๐๐๐ง๐ญ๐ข ๐๐ข๐๐ก๐๐ฅ๐, ๐๐๐๐ซ๐ข๐๐ฅ๐ ๐ ๐๐๐๐๐๐๐ฅ๐, ๐๐ซ๐๐๐ง๐ ๐๐ฅ๐ข
๐๐ ๐ ๐ข - ๐๐ ๐ฌ๐๐ญ๐ญ๐๐ฆ๐๐ซ๐ ๐๐๐๐ - ๐ฅ๐ฎ๐ง๐๐๐ข̀ ๐๐๐ฅ๐ฅ๐ ๐๐๐๐ ๐ฌ๐๐ญ๐ญ๐ข๐ฆ๐๐ง๐ ๐๐๐ฅ ๐ญ๐๐ฆ๐ฉ๐จ ๐จ๐ซ๐๐ข๐ง๐๐ซ๐ข๐จ, ๐ฅ๐ ๐๐ก๐ข๐๐ฌ๐ ๐จ๐๐๐ข๐๐ข๐ ๐ฅ๐ ๐๐๐ฌ๐ญ๐ ๐๐๐ข ๐๐๐ง๐ญ๐ข ๐๐ข๐๐ก๐๐ฅ๐, ๐๐๐๐ซ๐ข๐๐ฅ๐ ๐ ๐๐๐๐๐๐๐ฅ๐, ๐๐ซ๐๐๐ง๐ ๐๐ฅ๐ข. Nella giornata di oggi, infatti - a seguito della riforma del calendario liturgico del 1969 promossa dal papa San Paolo VI - si celebrano congiuntamente i tre, per via della loro importanza, attestata dallo stesso titolo di “Arcangeli” che significa, invero, “Capi degli Angeli”. L’etimo del nome deriva dal greco antico “Archร nghelos” (nella sua traslitterazione nel nostro alfabeto), composto dalle parole “Archein” (comandare) e “Angelos” (Angelo), mutuato dal latino “Archangelus”, la cui traduzione letterale รจ quindi “Angelo capo” o “Capo degli Angeli”. La celebrazione odierna, in precedenza era dedicata al solo San Michele (legata alla consacrazione di una chiesa a lui dedicata, nel V secolo, sulla via Salaria di Roma), mentre il 24 marzo veniva ricordato San Gabriele ed era il 24 ottobre la memoria di San Raffaele. Michele, Gabriele e Raffaele sono i soli Arcangeli riconosciuti ufficialmente dalla Chiesa, poichรฉ gli unici nominati nella Bibbia e la loro esistenza รจ una veritร di fede. Nei testi del passato, invece, sono citati altri Arcangeli, fino ad arrivare al numero di sette nel Libro di Enoc: Uriel, Raffaele, Raguel, Michele, Sariel, Phanuel e Gabriele. Il sistema di sette Arcangeli รจ, infatti, un’antica tradizione di matrice giudaica. I loro nomi sono di origine giudaica e sono giunti a noi attraverso la lingua latina. Premesso che, in ebraico, il suffisso/radice “El” significa “Dio” o “divinitร ”, vediamo rispettivamente - nelle loro traslitterazioni nel nostro alfabeto - che Michele deriva dall’ebraico “Mi-ka-El” (significante “Chi รจ come Dio?”), attraverso il latino “Michael”; Gabriele da “Gavri’El” (“Fortezza di Dio” o “Forza di Dio”), tramite “Gabriel” e Raffaele da “Rafa’El” (“Medicina di Dio”), mediante “Raphael”. Gli Arcangeli sono - come gli Angeli - creature spirituali al servizio di Dio, che li ha fatti perfetti, fin dall’inizio dei tempi, per essere Suoi servitori e messaggeri. Essi contemplano da sempre e per sempre il volto dell’Altissimo, glorificandolo incessantemente e preservandone e proteggendone il mistero, pronti ad accorrere a ogni Suo comando, attenti ascoltatori ed esecutori della Sua parola. Fin dall’antichitร si considera che le schiere angeliche siano organizzate in una sorta di corte celeste, in cui questi esseri rivestono gradi e dignitร differenti. I tre Arcangeli occupano le sfere piรน alte di questa gerarchia e, anche se hanno compiti simili a quelli degli Angeli, i loro doveri sono piรน alti e importanti. La Chiesa pellegrina sulla terra, specialmente nella liturgia eucaristica, รจ associata alla loro schiera, che nella Gerusalemme Celeste canta la gloria di Dio. La Bibbia li ricorda con specifiche missioni: Michele รจ il guerriero che combatte contro Satana e i suoi emissari (Gd 9; Ap 12, 7; cfr Zc 13, 1-2), il difensore di coloro che amano Dio (Dn 10, 13.21), il protettore del popolo di Dio (Dn 12, 1). Gabriele รจ uno degli spiriti piรน vicini a Dio, davanti al suo Trono celeste (Lc 1, 19), colui che ha rivelato a Daniele i segreti del piano di Dio (Dn 8, 16; 9, 21-22), annunciato a Zaccaria la nascita di Giovanni Battista (Lc 1, 11-20) e a Maria quella di Gesรน (Lc 1, 26-38). Raffaele, infine, sta davanti al trono di Dio (Tb 12, 15; cfr Ap 8, 2), accompagna e protegge Tobia nel suo viaggio periglioso e guarisce suo padre dalla cecitร e la sua futura sposa dall’influsso del maligno. Agli Arcangeli sono attribuiti nomi particolari, perchรฉ anche dal modo di chiamarli appaia quale tipo di ministero รจ loro affidato. Nel Regno dei Cieli, nella piena conoscenza che scaturisce dalla visione di Dio onnipotente, gli Angeli non hanno nomi particolari, che contraddistinguano le loro persone, ma quando vengono a noi per qualche missione, prendono anche il nome dall'ufficio che esercitano. Michele, giร dal significato del nome (“Chi รจ come Dio?”), esprime l’onnipotenza del Creatore assieme all’umiltร dell’Arcangelo, come dice il papa e dottore della Chiesa San Gregorio I Magno (dal 590 al 604): “… Quando deve compiersi qualcosa che richiede grande coraggio e forza, si dice che รจ mandato Michele, perchรฉ si possa comprendere, dall’azione e dal nome, che nessuno puรฒ agire come Dio …”. Il Libro di Daniele lo chiama “il gran principe” che vigila sui figli del popolo di Dio e il libro dell’Apocalisse fa capire perchรฉ la Chiesa lo veneri come principe delle milizie celesti, avversario di Satana e degli altri Angeli ribelli: “… Scoppiรฒ quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme ai suoi angeli, ma non prevalse e non vi fu piรน posto per loro in cielo …” (Ap 12, 7-8). L'antico avversario che bramรฒ, nella sua superbia, di essere simile a Dio, dicendo: “… Salirรฒ in cielo, sulle stelle di Dio innalzerรฒ il trono, mi farรฒ uguale all'Altissimo …” (cf. Is 14, 13-14), alla fine del mondo sarร abbandonato a sรฉ stesso e condannato all'estremo supplizio. Dopo una visione mistica avuta verso il 1884, il pontefice Leone XIII (dal 1878 al 1903) compose una preghiera a San Michele che fu recitata al termine d’ogni Messa fino al 1964, quando cadde in disuso a livello liturgico. Gabriele, รจ scelto dall’Onnipotente per il messaggio centrale nella storia della salvezza: annunciare la nascita di Gesรน alla Vergine Maria, che onora chiamandola “Piena di grazia”, in perfetto accordo con la volontร divina. Egli veniva ad annunziare colui che si degnรฒ di apparire nell'umiltร per debellare le potenze maligne dell'aria, doveva dunque essere annunziato da “Fortezza di Dio” colui che veniva quale Signore degli eserciti e forte guerriero. Come riporta l’evangelista Luca, Gabriele aveva annunciato sei mesi prima la nascita di Giovanni Battista, apparendo nel tempio a Zaccaria, al quale si presentรฒ come “colui che sta al cospetto di Dio” (Lc 1, 19). La sua figura testimonia bene come Antico e Nuovo Testamento s’illuminino a vicenda: proprio lui spiega a Daniele la profezia delle “settanta settimane” (490 anni per l’esegesi) che sarebbero passate prima di “mettere i sigilli ai peccati, espiare l’iniquitร , stabilire una giustizia eterna, suggellare visione e profezia e ungere il Santo dei Santi” (cf. Dn 9, 21-27), prefigurazione della prima venuta di Cristo e della sua Redenzione. Portare l’annuncio di Dio รจ il compito che gli riconosce Daniele (8, 16 e 9, 21): annunziรฒ, infatti, la nascita del Battista e di Gesรน Cristo (Lc 1, 5-22. 26-38). Raffaele, infine, compare nel Libro di Tobia, dove si rivela inizialmente in forma umana con il nome di Azaria: รจ lui che accompagna Tobia nel viaggio per riscuotere un vecchio credito del padre, un uomo generoso nel fare elemosine e diventato cieco. Lungo il viaggio Raffaele aiuta Tobia a sposare Sara, lo esorta a pregare insieme con lei e ne libera il matrimonio dagli attacchi del diavolo, che fino allora aveva tormentato la giovane facendole morire tutti i mariti alla prima notte di nozze. Al ritorno a casa, il padre di Tobia guarisce dalla cecitร grazie alla sua intercessione. Prima di risalire in cielo, si rivela come Raffaele, “uno dei sette Angeli che sono sempre pronti a entrare alla presenza della gloria del Signore”. Con un versetto simile l’Apocalisse presenta gli angeli cui sono date le sette trombe all’apertura del settimo sigillo (Cf. libro Tb).
๐ผ๐๐๐๐๐๐๐: "๐ผ ๐ก๐๐ ๐ด๐๐๐๐๐๐๐๐" [๐๐๐ฃ๐ ๐ ๐ ๐ฃ๐๐๐๐๐ ๐๐๐ ๐ด๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐โ๐๐๐ (๐๐ ๐๐๐๐ก๐๐ ๐๐๐ ๐๐ ๐ ๐๐๐๐), ๐บ๐๐๐๐๐๐๐ (๐ ๐ ๐๐๐๐ ๐ก๐๐) ๐ ๐
๐๐๐๐๐๐๐ (๐ ๐๐๐ ๐ก๐๐) ๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐ฟ๐ข๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐], ๐๐๐๐ ๐'๐๐๐ก๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐ ๐ ๐ข ๐ก๐๐ฃ๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐ก๐, ๐๐๐๐๐ ๐๐๐ 1516, ๐๐๐ ๐๐๐ก๐ก๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐'๐๐๐๐๐๐๐ (๐๐๐๐๐ 1470-๐๐๐๐๐ 1549). ๐ฟ'๐๐๐๐๐ ๐ ๐ ๐ก๐๐๐ฃ๐ ๐๐๐๐ ๐ ๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐ก๐๐๐ ๐๐ ๐ต๐๐๐๐, ๐ ๐๐๐๐๐๐.
Roberto Moggi
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