π’πšπ§π­πš 𝐌𝐨𝐧𝐒𝐜𝐚, 𝐦𝐚𝐝𝐫𝐞 𝐝𝐒 π’πšπ§π­’𝐀𝐠𝐨𝐬𝐭𝐒𝐧𝐨

𝐎𝐠𝐠𝐒 - πŸπŸ• 𝐚𝐠𝐨𝐬𝐭𝐨 πŸπŸŽπŸπŸ“ - 𝐦𝐞𝐫𝐜𝐨π₯𝐞𝐝𝐒̀ 𝐝𝐞π₯π₯𝐚 π—π—πˆ 𝐬𝐞𝐭𝐭𝐒𝐦𝐚𝐧𝐚 𝐝𝐞π₯ 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨 𝐨𝐫𝐝𝐒𝐧𝐚𝐫𝐒𝐨, π₯𝐚 π‚π‘π’πžπ¬πš 𝐜𝐞π₯πžπ›π«πš π₯𝐚 𝐦𝐞𝐦𝐨𝐫𝐒𝐚 𝐨𝐛𝐛π₯𝐒𝐠𝐚𝐭𝐨𝐫𝐒𝐚 𝐝𝐒 π’πšπ§π­πš 𝐌𝐨𝐧𝐒𝐜𝐚, 𝐦𝐚𝐝𝐫𝐞 𝐝𝐒 π’πšπ§π­’𝐀𝐠𝐨𝐬𝐭𝐒𝐧𝐨 (𝐟𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐩𝐞𝐫 π₯’𝐎𝐫𝐝𝐒𝐧𝐞 𝐝𝐒 π’πšπ§π­’𝐀𝐠𝐨𝐬𝐭𝐒𝐧𝐨). Monica - questo il suo nome latino, invariato in italiano - nacque verso il 331 o 332 in quella che era la Provincia Romana d’Africa, oggi corrispondente pressappoco alla Tunisia settentrionale e centrale, alla costa orientale dell'Algeria e alla costa occidentale della Libia, parte dell'Impero Romano con capoluogo Carthago (Cartagine), che, nonostante le origini berbere e puniche, era profondamente influenzata dalla cultura romano-ellenistica. Suo paese natale fu probabilmente la piccola Tagaste (oggi Souk Ahras, nell’Algeria settentrionale), che si trovava circa settanta chilometri a sud-est della piΓΉ nota Ippona (l’odierna Annaba, nella medesima zona). Monica proveniva da una famiglia berbera cristiana di buone condizioni economiche, il che suggerisce che, benchΓ© l’idioma berbero fosse la sua lingua d'uso quotidiano e quella che parlava in famiglia, specialmente in un contesto rurale come quello di Tagaste, comunicasse bene e abitualmente sia in Latino ufficiale che in Greco, lingue diffuse a livello amministrativo e culturale. Ebbe modo di studiare e acquisire una buona cultura, particolarmente sulla Bibbia. Intelligente, affettuosa e di carattere forte, giovanissima fu data in sposa al suo concittadino pagano Patricius (Patrizio), modesto proprietario terriero dal carattere “difficile”, collerico e d’indole infedele. Il 13 novembre 354, a ventidue anni, diede alla luce a Tagaste il figlio primogenito Aurelius Augustinus (Aurelio Agostino), comunemente chiamato col solo secondo nome. Ebbe poi un altro figlio, che venne chiamato Navigium (Navigio), e infine una figlia di cui ignoriamo il nome, dei quali le fonti, purtroppo, non forniscono ulteriori dettagli sugli anni di nascita o sulla distanza temporale tra le rispettive venute al mondo. Monica, pur dotata di una fortissima fede, con deducibile dolore fu privata della gioia di fare battezzare alla nascita i propri figli perchΓ© il loro padre, Patrizio, era pagano e si rifiutΓ² categoricamente di concedere il necessario assenso da capofamiglia. Si sa comunque che impartΓ¬ a tutti e tre un'educazione profondamente cristiana. Anche la sua vita matrimoniale non fu facile, ma, mediante la sua instancabile e fiduciosa preghiera, oltre che alla sua indole mite e dolce ammantata d’umiltΓ , riuscΓ¬ infine a vincere le “asprezze caratteriali” del marito, che nel 371 si convertΓ¬ al cristianesimo e si battezzΓ², prima di morire l'anno seguente. Dopo questo lutto, Monica, che aveva trentanove anni, dovette prendere in mano la cura dei figli e l’mministrazione della casa e dei beni di famiglia. In quegli anni, nonostante tutti i suoi sforzi per non farlo deviare dalla retta via, sempre accompagnando l’azione con l’incessante e fervorosa preghiera, soffrΓ¬ molto per la condotta dissoluta e libertina del primogenito Agostino. Egli, infatti, dotato di una vivace intelligenza, pur studiando con passione e profitto, si dimenticΓ² in quegli anni degli insegnamenti cristiani ricevuti dalla madre e che ella gli ricordava sempre. Sedotto dalla cupidigia del mondo, si diede a una vita sregolata, dedita ai vizi e alla concupiscenza della carne, finendo per accostarsi all’Eresia Manicheista, dottrina spirituale elaborata dal persiano Mani (da cui prese il nome) nel III secolo, fondata soprattutto sull'identificazione di due principi assoluti: il bene e il male, in perpetuo e insanabile contrasto tra loro. Non pago - sempre inconsciamente alla ricerca della VeritΓ  che Γ¨ Dio - si avvicinΓ² in seguito alla Filosofia Neoplatonista, una particolare interpretazione del pensiero di Platone (da cui il termine) che venne redatta in etΓ  ellenistica, e che riassume in sΓ© diversi altri elementi della filosofia greca, diventando la principale scuola filosofica antica dal III secolo. Nel 383 Agostino, all'etΓ  di ventinove anni, cedette all'irresistibile attrazione che l'Italia e la sua cultura avevano per tanti giovani come lui e decise di imbarcarsi a Cartagine per raggiungerla. Si recΓ² nel grande porto africano in compagnia della madre Monica, che sempre orante cercava di conquistarlo definitivamente a Cristo. Qui Monica, l’anno successivo, dovette subire anche l’ulteriore amarezza dell’imbarco del figlio nottetempo, di nascosto mentre lei dormiva, senza essere minimamente avvertita, rimanendo sola in quella cittΓ . PassΓ² la notte in lacrime, pregando sulla tomba del vescovo di Cartagine Cipriano (morto martire nel 258), futuro santo. Infine, nel 385, anch’essa si imbarcΓ² dalla stessa cittΓ  per Ostia, il porto di Roma (oggi quartiere marittimo della Capitale), da dove poi raggiunse il figlio a Mediolanum (oggi Milano, capoluogo della regione Lombardia), che era capitale dell'Impero Romano d'Occidente e importante centro politico, militare ed economico, dove Agostino ricopriva una cattedra di retorica e si era riavvicinato al cristianesimo. Qui, infatti, Agostino aveva avuto la grazia di conoscere il locale vescovo Ambrogio (forse 334-397), grande teologo, futuro santo e dottore della Chiesa, che, attraverso le sue catechesi lo aveva conquistato a GesΓΉ. Monica era sempre attenta, con l’esempio, la parola e la preghiera, alla conversione del figlio, non tralasciando di discorrere con lui e altri familiari di filosofia e cose spirituali, sempre con grande sapienza, al punto che Agostino volle trascrivere nei suoi scritti le parole sapienti della madre. Questo suo modo di fare, finalizzato a “scuotere” l’anima del figlio, era per altro meritorio quanto particolare, perchΓ© all'epoca alle donne non era permesso prendere la parola in una pubblica discussione. Era sempre attenta a lui, studioso brillante e molto intelligente, ma ancora materialista, osservandone il percorso di vita, mentre pregava con fervore che si convertisse definitivamente a Cristo. Donna coraggiosa, credente e molto cosciente del suo ruolo sociale, orientΓ² tutta la sua vita sulla fede in Dio. Sognava per i figli un futuro sereno e florido - come ogni mamma al mondo - ma, come spesso accade, le cose non andarono come le aveva sperate, imparando allora ad affidarsi totalmente a Dio, alla Sua Santa VolontΓ , a rispettare i Suoi tempi e a non sostituirsi a Lui, sperimentando una personale conversione. Per molti anni, instancabilmente e con immutata fiducia nel Sommo Creatore, pregΓ² perchΓ© il cuore e la mente di Agostino finalmente si aprissero e potesse avere un incontro autentico con Cristo. Si spostΓ² poi, sempre accanto al figlio, a Cassiciaco presso Milano (oggi Cassago Brianza, in provincia di Lecco, nella regione Lombardia), ove Agostino, sempre piΓΉ tornato in seno al cristianesimo, si preparava al proprio battesimo, che gli fu amministrato proprio da Sant’Ambrogio il 25 aprile 387. Insomma, tanto fece che il miracolo ci fu. Il suo amore materno e le sue preghiere incessanti avevano favorito la conversione di Agostino e, forte di questa grazia ricevuta, Monica pensΓ² che fosse giunta l’ora di tornare a casa e, nel 397, lasciΓ³ Milano diretta a Roma in compagnia di Agostino, per imbarcarsi per l’Africa al porto di Ostia. Qui affittΓ² unitamente al figlio una casa, in attesa della prima nave utile. Fu, questa sosta, un periodo carico di intensi e profondi dialoghi spirituali tra i due, che Agostino riportΓ² in seguito nel suo noto libro “Le Confessioni”. Il 27 agosto 397, nella cittadina portuale laziale, durante l’attesa della nave, Monica si ammalΓ³ forse di malaria e in soli nove giorni morΓ¬, all'etΓ  di cinquantasei anni, La sua fedeltΓ  al Signore era stata premiata, proprio con la morte corporale e la nascita al Cielo. Infatti, in una delle parti piΓΉ toccanti delle sue predette “Confessioni”, Agostino riferisce come sua madre abbia identificato chiaramente la propria missione di vita con il riportare alla fede i propri figli. Inoltre, a Ostia, non molto prima di rendere l’anima al Creatore, disse al primogenito: “… Figlio, nulla in questo mondo mi dΓ  diletto. Non so cos’altro devo fare o perchΓ© sono ancora qui, visto che tutte le mie speranze in questo mondo si sono realizzate. Avevo una ragione per voler vivere un po’ di piΓΉ: vederti diventare cristiano prima di morire. Dio ha effuso i suoi doni su di me a questo riguardo, perchΓ© so che hai rinunciato alla felicitΓ  terrena per essere suo servo. E allora cosa faccio qui? …”. Alcuni giorni dopo queste confidenze, quando si ammalΓ², accorgendosi che non sarebbe sopravvissuta alla malattia, disse ad Agostino e al fratello di seppellirla sul posto senza preoccuparsi dei suoi resti mortali, chiedendo perΓ² un favore: “… Ricordami all’altare del Signore ovunque tu sia …”. Monica era una donna capace di realizzare, di rendere piΓΉ umane le persone che aveva accanto a sΓ©. GuidΓ² il marito verso la fede cristiana, accompagnΓ² i figli nelle loro vicissitudini. Insomma, la madre di Agostino Γ¨ il modello di una donna riuscita, che ha lentamente maturato la sua santitΓ . Desiderando che il figlio aderisse al credo cattolico, piΓΉ volte il suo intervento di madre Γ¨ stato in qualche modo invadente, ma, guidata da Dio, anche attraverso incontri provvidenziali, comprese che il suo atteggiamento doveva essere diverso, capΓ¬ che la sua presenza accanto al figlio doveva essere discreta, che le sue preghiere sarebbero state esaudite, ma secondo i disegni di Dio. Monica, la madre credente, Γ¨ prima di tutto sorella nella fede del figlio Agostino, fiorito quando lei ha smesso di essere una presenza eccessiva. Monica, dunque, insegna alle donne di oggi a essere madri pazienti, capaci di attendere, con piena fiducia in Dio, che i figli maturino secondo tempi propri. Insegna, anche, a essere mogli virtuose e a pregare incessantemente, senza stancarsi, perchΓ© Dio esaudisce oltre ogni aspettativa. Monica, infatti, santa patrona delle persone che vivono un matrimonio difficile e che hanno figli caratterialmente e socialmente problematici, Γ¨ l’amica consolatrice in Cielo, potente nell'intercessione, che comprende pienamente la disperazione dei genitori che si sentono impotenti e confusi mentre guardano i figli allontanarsi dalla Chiesa e perdersi nei vizi del mondo. Monica Γ¨ venerata come santa dalla Chiesa cattolica, non per un atto di canonizzazione specifico, ma per il riconoscimento del suo culto e della sua santitΓ  attraverso i secoli, legata alla sua vita alla sequela di Cristo come madre di Sant'Agostino, una basilare figura della Chiesa. Il suo corpo fu inizialmente tumulato nella chiesa di Sant'Aurea di Ostia, ma, il 9 aprile 1430, le sue reliquie furono trasferite a Roma nella centralissima basilica di Sant'Agostino in Campo Marzio.
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Roberto Moggi 
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