘™π‘™π‘Ž π‘Ÿπ‘’π‘”π‘–π‘œπ‘›π‘’ πΈπ‘šπ‘–π‘™π‘–π‘Ž-π‘…π‘œπ‘šπ‘Žπ‘”π‘›π‘Ž).
Roberto Moggi 
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