ππ π π’ - ππ π¬πππππ¦ππ«π ππππ - π¦ππ«ππππ’̀ πππ₯π₯π ππππ π¬ππππ’π¦ππ§π πππ₯ πππ¦π©π¨ π¨π«ππ’π§ππ«π’π¨, π₯π ππ‘π’ππ¬π πππ₯πππ«π π₯π π¦ππ¦π¨π«π’π π¨πππ₯π’π πππ¨π«π’π ππ’ πππ§ ππ’π«π¨π₯ππ¦π¨, π¬ππππ«ππ¨ππ π ππ¨πππ¨π«π πππ₯π₯π ππ‘π’ππ¬π. Sofronius Eusebius Hieronymus (Sofronio Eusebio Girolamo) - questi i suoi tre nomi in latino - ma noto solo come Girolamo, nacque nel 331, o secondo altre fonti nel 342 o 347, a Stridone, un cosiddetto “oppido” (dal latino “oppidum”, significante “cittΓ fortificata” o “piazzaforte”) che gli studiosi non sono mai riusciti ad identificare e collocare con certezza. La maggioranza degli agiografi, tuttavia, ritiene ormai di poterlo riconoscere in un centro che, fino alla sua distruzione (posteriore al 376, probabilmente nel 378 in concomitanza con l'invasione gotica e la battaglia di Adrianopoli), si trovava al punto d’incontro tra i confini delle province romane di Dalmazia e di Pannonia (all’incirca nella parte centro-settentrionale della Penisola Balcanica, forse nell’odierna Croazia). Erede di una famiglia patrizia probabilmente pagana, era un giovane di natura irrequieta. Dopo i primi impegni scolastici effettuati nella sua cittΓ , verso il 360 si trasferΓ¬ a Roma per approfondire gli studi, per i quali era molto portato. Nella Capitale dell’Impero frequentΓ², unitamente ai suoi concittadini e amici d’infanzia Bonoso, Rufino ed Eliodoro, la famosa scuola di Elio Donato, noto commentatore del commediografo Terenzio e del poeta Virgilio, lasciandosi sedurre dallo studio dei classici, per i quali nutriva grande venerazione. Nell’Urbe conobbe e cominciΓ² a frequentare assiduamente la comunitΓ cristiana, finendo per convertirsi e, nel 366, ricevere il battesimo. Dopo tale anno, si recΓ² prima ad Augusta Treverorum, importante centro della Provincia della Gallia Belgica (oggi Treviri, nella parte nord-occidentale della Repubblica Tedesca, presso il confine con il Lussemburgo), dove sempre piΓΉ sviluppΓ² la sua chiamata alla vita spirituale. In seguito, spostatosi con Rufino ed Eliodoro ad Aquileia, nel nord-est dell’Italia (oggi omonima cittΓ in provincia di Udine, nella regioen Friuli-Venezia Giulia), frequentΓ² una delle primordiali comunitΓ cristiane di vita ascetica. Qui, con Rufino, si dedicΓ² alla lettura delle opere del vescovo e teologo Ilario, detto “di Poitiers” (315-368), futuro santo, restandone profondamente colpito, tanto da maturare definitivamente la scelta di tale tipo di vita religiosa. Da quel momento, tre differenti “periodi”, durante i quali si spostΓ² in aree geografiche diverse, segnarono particolarmente la sua vita. Il primo fu quello del suo spostamento e della relativa permanenza in Oriente, nella zona della Siria, dal 372 al 381 circa. Invero, verso il 372, carico di molti libri classici, si recΓ² ad Antiochia di Siria ove fu ospite di Evagrio Pontico (345-399), monaco, scrittore e asceta greco. Quindi si spostΓ² ancora e passΓ² almeno cinque anni nel deserto di Calcide a sud di Aleppo, nello stesso Paese. In seguito, su consiglio di Evagrio, accettΓ² d’essere ordinato presbitero, ministero che tuttavia non volle mai esercitare. Scrisse in quel tempo la “Vita Pauli monachi” (“Vita di Paolo monaco”, cioΓ¨ eremita), gettando le basi dell’eremitismo occidentale. Il secondo fu quello della sua permanenza a Costantinopoli, dal 381 circa, dove ebbe la grazia di avere per maestro il vescovo e teologo greco Gregorio di Nazianzo o Nazianzeno (329-390), anch’egli futuro santo, dal quale fu avviato allo studio dell’opera del filosofo, teologo e scrittore Origene, avendo modo di mostrare la sua vastissima coltura, che comprendeva la perfetta conoscenza del greco, del latino, dell’ebraico, del siriaco e del caldaico, tanto che tradusse senza sforzo la “Chronica” di Eusebio di Cesarea e le quattordici omelie origeniane su Geremia ed Ezechiele. Il terzo periodo, infine, fu quello trascorso in Terra Santa. La fama della sua poliedrica cultura era talmente grande che papa Damaso gli chiese di tradurre in latino il Vecchio Testamento, che era in ebraico, e di rivedere la traduzione del Nuovo dal greco. Egli accettΓ² l’arduo compito e, per riuscire meglio, stimΓ² opportuno fissare la propria dimora nella Giudea, ove si parlava l’ebraico. Si stabili quindi a Betlemme, in una grotta presso quella dove nacque il Signore, e qui consacrΓ² tutta la vita e la sua vasta erudizione alla traduzione ed al commento delle Sacre Scritture. Durante il suo impegnativo compito, fu tentato, per l’immane fatica che questo comportava, di desistere dall’impresa e abbandonare la solitudine in cui viveva per meglio applicarsi, riuscendo a resistere alla tentazione solo mediante prolungati digiuni e assidua preghiera. Superate difficoltΓ d’ogni genere e sopportate con pazienza le critiche di chi lo avversava, dopo un lungo ed estenuante lavoro, terminΓ² finalmente l’opera monumentale della traduzione in latino della Sacra Scrittura, che i dotti del tempo stimarono un prodigio e che divenne la traduzione ufficiale della Bibbia per la Chiesa cattolica per molti secoli. Traspose la parte principale dell'Antico Testamento in latino partendo dai testi originali ebraici, per poi completare il Nuovo Testamento dal greco. Il suo immane lavoro fu detto “La Vulgata” o “La Volgata”, dal termine latino “Vulgata editio” (che significa “Edizione per il popolo”), indicando la sua ampia accessibilitΓ e fruibilitΓ da parte di un vasto pubblico, a differenza di altre versioni precedenti meno curate e piΓΉ frammentarie. Tuttavia, l’opera letteraria di Girolamo non aveva limiti. Attorno al 392-393, sempre a Betlemme, completΓ² anche quello che viene considerato forse il suo piΓΉ grande lavoro: “De viris illustribus” (“Sugli uomini illustri”), un'opera composta in latino. Esso contiene brevi biografie su 135 personaggi del Nuovo Testamento e dei primi secoli dell'era cristiana. PiΓΉ precisamente consiste di un prologo e 135 capitoli, uno per biografia. Girolamo stesso Γ¨ il soggetto dell'ultimo capitolo. Molte biografie prendono come loro soggetto figure importanti della storia del cristianesimo e prestano particolare attenzione alle loro carriere di scrittori. Il lavoro Γ¨ stato scritto come opera apologetica per provare che la Chiesa aveva prodotto uomini eruditi. Γ dedicato a Nummio Emiliano Destro (figlio di Paciano di Barcellona, che viene encomiato nell’opera), che servΓ¬ l’Imperatore Teodosio I come “Comes rerum privata rum” (colui che si occupava di gestire le proprietΓ dell'Imperatore) e Onorio come prefetto del pretorio. CombattΓ© vigorosamente tutti quelli che snaturavano il dogma o spargevano scissioni nel gregge di Cristo, come attestano le sue lettere immortali e pose tutta la sua vasta erudizione a servizio della Sacra Scrittura. BenchΓ© infermo e ridotto a pelle e ossa, non risparmiΓ² mortificazione alcuna al suo corpo, ripetendo che intendeva consumare il sacrificio della sua vita sulla vetta del Golgota. Si spense il 30 settembre 419 o 420, a Betlemme di Giudea, in Terra Santa, dopo una lunga vita di lotta, di lavoro e di preghiere, venendo degnamente sepolto in loco. I suoi resti furono poi recuperati attorno al 1285 e trasportati a Roma, nella basilica di Santa Maria Maggiore. Qui vennero collocati presso l’Oratorio del Presepe durante il pontificato di NiccolΓ² IV (regnante dal 1288 al 1292), ma, nel 1409, la nobile famiglia Guaschi li fece collocare in un altare appositamente costruito nella medesima basilica e si trovano tuttora nell'urna di porfido dell'altare papale di Santa Maria Maggiore. La Chiesa riconobbe in lui uno dei piΓΉ fermi e sicuri testimoni della veritΓ e, oltre a riconoscerlo santo, ornΓ² la sua fronte con l’aureola dei Dottori.
πΌπππππππ: "πππ πΊπππππππ πππππ π π‘π’πππ", ππππ π π’ π‘πππ ππππππ‘π, π‘ππ ππ ππππ πππ 1605 π π'ππππ§ππ πππ 1606 πππππ, πππ πππ‘π‘πππ πππππππ π πππβππππππππ πππππ π ππ πΆππππ£πππππ, πππ‘π ππππ πΆππππ£πππππ (1571-1610). πΏ'πππππ π π π‘πππ£π ππππ π π ππ πΊπππππππ π΅πππβππ π ππ π
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Roberto Moggi
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