π’πšπ§ π•πžπ§πœπžπ¬π₯𝐚𝐨

𝐎𝐠𝐠𝐒 - πŸπŸ– π¬πžπ­π­πžπ¦π›π«πž πŸπŸŽπŸπŸ“ - π—π—π•πˆ 𝐝𝐨𝐦𝐞𝐧𝐒𝐜𝐚 𝐝𝐞π₯ 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨 𝐨𝐫𝐝𝐒𝐧𝐚𝐫𝐒𝐨, π₯𝐚 π‚π‘π’πžπ¬πš 𝐫𝐒𝐜𝐨𝐫𝐝𝐚 π’πšπ§ π•πžπ§πœπžπ¬π₯𝐚𝐨, 𝐦𝐚𝐫𝐭𝐒𝐫𝐞 (che, quando questa data non cade di domenica, Γ¨ celebrato come memoria facoltativa). Vaclav o Venceslav (Venceslao) - questo il suo nome nella materna lingua ceca - nacque nel 907 circa a Praga, allora capitale del Ducato di Boemia (sostanzialmente corrispondente all’odierna Repubblica Ceca), sottoposto al Sacro Romano Impero. Figlio dei regnanti duchi Vratislao I e Drahomira o Dragomira, pagani, crebbe durante la prima diffusione del cristianesimo nel ducato, resa possibile dall’evangelizzazione avviata pochi decenni prima dai missionari e futuri santi Cirillo e Metodio. Sua nonna paterna (ma secondo altre fonti zia paterna) Ludmilla (860-921), giΓ  convertita alla fede in GesΓΉ e che sarebbe anch’essa divenuta santa, lo educΓ² cristianamente, pur se avversata decisamente soprattutto da Drahomira, madre di Venceslao. Nel 921, alla prematura morte del padre, era ancora troppo giovane per guidare il suo Paese e cosΓ¬ la madre ne assunse la reggenza, promuovendo una serie di misure molto ostili al culto cattolico, alla sua diffusione e al suo insegnamento. Il 15 settembre 921, in una congiura attuata con altri nobili di religione pagana, Drahomira fece strangolare Ludmilla, che si era volontariamente ritirata, dedita a una vita contemplativa e alla preghiera, nel castello di TetΓ­n (Boemia). CercΓ², inoltre, senza riuscirvi, di favorire la salita al trono del figlio piΓΉ piccolo, Boleslao, ritenuto piΓΉ manipolabile e comunque non influenzato dalla dottrina cristiana. Le cose, perΓ², cambiarono quando Venceslao raggiunse l’etΓ  per governare e salΓ¬ al trono col nome di Venceslao I. Il giovane si adoperΓ² per ristabilire l’ordine in Boemia e ne riprese l’opera di cristianizzazione, mostrando subito d’essere un fedele discepolo di GesΓΉ. RiscattΓ² una moltitudine di schiavi pagani in vendita a Praga e li fece battezzare. Digiunava, partecipava con fervore alle funzioni religiose, portava il cilicio e si faceva apprezzare per il coraggio e per la fede. Quando il Principe Radislao, sovrano di un vicino Principato, invase alla testa del proprio esercito le sue terre, Venceslao lo affrontΓ² e, per evitare di spargere il sangue di tanti soldati, lo sfidΓ² a duello, uscendone vincitore. Dovette anche scontrarsi con quella parte di nobiltΓ  che era rimasta pagana, come la madre e il fratello Boleslao, il quale tentΓ² piΓΉ volte di ucciderlo e infine ci riuscΓ¬ con un vile complotto. Quest’ultimo, infatti, invitΓ² Venceslao nel proprio castello di StarΓ‘ Boleslav (Boemia) e, la mattina del 28 settembre 935, mentre il fratello si recava in chiesa, lo assalΓ¬ a tradimento alle spalle, armato di spada e con l’appoggio dei suoi sgherri. La tradizione narra che Venceslao parΓ² con la spada il vile assalto e avrebbe potuto colpire e uccidere l’aggressore, evitando di farlo per non spargere sangue fraterno. Fu cosΓ¬ assassinato dagli sgherri del germano, che lo colpirono ripetutamente con le spade. MorΓ¬ senza odio e perdonando tutti, rimettendo la propria anima nelle mani del Creatore, mentre il suo sangue sparso sul pavimento, prodigiosamente, non potΓ© mai essere lavato restando chiaramente visibile. Poco dopo l’efferato fratricidio, Boleslao si pentΓ¬, si convertΓ¬ e si adoperΓ² in prima persona per favorire la diffusione del cristianesimo in Boemia. Il corpo di Venceslao fu poi sepolto a Praga, nella cattedrale di San Vito, dove cominciΓ² subito la sua venerazione, mentre la sua fama di santitΓ  si diffondeva ovunque. Oggi Γ¨ il santo protettore della Repubblica Ceca.
πΌπ‘šπ‘šπ‘Žπ‘”π‘–π‘›π‘’: "π‘‰π‘’π‘›π‘π‘’π‘ π‘™π‘Žπ‘œ 𝐼, π‘‘π‘’π‘π‘Ž 𝑑𝑖 π΅π‘œπ‘’π‘šπ‘–π‘Ž", π‘œπ‘™π‘–π‘œ 𝑠𝑒 π‘‘π‘’π‘™π‘Ž π‘‘π‘–π‘π‘–π‘›π‘‘π‘œ, π‘‘π‘Ÿπ‘Ž 𝑖𝑙 1627 𝑒𝑑 𝑖𝑙 1630, π‘‘π‘Žπ‘™ π‘π‘–π‘‘π‘‘π‘œπ‘Ÿπ‘’ π‘Ÿπ‘œπ‘šπ‘Žπ‘›π‘œ π΄π‘›π‘”π‘’π‘™π‘œ πΆπ‘Žπ‘Ÿπ‘œπ‘ π‘’π‘™π‘™π‘– (1585-1652). 𝐿'π‘œπ‘π‘’π‘Ÿπ‘Ž 𝑠𝑖 π‘‘π‘Ÿπ‘œπ‘£π‘Ž π‘Žπ‘‘π‘‘π‘’π‘Žπ‘™π‘šπ‘’π‘›π‘‘π‘’ π‘π‘Ÿπ‘’π‘ π‘ π‘œ 𝑖𝑙 πΎπ‘’π‘›π‘ π‘‘β„Žπ‘–π‘ π‘‘π‘œπ‘Ÿπ‘–π‘ π‘β„Žπ‘’π‘  π‘€π‘’π‘ π‘’π‘’π‘š (π‘€π‘’π‘ π‘’π‘œ 𝑑𝑖 π‘†π‘‘π‘œπ‘Ÿπ‘–π‘Ž 𝑑𝑒𝑙𝑙'π΄π‘Ÿπ‘‘π‘’), π‘Ž π‘‰π‘–π‘’π‘›π‘›π‘Ž (π‘π‘Žπ‘π‘–π‘‘π‘Žπ‘™π‘’ 𝑑𝑒𝑙𝑙'π΄π‘’π‘ π‘‘π‘Ÿπ‘–π‘Ž).
Roberto Moggi 
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