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Il babbo era stato anche un sottufficiale dell’Esercito Austro-ungarico, poichΓ© quella parte di Polonia aveva fatto parte, fino al 1918, data della fine della Prima Guerra Mondiale, dell’Impero d’Austria-Ungheria. La sua infanzia fu funestata da alcuni lutti familiari, iniziati con la morte della madre nel 1929, e proseguiti con quella del fratello Edmund nel 1932. Suo padre, rimasto vedovo e in critiche condizioni economiche, s’impegnΓ² con tutte le forze per farlo studiare, ricambiato dagli eccellenti risultati del figlio. Sebbene seriamente impegnato nell’apprendimento scolastico, Karol trovava altresΓ¬ il tempo di frequentare numerose amicizie, che si estendevano anche all'allora numerosa e attiva comunitΓ ebraica di Wadowice. Nell'estate 1938, a diciott’anni, Karol lasciΓ² il paese natale col padre, trasferendosi a Cracovia, dove s’iscrisse alla piΓΉ antica e prestigiosa universitΓ polacca, denominata “JagielloΕski” (“Jagellonica”) in onore dell’antica e gloriosa dinastia dei sovrani polacchi “Jagiellon” (“Jagelloni”), che governarono la Polonia dal 1386 al 1572. Nell’autorevole ateneo studiΓ² con grande impegno e ottimi risultati, mentre contemporaneamente lavorava come bibliotecario volontario e faceva l'addestramento militare obbligatorio nella cosiddetta “Legione accademica”. Si dedicΓ² inoltre, con passione e talento, a fare l’attore teatrale estemporaneo in una compagnia di prosa sperimentale. IniziΓ² anche lo studio delle lingue, che l’avrebbe gradualmente portato a parlare ben undici idiomi diversi (polacco, slovacco, ucraino, russo, italiano, francese, spagnolo, portoghese, tedesco e inglese, oltre al latino ecclesiastico). L’anno seguente, nel 1939, la sua patria fu invasa e occupata su due distinti fronti, il 1° settembre (data considerata universalmente come inizio della Seconda Guerra Mondiale), ad occidente, dalle truppe naziste tedesche e, il giorno 17, ad oriente, da quelle comuniste sovietiche, che avevano stipulato tra l’oro un patto per invaderla congiuntamente. La Polonia fu costretta a capitolare in men che non si dica, nonostante l’eroica difesa. La nazione, conquistata e privata della libertΓ , fu divisa tra la Germania e l’Unione Sovietica, che si annessero le rispettive porzioni di territorio occupato. Cracovia si trovΓ² ad essere nella parte occupata dai tedeschi, dove furono chiuse tutte le universitΓ e fu bandita ogni attivitΓ culturale polacca. Karol dovette pertanto smettere di studiare e fu costretto a cercare lavoro, trovandolo prima in una cava di pietra dei dintorni e poi in una fabbrica chimica, per sopravvivere ed evitare la deportazione in Germania come lavoratore coatto. CiΓ² nonostante, continuΓ² a erudirsi nella clandestinitΓ , mentre si esibiva di nascosto anche come attore teatrale dilettante. Tuttavia, fu proprio in quei tempi cupi e tristi che un'altra vocazione, custodita in cuore fin dalla fanciullezza, ben diversa, piΓΉ grande e piΓΉ nobile dalle altre, fece definitivamente breccia nella sua anima, quella sacerdotale. Convintissimo di voler diventare prete, nel 1942, nonostante le difficoltΓ , s’iscrisse ai corsi di formazione del seminario maggiore clandestino di Cracovia, che operava segretamente con gravissimo rischio per la vita di docenti e studenti. Da seminarista “segreto”, lavorando e studiando, partecipΓ² intensamente alla tragedia del suo popolo, martoriato dalla duplice dominazione straniera, ad opera di due dittature feroci ed anticristiane che operavano in una Polonia divisa che, di fatto, non esisteva piΓΉ. Nell'agosto 1944, durante la rivolta del ghetto ebraico di Varsavia, ricadente nella zona d’occupazione germanica, dovette confrontarsi anche con la repressione nazista, che ebbe gravi conseguenze anche per i non ebrei e non solo nell’ex capitale. Quando la “Gestapo” (acronimo di “Geheime Staatspolizei”, in tedesco “Polizia segreta dello Stato”), la temibile ed efficiente polizia segreta della Germania nazista, cominciΓ² a perquisire la cittΓ di Cracovia in ogni casa, alla ricerca di giovani da destinare alla deportazione e al lavoro forzato nel Reich, riuscΓ¬ a scampare alla razzia nascondendosi nell’arcivescovato, dove fu tenuto nascosto fino a guerra finita. La notte del 17 gennaio 1945, i tedeschi abbandonano la cittΓ e gradualmente l’intero Paese. In quella parte di Polonia, finalmente libera dall'incubo nazista, la vita parve rinascere, ma le prove non erano ancora finite e ben presto la dittatura atea comunista, con l’avanzata dei sovietici, si sostituΓ¬ alla precedente. A Cracovia, intanto, il seminario riuscΓ¬ a riaprire e Karol riprese gli studi, iscrivendosi alla facoltΓ di teologia, fino a giungere finalmente, il 1° novembre 1946, all’agognata ordinazione sacerdotale. Giovane prete di grandi promesse, nonostante i problematici rapporti della Chiesa col regime comunista, fu inviato a specializzarsi a Roma, dove nel 1948 conseguΓ¬ il dottorato in teologia. Ritornato in Patria, alternΓ² l'attivitΓ pastorale in alcune parrocchie all’assistenza spirituale dei giovani universitari. Nel 1951 riprese gli studi all'UniversitΓ Cattolica di Lublino (nella Polonia orientale), dove conseguΓ¬ la seconda laurea con una tesi sul cristianesimo etico e sociale. Si dedicΓ² quindi all'insegnamento della teologia morale ed etica nel seminario di Cracovia e nella facoltΓ di teologia dell’ateneo di Lublino. Si avviΓ² intanto verso una promettente carriera ecclesiastica e, infatti, nel 1958, il pontefice Pio XII (dal 1939 al 1958), futuro Servo di Dio, lo nominΓ² vescovo ausiliare di Cracovia, cittΓ della quale diventerΓ poi arcivescovo nel 1964, per designazione, questa volta, del papa Paolo VI (dal 1963 al 1978), che sarebbe divenuto santo, il quale tre anni dopo lo nominΓ² anche cardinale. Come arcivescovo di Cracovia, dovette sempre piΓΉ fare i conti con il duro regime ateo e anticlericale marxista installatosi in Polonia, del tutto asservito all’Unione Sovietica, che sempre piΓΉ prevaricava la Chiesa. CiΓ² nonostante, Karol non era certo tipo da subire soprusi senza battere ciglio, soprattutto quando si trattava di difendere la Santa Chiesa ed il suo popolo. Si contrappose al sistema dittatoriale con fierezza e coraggio, fino a sfidarne i burocrati pubblicando a puntate, nel giornale diocesano, libri colpiti da censura politica governativa. PartecipΓ², intanto, a quell’evento storico per la Chiesa e per il mondo che fu il Concilio Ecumenico Vaticano II (dal 1962 al 1965), dando un contributo importante nell'elaborazione delle costituzioni apostoliche “Gaudium et spes” (“Gioia e speranza”) e “Dignitatis humanae” (“DignitΓ umana”). Nell'agosto 1978, alla morte di papa Paolo VI, partecipΓ² al conclave che elesse a succedergli Albino Luciani, Patriarca di Venezia, che prese il nome di Giovanni Paolo I (sul Soglio Pontificio dal 26 agosto al 27 settembre 1978) e che sarebbe diventato Beato. Nondimeno, appena 33 giorni dopo, la Cappella Sistina accolse ancora i cardinali per un nuovo conclave, giacchΓ© papa Luciani era prematuramente scomparso. Nel corso di quest’ultimo conclave, il 16 ottobre 1978, ci fu la famosa “fumata bianca” che rese nota al mondo la sua elezione al Soglio di Pietro, a soli cinquantotto anni, col nome di Giovanni Paolo II (in onore del predecessore). Il successivo 22 ottobre iniziΓ² il suo pontificato, destinato a essere uno dei piΓΉ lunghi nella storia della Chiesa, con ben ventisette anni ricchi di sorprese e innovazioni. Tra i primi passi del suo ministero, ci fu l’omaggio ai due patroni d'Italia, cominciato ad Assisi (in provincia di Perugia, nella regione Umbria) per rendere omaggio a San Francesco e terminato nella Basilica di Santa Maria sopra Minerva in Roma, per fare altrettanto con Santa Caterina da Siena. I viaggi missionari sono stati un tratto caratteristico del suo papato, portandone a compimento ben 104, nel corso dei quali incontrΓ² milioni di fedeli in tutto il mondo. Ben 146 furono le visite pastorali in Italia e, come vescovo di Roma, 317 sono state le parrocchie della CittΓ Eterna in cui si Γ¨ recato. Innumerevoli anche le udienze generali del mercoledΓ¬ e quelle speciali riservate a personalitΓ del mondo della politica, della cultura e della scienza. Per i giovani, particolarmente al centro della sua attenzione, avviΓ² nel 1985 le famose “GMG” (“Giornate Mondiali della GioventΓΉ”), intervenendo a ben diciannove di esse, in varie parti del mondo, con la partecipazione di milioni di giovani entusiasti e affascinati dalla parola di Dio che egli annunciava senza sconti. Il 13 maggio 1981, fu vittima di un terribile attentato in piazza San Pietro di Roma, davanti all’omonima basilica, che lo segnΓ² a fondo nel corpo e nello spirito. A colpirlo, mentre a bordo della “Papa-mobile” salutava i fedeli in piazza, con un colpo di pistola che lo ferΓ¬ seriamente, non centrando miracolosamente, per pochissimo, organi vitali, fu il giovane turco Mehmet Ali Agca. Le motivazioni di un gesto tanto inaudito quanto crudele sono tuttora avvolte nel mistero, soprattutto per quanto riguarda chi abbia armato la sua mano. Il pontefice ferito fu sottoposto a un difficile intervento chirurgico e riuscΓ¬ a salvarsi. Egli, una volta ristabilitosi, pubblicamente, attribuΓ¬ la propria salvezza a un miracolo, verificatosi con l'intervento diretto della Madonna, che era apparsa a Fatima, appunto, il 13 maggio 1917. L'anno successivo si recΓ² in Portogallo a ringraziarla personalmente e fece incastonare il bossolo del proiettile che lo aveva attinto nella corona che cinge la testa della statua della Vergine. Giovanni Paolo II visse con intensitΓ e slancio, nonostante il progredire inesorabile della malattia, la preparazione al terzo millennio e poi la celebrazione del Giubileo dell’anno 2000, promuovendo grandi celebrazioni e iniziative, dalle quali si attendeva un profondo rinnovamento spirituale della Chiesa. RilanciΓ², in seguito, proclamando l'Anno Mariano e l'Anno dell'Eucaristia. L'evangelizzazione di chi non aveva ancora subito il fascino del Vangelo di Cristo e la nuova evangelizzazione di chi a quel fascino si era poi sottratto, furono la nota dominante del suo pontificato e dei suoi interventi: ben 14 sinodi, 15 tra lettere, encicliche ed esortazioni apostoliche, 5 libri, nuovo Catechismo della Chiesa cattolica e altro. Il tutto, naturalmente, accompagnato da una profonda fede personale, da una filiale devozione alla Madre del Signore e da un grande amore per il prossimo, soprattutto per i piΓΉ deboli, bambini, anziani e malati, nelle cui file passa lui stesso l'ultimo tratto di vita, offrendo un umanissimo e luminoso esempio di sopportazione e di coraggio nel cercare un senso al dolore che accompagna la vita di ciascuno. Giovanni Paolo II morΓ¬ in Vaticano il 2 aprile 2005 e davanti alla sua bara, esposta nella Basilica di San Pietro, sfilarono piΓΉ di tre milioni di fedeli. Il suo corpo fu inizialmente inumato nelle Grotte Vaticane, sotto la Basilica, ma, dal 2 maggio 2011, fu trasferito all’interno della stessa, nella cappella di San Sebastiano, che si trova nella navata centrale (dall’ingresso Γ¨ la seconda sulla destra, tra quella che accoglie la PietΓ di Michelangelo e quella del Santissimo). Papa Benedetto XVI lo proclamΓ² Beato nel maggio 2011 e papa Francesco lo canonizzΓ² il 27 aprile 2014.
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Roberto Moggi
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