๐๐๐ง ๐๐ฅ๐๐จ๐๐, ๐๐ข๐ฌ๐๐๐ฉ๐จ๐ฅ๐จ ๐๐ข ๐๐๐ฌ๐ฎ̀
๐๐ ๐ ๐ข - ๐๐ ๐ฌ๐๐ญ๐ญ๐๐ฆ๐๐ซ๐ ๐๐๐๐ - ๐ ๐ข๐จ๐ฏ๐๐๐ข̀ ๐๐๐ฅ๐ฅ๐ ๐๐๐ ๐ฌ๐๐ญ๐ญ๐ข๐ฆ๐๐ง๐ ๐๐๐ฅ ๐ญ๐๐ฆ๐ฉ๐จ ๐จ๐ซ๐๐ข๐ง๐๐ซ๐ข๐จ, ๐ฅ๐ ๐๐ก๐ข๐๐ฌ๐ ๐ซ๐ข๐๐จ๐ซ๐๐, ๐ญ๐ซ๐ ๐ข ๐ฏ๐๐ซ๐ข ๐ฌ๐๐ง๐ญ๐ข ๐ ๐๐๐๐ญ๐ข, ๐๐๐ง ๐๐ฅ๐๐จ๐๐, ๐๐ข๐ฌ๐๐๐ฉ๐จ๐ฅ๐จ ๐๐ข ๐๐๐ฌ๐ฎ̀. Cleofa (indicato talvolta come Cleopa, Cleofe o Clopa) รจ il suo nome in latino (uguale all’italiano), derivante dal nome ebraico Halphai (nella sua traslitterazione nel nostro alfabeto), che si pronuncia Alfeo. Era uno dei due noti “Discepoli di Emmaus” di cui parla Luca nella parte finale del suo Vangelo (Cf. Lc 24, 13-35). Racconta l’evangelista Luca, che lo stesso giorno della Risurrezione del Signore, Cleofa e un suo compaesano del quale non specifica il nome, entrambi giร discepoli di Gesรน, anche se non appartenenti alla ristretta cerchia dei Dodici, tornavano da Gerusalemme alla loro casa nel paese natio di Emmaus, distante circa 11 chilometri. Lungo la strada discutevano tristemente della morte del Messia e delle voci circa il ritrovamento della sua tomba vuota, quando furono raggiunti e accompagnati lungo il tragitto da quello che per loro era uno sconosciuto (in realtร Cristo Risorto), che gli chiese di cosa stessero parlando. Cleofa rispose raccontando tutti gli ultimi drammatici avvenimenti accaduti a Gerusalemme, riguardanti la vita terrena del Maestro fino alla sua crocifissione e morte, stupendosi dell’apparente ignoranza del viandante su tali fatti di cui tutti parlavano. Disse Cleofa fra l’altro, unitamente al compagno: “… Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele …” (Lc 24, 21). Parole che manifestano la delusione comune dei due in quell’ora di prova, aggiungendo alla fine: “… Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli รจ vivo ...” (Lc 24, 22-23). Da questo spiraglio di speranza che balena in Cleofa, Gesรน, non ancora riconosciuto, fa penetrare la luce della “Buona novella”, spiegando loro le Scritture che parlavano proprio di quegli eventi. Giunti a Emmaus, Cleofa e il suo amico offrirono ospitalitร allo “sconosciuto” per la notte, dicendo: “… Resta con noi, perchรฉ si fa sera e il giorno รจ ormai al tramonto …” (Lc 24, 29). Il Signore accettรฒ e, sedutosi a tavola con loro, gli si rivelรฒ attraverso un gesto molto simbolico, ovvero “allo spezzare del pane” (Lc 24, 30-31) precedentemente benedetto, il segno eucaristico dell’ultima cena, cui perciรฒ anche Cleofa dovette verosimilmente essere presente. Tuttavia, non รจ questo il solo privilegio di cui poteva andare fiero. Se guardiamo l’etimologia del suo nome, scopriamo - come giร accennato all’inizio - che Cleofa e Alfeo sono rispettivamente la trascrizione e la pronuncia del nome ebraico Halphai, oppure due nomi portati dalla stessa persona. Ritengono pertanto taluni studiosi delle Scritture, che, perciรฒ, Cleofa-Alfeo possa essere il padre di Giacomo il Minore e di Giuseppe, fratelli, cioรจ cugini, del Signore. In effetti, nel Vangelo di Giovanni, Maria, madre di Giacomo e Giuseppe, รจ detta sposa di Cleofa e sorella, in senso piรน o meno proprio, della Madre di Gesรน. La sua fortunata posizione in seno alla famiglia del Signore sembra abbia altri risvolti. Lo storico e scrittore ebreo Sant’Egesippo (110-180), afferma che Cleofa รจ fratello di San Giuseppe e padre di Giuda e Simone, quest’ultimo eletto a succedere a Giacomo il Minore come vescovo di Gerusalemme. Tirando le somme, numerosi esegeti e agiografi ritengono di potere ragionevolmente identificare, nel discepolo di Emmaus, il Cleofa che Giovanni evangelista dice marito della sorella della Madonna, quella Maria di Cleofa presente con le altre pie donne al dramma del Calvario. Poichรฉ Maria di Cleofa รจ madre di Giacomo il Minore, di Giuseppe, di Giuda e di Simone, ne segue che Cleofa, in base a questa tesi, sarebbe loro padre. Il genitore, dunque, secondo le interpretazioni bibliche e tradizioni cristiane, di ben tre apostoli. Secondo il vescovo e scrittore greco antico Eusebio di Cesarea (265-340), nonchรฉ il biblista, traduttore, teologo, monaco cristiano e dottore della Chiesa San Girolamo (347-420), Cleofa era nativo di Emmaus, dove, secondo un’antica tradizione, egli, divenuto “predicatore della risurrezione”, fu trucidato dai suoi compaesani, intolleranti del suo zelo e della sua certezza di fede nel Messia Risorto, morendo martire nel I secolo. San Girolamo ci assicura che giร nel IV secolo la sua casa natale era stata trasformata in chiesa. Il Martirologio Romano ha inserito il suo nome nella data odierna e ne conferma il martirio avvenuto per mano dei Giudei.
๐ผ๐๐๐๐๐๐๐: "๐ฟ๐ ๐ ๐ก๐๐๐๐ ๐๐๐ ๐ธ๐๐๐๐ข๐ " (๐๐๐ฃ๐ ๐ ๐ ๐๐๐๐ ๐ก๐๐ ๐ ๐ ๐ฃ๐๐๐ ๐บ๐๐ ๐ข̀ ๐ฃ๐๐ ๐ก๐๐ก๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐, ๐๐ ๐๐๐๐ก๐๐ ๐'๐๐๐๐๐๐๐ "๐ท๐๐ ๐๐๐๐๐๐ ๐๐ ๐ธ๐๐๐๐ข๐ " ๐ ๐ ๐๐๐ ๐ก๐๐ ๐ถ๐๐๐๐๐), ๐๐๐๐ ๐ ๐ข ๐ก๐๐ฃ๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐ก๐, ๐ก๐๐ ๐๐ 1516 ๐๐ ๐๐ 1517 ๐๐๐๐๐, ๐๐๐ ๐๐๐ก๐ก๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐ด๐๐ก๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐ (1490-1543). ๐ฟ'๐๐๐๐๐ ๐ ๐ ๐ก๐๐๐ฃ๐ ๐๐ก๐ก๐ข๐๐๐๐๐๐ก๐ ๐๐๐๐ ๐ ๐ ๐๐ ๐๐๐ก๐๐๐๐๐ ๐บ๐๐๐๐๐๐ฆ (๐บ๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐ง๐๐๐๐๐๐) ๐๐ ๐๐๐ ๐ก๐๐๐๐ ๐ก๐๐, ๐ ๐ฟ๐๐๐๐๐ (๐ผ๐๐โ๐๐๐ก๐๐๐๐).
Roberto Moggi
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