π’πšπ§ π‘πšπ’π¦π¨π§ππ¨ 𝐍𝐨𝐧𝐧𝐚𝐭𝐨, 𝐫𝐞π₯𝐒𝐠𝐒𝐨𝐬𝐨

𝐎𝐠𝐠𝐒 - πŸ‘πŸ 𝐚𝐠𝐨𝐬𝐭𝐨 πŸπŸŽπŸπŸ“ - π—π—πˆπˆ 𝐝𝐨𝐦𝐞𝐧𝐒𝐜𝐚 𝐝𝐞π₯ 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨 𝐨𝐫𝐝𝐒𝐧𝐚𝐫𝐒𝐨, π₯𝐚 π‚π‘π’πžπ¬πš 𝐫𝐒𝐜𝐨𝐫𝐝𝐚, 𝐭𝐫𝐚 𝐒 𝐯𝐚𝐫𝐒 𝐬𝐚𝐧𝐭𝐒 𝐞 π›πžπšπ­π’, π’πšπ§ π‘πšπ’π¦π¨π§ππ¨ 𝐍𝐨𝐧𝐧𝐚𝐭𝐨, 𝐫𝐞π₯𝐒𝐠𝐒𝐨𝐬𝐨. Ramon (Raimondo), Γ¨ il suo nome di battesimo sia in catalano che in spagnolo, mentre “Nonnato” (“Nonat” in catalano) Γ¨ semplicemente un soprannome, significante letteralmente, anche nel suo idioma materno: “Non nato”. Questo nomignolo gli fu dato, secondo la tradizione, poichΓ© non venne al mondo con un parto regolare, ma con una sorta di “taglio cesareo”, tramite il quale venne estratto dal ventre della madre, morta il giorno precedente durante un viaggio, utilizzando un'arma da taglio. CiΓ² sarebbe stato fatto nelle campagne di Portell, nella regione catalana di Lleida allora appartenente al Regno d’Aragona (oggi Spagna), tra gli anni 1200 e 1204, ad opera del capofamiglia dell’altolocata casata dei Cardona (imparentata con la sua famiglia d’origine, nobile ma decaduta) che, dopo avere eseguito il taglio con la sua spada, lo avrebbe fatto venire alla luce. Nella sua terra d’origine, da poco liberata dalla lunga dominazione arabo-musulmana, Raimondo visse il clima euforico dei tempi eroici della cosiddetta “Reconquista” (testualmente “Riconquista”, la prolungatissima e travagliata lotta armata, compresa tra il 711 e il 1492 circa, guidata dall’alleanza dei re di Navarra, Aragona e Castiglia, finalizzata alla liberazione della Penisola Iberica dalla dominazione islamica). In gioventΓΉ, essendo la sua casata degradata e impoverita, fu costretto a fare il pastore e portava il gregge nei pascoli attorno al suo paese fino a una cappella campestre in cui si venerava la Vergine Maria, ove s’intratteneva lungamente in preghiera. In quegli anni, infervorato per la causa della redenzione dei cristiani ancora sottoposti al giogo arabo, nei territori iberici non ancora liberati, rimase affascinato dall’idea del presbitero francese Pierre de Nolasque [Pietro Nolasco (circa 1180-1256)], futuro santo, che - anche nella sua zona - cercava uomini coraggiosi e timorati di Dio per fondare un ordine monastico di “Cavalieri della Mercede”, con lo scopo di riscattare i cristiani fatti prigionieri dai musulmani. CosΓ¬, quando il 10 agosto 1218, nella cattedrale di Barcellona (capoluogo della Catalogna), Nolasco fondΓ² l’ordine che chiamΓ² “di Santa Maria della Mercede”, con un rito solenne alla presenza del re d’Aragona e del canonico e frate domenicano Ramon de Penafort [Raimondo di Penafort (1175-1275)], anch’egli futuro santo, tra i fedeli vi era anche il diciottenne Raimondo. Nel 1222, circa quattro anni dopo, fortemente attratto dal carisma del nuovo Ordine religioso, chiese di entrare a farne parte. Nel 1224, vestito l'abito dei Padri Mercedari (com’erano chiamati i sacerdoti che ne facevano parte), sull'esempio del fondatore si dedicΓ² subito e con passione evangelica alla predicazione tra gli schiavi e, per quanto poteva, alla loro liberazione tramite riscatto, nella parte di Spagna ancora occupata dai Mori. Intraprese numerosi viaggi per affrancare prigionieri, mettendo a repentaglio la sua stessa vita. Nel 1224 si recΓ² a Valencia, ancora in mano ai musulmani, dove liberΓ² ben 233 schiavi e, dopo il ritorno da un viaggio a Roma, varcΓ² lo stretto di Gibilterra e si recΓ² ad Algeri in Africa settentrionale, nel territorio pressapoco corrispondente all’odierna Algeria, dove riuscΓ¬ a riscattare 140 schiavi una prima volta e 150 una seconda. Non pago, sempre alla sequela di Cristo, giunse al punto, nella stessa Algeri, di offrirsi ed essere trattenuto come ostaggio al posto di un prigioniero, nobile gesto che puΓ² considerarsi il naturale punto d’approdo dell'eroica caritΓ  di un santo - tale era comunemente considerato giΓ  in vita - che viveva il vangelo integralmente. Infatti, Raimondo - che dovette subire vari mesi da prigioniero e venne sottoposto a soprusi e sevizie - compΓ¬ quel gesto non soltanto per la liberazione di un cristiano la cui fede era pericolosamente vacillante, ma soprattutto per risanare alla radice il male della schiavitΓΉ, predicando il vangelo tra gli stessi musulmani. RipetΓ© cosΓ¬ il commovente e non inutile tentativo compiuto pochi anni prima, nella stessa terra d’Africa islamizzata, da San Francesco d’Assisi. Raimondo, comunque, incontrΓ² ascoltatori meno accondiscendenti, che, per impedirgli di predicare GesΓΉ, arrivarono al punto di perforargli le labbra con un ferro rovente e di serrargliele con un lucchetto, senza peraltro potergli impedire di trascinare - col suo esempio - i cristiani caduti in servitΓΉ alla perseveranza nella fede e a manifestare tra gli infedeli l'amore fraterno di GesΓΉ. Infine, egli fu riscattato dal suo stesso Ordine e ritornΓ² a Barcellona nel 1239. Papa Gregorio IX (dal 1227 al 1241) volle rendergli pubblico omaggio per tanta virtΓΉ, conferendogli nello stesso anno, non appena liberato, la dignitΓ  cardinalizia e convocandolo presso di sΓ© a Roma, come consigliere. Appena intrapreso il viaggio per obbedire all'invito del pontefice, perΓ², fu colto da violentissima febbre a non molti chilometri da Barcellona, morendo il 31 agosto 1240 a Cardona. Qui fu sepolto nella chiesa di San Nicola, che la diffusa devozione verso il santo trasformΓ² in mΓ¨ta di pellegrinaggi. Fu inserito nel Martirologio Romano nel 1657 da papa Alessandro VII. San Raimondo Γ¨ considerato patrono dei neonati, delle gestanti, delle ostetriche e degli schiavi.
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Roberto Moggi 
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