๐๐ ๐ ๐ข - ๐๐ ๐จ๐ญ๐ญ๐จ๐๐ซ๐ ๐๐๐๐ - ๐ฆ๐๐ซ๐๐จ๐ฅ๐๐๐ข̀ ๐๐๐ฅ๐ฅ๐ ๐๐๐ ๐ฌ๐๐ญ๐ญ๐ข๐ฆ๐๐ง๐ ๐๐๐ฅ ๐ญ๐๐ฆ๐ฉ๐จ ๐จ๐ซ๐๐ข๐ง๐๐ซ๐ข๐จ, ๐ฅ๐ ๐๐ก๐ข๐๐ฌ๐ ๐ซ๐ข๐๐จ๐ซ๐๐, ๐ญ๐ซ๐ ๐ข ๐ฏ๐๐ซ๐ข ๐ญ๐๐ฌ๐ญ๐ข๐ฆ๐จ๐ง๐ข ๐๐๐ฅ๐ฅ๐ ๐๐๐๐, ๐ฅ๐ ๐๐๐๐ญ๐ ๐๐ก๐ข๐๐ซ๐ "๐๐ฎ๐๐" ๐๐๐๐๐ง๐จ, ๐ ๐ข๐จ๐ฏ๐๐ง๐ ๐ฅ๐๐ข๐๐ ๐๐จ๐๐จ๐ฅ๐๐ซ๐ข๐ง๐. Chiara - questo il suo nome di battesimo, scelto dai cattolicissimi genitori in omaggio a Santa Chiara d'Assisi - nacque a Sassello, piccolo paesino d’entroterra in provincia della cittร portuale di Savona, in Liguria, il 29 ottobre 1971, figlia unica di Ruggero Badano, camionista, e Maria Teresa Caviglia, casalinga, che dovettero attendere ben undici anni prima di riuscire ad averla. Visse la sua breve esistenza con la famiglia, tra Savona e Sassello, del quale anche entrambi i genitori erano originari. Chiara “Luce” era una ragazza come tante, molto allegra e dinamica, volitiva, tenace, altruista, graziosa e dai lineamenti fini, snella, dai grandi occhi limpidi e dal sorriso aperto, innamorata della natura, della neve e del mare, che praticava molti sport. Fin da bambina ebbe il dono di una fede grandissima, trasmessale dal padre e dalla madre, che riusciva a contagiare chiunque si relazionasse con lei, mostrando un debole particolare per le persone anziane, che copriva di attenzioni. A soli nove anni conobbe il “Movimento dei Focolari”, ufficialmente “Opera di Maria”, un movimento internazionale di rinnovamento spirituale e sociale all’interno della Chiesa, i cui membri sono detti “focolarini”, fondato nel 1943 con lo scopo di contribuire all'unitร della famiglia umana secondo il mandato evangelico. Subito fu molto attiva in seno al movimento, entrando a far parte dei “Gen” (Generazione Nuova) l'espressione giovanile del movimento stesso, ed avendo modo di conoscere la fondatrice Chiara Lubich (1920-2008), per la quale รจ stato avviato il processo di beatificazione nel 2015, dalla diocesi suburbicaria di Frascati (in provincia di Roma), nel cui territorio abitava. Il soprannome “Luce” le fu dato proprio dalla Lubich nel 1990, poco prima che Chiara morisse a soli diciott’anni, per un cancro terminale alle ossa diagnosticatole due anni prima, nel 1988. La decisione di chiamarla in questo modo le fu ispirata dal volto luminoso e gioioso della giovanissima ragazza, nonostante la dolorosa malattia, e come simbolo della luce dell'ideale del Movimento dei Focolari, che splendeva in lei. La lettera in cui Chiara Lubich le annunciรฒ il nome risale al 26 giugno 1990. Chiara morรฌ pochi mesi dopo, il 7 ottobre dello stesso anno. Chiara “Luce” aveva l’abitudine di scrivere molto e tenere una sorta di diario, incentrato sulla sua grande fede vissuta pienamente. Dai suoi quaderni traspare la gioia e lo stupore nello scoprire la vita. Terminate le medie a Sassello si trasferรฌ con la famiglia a Savona, dove si iscrisse al liceo classico. A sedici anni, improvvisamente, durante una partita a tennis, avvertรฌ i primi lancinanti dolori ad una spalla. Le analisi mediche approfondite, dopo una prima piรน benigna ipotesi di “Callo osseo”, giunsero ben presto alla infausta diagnosi di “Osteosarcoma”, un tumore maligno che nasce prevalentemente nelle ossa lunghe vicino alle grandi articolazioni. Il cancro era molto aggressivo ed inutili furono gli interventi alla spina dorsale e la chemioterapia. Ben presto, Chiara, fu preda di dolorosi spasmi irrefrenabili, giungendo alla paralisi alle gambe, ma rifiutรฒ la morfina che le avrebbe tolto la luciditร . Chiara accettรฒ pienamente, fin da subito, la sua malattia e le grandi sofferenze psico-fisiche che la accompagnavano, offrendole interamente ed amorevolmente al Signore per tutte le varie necessitร della Chiesa e del mondo. Si informava d’ogni cosa e tutto seguiva con la massima attenzione, non perdendo mai la fede e il suo abituale luminoso sorriso che onore faceva al suo perfettamente indovinato appellativo di “Luce”. La sua stanza d’ospedale a Savona, e di casa poi, quando fu evidente che non c’era piรน nulla da fare e i genitori decisero di tornare alla propria abitazione nel piรน tranquillo paese di Sassello, diventarono entrambe “Piccole chiese domestiche”, come si suol dire, luoghi di incontro, di apostolato e santificazione per tutti. Il suo esempio evangelico era incredibilmente coinvolgente e, dal suo letto di sofferenza, attraeva a sรฉ e portava a Gesรน e Maria giovani e adulti, con tantissime conversioni. Anche alcuni medici e infermieri che la curavano, sia atei che non praticanti, si riavvicinarono a Dio. Scriveva nei suoi quaderni: "๐ฟ’๐๐๐๐๐๐ก๐๐๐ก๐ ๐̀ ๐๐๐๐ ๐๐ ๐ฃ๐๐๐๐๐ก๐̀ ๐๐ ๐ท๐๐... ๐̀ ๐ ๐ก๐๐๐ ๐๐ ๐ ๐ข๐ ๐๐๐๐๐... ๐๐ ๐๐๐ก๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐๐ ๐๐ก๐ก๐๐๐๐... ๐๐ ๐ ๐๐๐ก๐ ๐๐ฃ๐ฃ๐๐๐ก๐ ๐๐ ๐ข๐๐ ๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐ ๐๐๐๐ ๐โ๐, ๐ ๐๐๐๐ ๐ ๐๐๐๐, ๐๐ ๐ ๐ ๐ ๐ฃ๐๐๐... ๐๐ ๐๐๐๐๐๐ฃ๐ ๐ก๐๐๐ก๐ ๐๐๐๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐ก๐ก๐ ๐ ๐ท๐๐ ๐๐ โ๐ ๐ก๐๐๐ก๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐, ๐๐ ๐๐ โ๐ ๐๐๐ก๐ ๐๐ ๐๐๐...". Chiara Lubich la seguรฌ attentamente durante tutta la malattia, principalmente attraverso una costante corrispondenza epistolare e tramite contatti indiretti attraverso i membri del Movimento dei Focolari piรน vicini alla ragazza. A causa della distanza e delle responsabilitร , non si videro di persona molto spesso, ma il loro rapporto era profondo e basato sullo scambio spirituale, di foto e testimonianze. Negli ultimi giorni, Chiara non riusciva nemmeno quasi piรน a parlare, ma volle prepararsi all’incontro con Gesรน, “Lo Sposo” come lei lo chiamava amorevolmente, scegliendo personalmente quello che sarebbe poi diventato il vestito per il suo funerale, un abito bianco molto semplice con una fascia rosa alla vita. Lo fece indossare alla sua migliore amica per vedere come le sarebbe stato al momento opportuno, spiegรฒ alla mamma come avrebbe dovuto essere pettinata, con quali fiori si sarebbe dovuto addobbare la chiesa e suggerรฌ i canti e le letture della Messa. Voleva che il rito del suo funerale fosse una festa. Morรฌ all’alba del 7 ottobre 1990, salutando la mamma con le ultime parole: “๐๐๐๐๐ ๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐๐, ๐๐๐๐โ๐́ ๐๐ ๐๐ ๐ ๐๐๐. ๐ถ๐๐๐!”. Il vescovo pro-tempore di Savona, Monsignor Livio Maritano, cosรฌ la ricordรฒ dopo la sua dipartita terrena: "๐๐ ๐ ๐๐๐ก๐๐ฃ๐ ๐๐ ๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐ ๐๐๐ง๐ ๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐ก๐ ๐๐๐๐ก๐ ๐โ๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐๐ฃ๐ ๐๐๐๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐ ๐๐๐ ๐โ๐ ๐’๐๐ฃ๐ฃ๐๐๐๐๐๐ฃ๐๐๐ ๐๐ ๐ ๐ข๐ ๐๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐ท๐๐ ๐ ๐๐๐ ๐ข๐๐๐๐๐. ๐ป๐ ๐๐๐๐๐๐๐ก๐ ๐ ๐ก๐ข๐ก๐ก๐ ๐๐๐ ๐ข๐’๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐ง๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐ ๐๐๐๐ก๐ ๐๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐ง๐๐๐๐๐๐". ร stata sepolta nella tomba di famiglia del cimitero di Sassello. Da allora innumerevoli sono state le conversioni e la sua figura รจ ora nota in tutto il mondo. Valutate le sue eroiche virtรน, a conclusione del regolare iter processuale, il pomeriggio di sabato 25 settembre 2010, ha avuto luogo il solenne rito della sua beatificazione nel santuario romano della Madonna del Divino Amore (nella localitร periferica di Castel di Leva, appena fuori dal Grande Raccordo Anulare), presieduto dal cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Nel corso della celebrazione venne annunciata la data per la festa liturgica della Beata: il 29 ottobre.
๐ผ๐๐๐๐๐๐๐: "๐ต๐๐๐ก๐ ๐ถโ๐๐๐๐ '๐ฟ๐ข๐๐' ๐ต๐๐๐๐๐", ๐๐๐ก๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐ ๐๐ข๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐ ๐ ๐๐๐ก๐ก๐๐ก๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐ก๐ ๐๐ ๐ข๐๐ ๐๐๐ ๐๐๐๐๐ก๐๐๐, ๐ก๐๐ ๐๐ 1987 ๐๐ ๐๐ 1990 ๐๐๐๐๐, ๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐ก๐ก๐ ๐๐๐๐๐ ๐ ๐ข๐ ๐๐๐ ๐ ๐๐ ๐๐๐ ๐ ๐๐๐๐ (๐๐๐ฃ๐๐๐), ๐๐ข๐๐๐๐ก๐ ๐๐๐ ๐ข๐๐ก๐๐๐ ๐ก๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐ ๐ข๐ ๐๐๐๐ฃ๐๐ ๐ ๐๐๐ ๐๐๐๐๐ก๐ก๐๐.
Roberto Moggi
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