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Suo padre era periodicamente trasferito per motivi di servizio, destinato a governare varie cittΓ e feudi della regione, per cui il piccolo Giovanni trascorse i suoi primi anni di vita spostandosi frequentemente con la famiglia all’interno di quella regione. Verso il 1393 - mentre l’Abruzzo e l’intero Regno di Napoli risentivano della precarietΓ politica e dei conflitti di potere di quel periodo - si registrΓ² la morte violenta del padre, assassinato da un gruppo rivale insieme ad altri familiari, causando una grave trauma a Giovanni, ancora ragazzo, che aveva assistito al drammatico fatto. Successivamente, la sua vita fu segnata ulteriormente da un’altra grave tragedia familiare, quando i suoi fratelli furono uccisi durante un conflitto tra fazioni locali, lasciandolo solo. Questo evento doloroso ebbe ancora un impatto profondo su di lui e sulla sua successiva vocazione religiosa, che si strutturΓ² sempre piΓΉ. Il suo forte senso della giustizia lo portΓ², attorno al 1405, non ancora ventenne, a trasferirsi a Perugia, in Umbria, libero comune retto da una SignorΓ¬a (oggi capoluogo dell’omonima provincia e della regione Umbria), per frequentarvi la prestigiosa universitΓ , dove si laureΓ², probabilmente nel 1412, in “Utroque iure” (“Nell'uno e nell'altro diritto”, espressione utilizzata, nelle prime universitΓ europee, per indicare la laurea contemporanea in diritto civile e canonico). Si distinse subito come un giurista molto preparato, tant’Γ¨ che il re di Napoli Ladislao di Durazzo (regnante dal 1386 al 1414), gli affidΓ² di volta in volta il governo di diverse cittΓ del Regno. In seguito, essendo altissima la sua fama, fu eletto Governatore di Perugia, proprio in un periodo particolarmente difficile per la cittΓ , preda di violente lotte intestine. Fu probabilmente qui che Giovanni si sposΓ², in data imprecisata, con una donna della quale non Γ¨ noto il nome, senza avere figli. Purtroppo, proprio mentre si sforzava di portare la pace tra le fazioni, il centro fu conquistato delle milizie del gruppo capeggiato dalla nobile famiglia Malatesta, che lo fece imprigionare. Il periodo trascorso da carcerato, tuttavia, gli fu molto utile spiritualmente, anche grazie ad una mistica visione di San Francesco, portando a compimento - per divina grazia - il processo di profonda conversione giΓ in atto da tempo, in seguito al quale prese l’irrevocabile decisione di consacrarsi al Signore nell’Ordine Francescano. Le fonti indicano che sua moglie, in seguito alla conversione, acconsentΓ¬ volentieri alla separazione e che lui potΓ© cosΓ¬ ottenere il riconoscimento ecclesiastico della nullitΓ del matrimonio. Una volta libero, finalmente, pronunciΓ² i voti nel convento dei Frati Minori Francescani di Assisi, nei pressi di Perugia, nel 1416, diventando discepolo del confratello Bernardino da Siena (1380-1444), futuro santo, dal quale mutuΓ² l’amore profondissimo per GesΓΉ e Maria, che poi propagΓ² grandemente. Altri agiografi, nondimeno, sostengono che egli abbia pronunciato i voti nel convento francescano esistente nella stessa Perugia, sempre nel 1416. Fu ordinato sacerdote nel 1425, quando aveva trentanove anni e aveva giΓ intrapreso la vita religiosa da quasi un decennio. Da questo momento - ricusata per umiltΓ la nomina a vescovo dell’Aquila che gli era stato offerta - mise in atto un’intensa opera di evangelizzazione diretta maggiormente verso la parte orientale dell’Europa, in particolare negli attuali territori della Transilvania (oggi in Romania) e dell’Ungheria, dove ebbe modo di farsi apprezzare per caritΓ , predicazione e spirito evangelico, non solo dai locali regnanti e governanti, ma anche e soprattutto dalla povera gente. In seguito, fu mandato dal papa Martino V (regnante dal 1417 al 1431), come nunzio apostolico (in pratica un ambasciatore), nei territori imperiali della Germania, dove pure si adoperΓ² per convertire gli eretici e pacificare i prΓ¬ncipi locali in lotta tra loro. In sei anni di attivitΓ in quelle regioni - dove si distinse anche per molti miracoli - con l'esempio e la parola convertΓ¬ innumerevoli eretici ed ebrei. Percorse anche quasi tutta l'Italia, predicando, conducendo tante anime a Dio e lottando per la riforma dei costumi, con l'esempio, la parola e gli scritti. Poi, dallo stesso pontefice, fu nominato Inquisitore Generale in Italia e si dedicΓ² particolarmente al contrasto della setta eretica detta “dei Fraticelli”, gruppo religioso, sparso specialmente in Italia fra il 1317 e il 1466, composto dai frati francescani che nel XIV secolo si erano ribellati all'autoritΓ dei loro superiori e della gerarchia ecclesiastica. Nella Penisola la sua opera fu sempre molto intensa, in particolare a favore della pace tra alcune cittΓ perennemente in lotta tra loro, tanto Γ¨ vero che, nel mese di febbraio 1427, grazie alla sua opera d’intercessione, si arrivΓ² alla pace tra le cittΓ di Ortona e di Lanciano, entrambe presso Chieti, nell’Abruzzo appartenente al Regno di Napoli (oggi tutte e due in provincia di Chieti, regione Abruzzo). Il 6 luglio 1439, nel Concilio di Firenze, ricondusse alla Chiesa Romana gli Armeni. In seguito, fu nominato Inquisitore Generale anche in diverse zone d'Europa, per decisione dei due papi successivi: Eugenio IV (dal 1431 al 1447), che lo incaricΓ² piΓΉ volte come legato pontificio e inquisitore, riconoscendo il suo zelo e la sua abilitΓ oratoria, e NiccolΓ² V (dal 1447 al 1455), che, nel 1451, lo nominΓ² Inquisitore Generale in Ungheria e Boemia per combattere l'eresia, in particolare quella cosiddetta degli “Hussiti” (eresia legata ad un movimento riformatore religioso che si sviluppΓ² in Boemia nel XV secolo, guidato da Jan Hus, da cui il nome, caratterizzato da una forte opposizione al potere della Chiesa cattolica). La sua missione in Europa centrale fu un aspetto importante del suo ministero e la sua esperienza come inquisitore e predicatore lo portΓ² a intervenire in questioni sia dottrinali sia di ordine pubblico, come nel caso della Crociata di Belgrado contro i Turchi ottomani, meglio nota come “Assedio di Belgrado” (capitale della Serbia), del 1456. In quest’anno, infatti, papa Callisto III, richiese il suo carismatico intervento contro l’occupazione dei territori della Penisola Balcanica da parte dell’Impero Ottomano, islamico, contro il quale era stata indetta una Crociata. Per quest’ultima, si adoperΓ² fino allo stremo affinchΓ© fossero reclutati su base volontaria cavalieri e soldati, pronti anche a sacrificare la propria vita per la santa causa, riuscendo a fare arruolare diverse migliaia di volontari. Egli stesso si pose a capo dell’armata che, nello stesso anno, nell’ambito di un’importante battaglia che avrebbe deciso le sorti della stessa cristianitΓ , condusse un attacco per liberare la cittΓ di Belgrado (capitale dell’attuale Serbia), riportando una mirabile vittoria contro i 150.000 occupanti turchi e salvando l’Europa cristiana. Giovanni, frattanto, aveva ormai compiuto la sua giornata terrena e, stanco, colto da grave malattia e prossimo alla morte, si ritirΓ² in un convento francescano della zona, a Ilok, piccolo centro sul Danubio che ora si trova nel territorio croato. Qui fu visitato da molti PrΓ¬ncipi e Signori, tutti da lui esortati a conservare la giustizia e a difendere la religione, rendendo la sua anima a Dio il 23 ottobre 1456. Il suo corpo fu probabilmente inizialmente inumato in loco, ma di esso si persero completamente le tracce. Nel 1690, papa Alessandro VIII lo annoverΓ² tra i Santi.
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Roberto Moggi
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