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Potรจ studiare in modo adeguato a quello che era, nonostante la decadenza della casata, il suo nobile lignaggio. Nel paese natale frequentรฒ la scuola primaria e la formazione catechistica parrocchiale fino al 1567, per poi frequentare un triennio di studi umanistici nella vicina cittadina di Estadilla, sempre mostrando una forte fede e predisposizione alla vita spirituale. Entrรฒ quindi nell'universitร  di Lerida, in Catalogna, iscrivendosi alle facoltร  di filosofia e di diritto canonico e civile, che l’avrebbe laureato “Juris Utriusque Doctor”, che in latino significa “Dottore in entrambi i diritti”. A un certo punto, perรฒ, si sentรฌ irresistibilmente chiamato al sacerdozio e ne parlรฒ in famiglia, incontrando subito l'opposizione del padre, che avrebbe voluto per lui un’onorata e remunerativa carriera militare da ufficiale. Tuttavia, quando il genitore si rese conto della forte e sincera vocazione del figlio, ma soprattutto della sua determinazione, cedette e gli permise di entrare nel seminario di Lerida. Cosรฌ, nel 1575, a diciotto anni, iniziรฒ il cammino verso il sacerdozio, che portรฒ avanti e concluse nella stessa cittร , ricevendo, il 17 dicembre 1583, gli ordini sacri dal competente vescovo di Urgel, diocesi sempre in Catalogna. Una volta sacerdote, per quasi un decennio ebbe vari incarichi, fu vicario del distretto di Tremp (Catalogna) e in seguito vicario generale di tutta la diocesi di Urgel, trovando anche il tempo per completare gli studi di teologia a Barcellona, capitale della Catalogna. Nel 1592, partรฌ via mare per Roma, ufficialmente per sistemare alcune importanti pratiche del suo vescovo, ma - secondo taluni agiografi - anche nella speranza di procurarsi, attraverso la potente Curia Romana, un qualche canonicato vacante nella diocesi di provenienza. Si sa comunque che in quella missione, dietro decisione del suo presule - che ne aveva grande stima e gli accordava totale fiducia - gli furono affidate altresรฌ le relazioni diocesane preparate per la “Visita ad limina” alla Santa Sede del medesimo primate (con tal espressione s’intende indicare l'incontro che, ogni cinque anni, i vescovi di tutto il mondo hanno in Vaticano con il Papa per illustrare quali siano le particolaritร  che contraddistinguono la loro diocesi dal punto di vista religioso, sociale e culturale). Salpรฒ da Barcellona e sbarcรฒ nel porto italiano di Civitavecchia (nel Lazio, appartenente allo Stato della Chiesa), da dove raggiunse la Capitale della Cristianitร . Qui, divenuto il teologo del cardinale Marcantonio Colonna (1523-1597) e il precettore dei nipoti dell'altro porporato Ascanio Colonna (1560-1608), per cinque anni, fino al 1597 circa, si adoperรฒ inutilmente per ottenere la concessione di un canonicato nella patria diocesi. Mentre cercava di realizzare tale desiderio, nel 1595 s’iscrisse alla “Arciconfraternita dei Dodici Apostoli” e, per incarico di questa, visitรฒ e soccorse a domicilio molti poveri e malati in diversi miseri rioni popolari dell’Urbe. Fu cosรฌ che conobbe a fondo la miserevole condizione morale e sociale nella quale si dibatteva una gran quantitร  di famiglie del popolo. Rimase molto turbato dal gran numero di sfortunati ragazzi e ragazze, spesso orfani o abbandonati a sรฉ stessi, che vagavano per le strade della cittร  commettendo ogni sorta di male per sopravvivere, dediti al furto, alla rapina e al meretricio. Fu cosรฌ che, illuminato dallo Spirito Santo, ebbe la sua grande intuizione, comprendendo che dando loro assistenza materiale, istruzione e una formazione cristiana, quei ragazzi avrebbero potuto evitare di delinquere e di finire nelle tetre carceri o sulla forca, migliorando la societร . In questo modo, giunse a scoprire e a scegliere definitivamente il proprio carisma vocazionale all’interno del sacerdozio, quello dell’educazione della gioventรน abbandonata. Nel 1597, visitando il popolino del popolare quartiere di Trastevere, giunto alla chiesa di Santa Dorotea scoprรฌ una piccola scuola organizzata da alcuni membri della “Confraternita della Dottrina Cristiana”, all’interno di due angusti locali ceduti gratuitamente dal parroco. Giuseppe non ebbe dubbi, era ciรฒ che cercava, e subito si unรฌ a questi benefattori, iscrivendosi alla loro confraternita. Prese molto sul serio i compiti assegnatigli nella scuola, tanto da divenirne molto presto il responsabile. Ottenne cosรฌ che la scuola fosse riservata ai tantissimi poveri in modo totalmente gratuito. In questo modo cambiรฒ programma di vita e iniziรฒ una scuola popolare cristiana senza alcun onere economico per i ragazzi, che, al plurale, chiamรฒ "Scuole Pie". Il Signore lo aveva illuminato e i motivi personali e utilitaristici che lo avevano portato a Roma furono rinnegati e per sempre abbandonati. Aveva scoperto la sua vera vocazione e si era convertito a un nuovo modo di servire Dio, che non avrebbe lasciato mai piรน. Al riguardo ebbe a dire: “… Ho trovato in Roma la maniera definitiva di servire Dio, facendo del bene ai piccolini. Non la lascerรฒ per nessuna cosa al mondo …”. Questo significรฒ l’inizio delle Scuole Pie e rappresentรฒ anche l'inizio della scuola davvero per tutti, senza ricerca di denaro. In breve tempo, il crescente numero degli alunni impose di lasciare le due stanzette di Santa Dorotea e di migrare al centro di Roma, in vari edifici piรน capienti, finchรฉ, nel 1612, la sede passรฒ definitivamente a Palazzo Torres, nei pressi dell’attuale chiesa di San Pantaleo, vicino a Piazza Navona. Nel 1617, infine, per dare continuitร  alla scuola, Calasanzio fondรฒ l'Ordine Religioso dei “Chierici Regolari Poveri della Madre di Dio delle Scuole Pie”, piรน semplicemente detto “delle Scuole Pie”, i cui aderenti sono detti Padri “Scolopi” [vocabolo composto dal latino “schola” (scuola) e “pius” (pio), con riferimento alla denominazione “Scuole Pie”], con il fine principale di educare e istruire i giovani piรน bisognosi, piรน semplicemente chiamato Ordine dei Poveri della Madre di Dio, per esprimere la sua totale dedicazione all'educazione dei ragazzi poveri. In questa circostanza assunse anche il nome religioso di Giuseppe della Madre di Dio. Le difficoltร  incontrate sul suo cammino furono molte, ad esempio la resistenza della Curia Pontificia, le ostilitร  interne o il pessimismo di alcuni collaboratori. Ciรฒ nonostante, Giuseppe seppe mantenere quell’ammirabile serenitร  che traspare continuamente dalle sue lettere convinto com’era che tutto fosse opera di Dio e della Vergine Maria. L’amore per la cultura lo spinse ad accogliere gli insegnamenti del filosofo, teologo, poeta e frate domenicano Tommaso Campanella (1568-1639) e sollecitรฒ i Padri che operavano in Toscana a formarsi alla scuola del fisico, astronomo, filosofo, matematico, accademico e padre della scienza moderna Galileo Galilei (1564-1642) e a dargli assistenza negli ultimi anni della sua vita. Morรฌ serenamente a Roma, a novantuno anni, il 25 agosto 1648 e fu sepolto sotto l’altare maggiore della chiesa di San Pantaleo, oggi - in suo onore - dei Santi Pantaleo e Giuseppe Calasanzio, presso Piazza Navona nel pieno centro di Roma. La Chiesa riconobbe le virtรน del sacerdote dei cui si puรฒ ben dire che "nato per educare" sia il motto piรน adatto alla sua vita. Papa Clemente XIII lo dichiarรฒ santo nel 1767 e il Pontefice Pio XII, lo nominรฒ Patrono delle scuole popolari cristiane. 
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Roberto Moggi 
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