๐๐ ๐ ๐ข - ๐๐ ๐๐ ๐จ๐ฌ๐ญ๐จ ๐๐๐๐ - ๐ฌ๐๐๐๐ญ๐จ ๐๐๐ฅ๐ฅ๐ ๐๐๐ ๐ฌ๐๐ญ๐ญ๐ข๐ฆ๐๐ง๐ ๐๐๐ฅ ๐ญ๐๐ฆ๐ฉ๐จ ๐จ๐ซ๐๐ข๐ง๐๐ซ๐ข๐จ, ๐ฅ๐ ๐๐ก๐ข๐๐ฌ๐ ๐ซ๐ข๐๐จ๐ซ๐๐, ๐ญ๐ซ๐ ๐ข ๐ฏ๐๐ซ๐ข ๐๐ฅ๐ญ๐ซ๐ข, ๐ข ๐๐๐ง๐ญ๐ข ๐
๐๐ฅ๐ข๐๐ ๐ ๐๐๐๐ฎ๐ญ๐ญ๐จ, ๐ฆ๐๐ซ๐ญ๐ข๐ซ๐ข. Le notizie su Felix e Adauctus (Felice e Adรกutto) - questi i loro nomi nella materna lingua latina - sono poche e principalmente relative al loro martirio, attraverso due diverse tradizioni che - in ogni caso - non sono in antitesi tra loro e anzi possono ben combaciare. Entrambi nacquero e vissero nel III secolo a Roma, cittร nella quale subirono ambedue la morte per la loro fede in Cristo, durante il regno dell’imperatore Diocleziano (dal 284 al 305). La prima tradizione si attiene alle piรน sicure e antiche notizie, che provengono da un carme (componimento poetico) composto in loro onore dal papa San Damaso I (dal 366 al 384), in cui si dice che i due erano fratelli di sangue, martirizzati in odio alla loro fede, i cui corpi furono pietosamente sepolti fuori dell’Urbe, in una cripta delle catacombe dette di Commodilla, un'antica cava di arenaria, dove nacque un luogo di sepoltura sotterraneo come cimitero privato, grazie alla matrona romana Commodilla (da cui il nome), nei pressi del luogo ove oggi sorge la Basilica di San Paolo Fuori le Mura. All’interno della cripta, in effetti, come a volerne darne conferma, esiste tuttora uno dei piรน antichi affreschi paleocristiani, nel quale sono raffigurati i due martiri, alla presenza di San Pietro che riceve le chiavi e dei Santi Stefano e Paolo. La seconda tradizione, invece, segue un passio postumo del VII secolo, scritto quando il loro culto era in piena fioritura. Secondo questo, Felice era un presbitero romano, condannato a morte come cristiano durante la giร accennata persecuzione di Diocleziano. Mentre veniva condotto al luogo d’esecuzione, sulla via che da Roma porta al porto di Ostia, dalla folla assiepata lungo la strada si staccรฒ uno sconosciuto seguace di Gesรน, che andรฒ incontro al condannato e alla sua scorta. Giunto a un passo dai soldati incaricati di eseguire la sentenza, proclamรฒ a voce ferma d’essere anch’egli cristiano e di voler condividere la stessa sorte del presbitero. I militi lo esaudirono senza troppi indugi e, dopo aver tagliato la testa di Felice, con la stessa spada decapitarono il coraggioso, che aveva osato sfidare le leggi dell’imperatore. Nessuno dei presenti ne conosceva l’identitร e, pertanto, fu chiamato semplicemente “Adauctus” (che in latino significa “aggiunto”), da cui deriva il nome italiano di Adรกutto. Anche in questo caso, la tradizione afferma che vennero sepolti in una cripta del cimitero di Commodilla. L’episodio restรฒ vivo nella memoria della Chiesa romana, che associรฒ i due martiri in un’unica commemorazione, al punto che alcune fonti li definiscono fratelli di sangue, pur non essendovi alcuna certezza in tal senso. La diffusione del loro culto fu notevole, giungendo, alcuni secoli dopo, fin nell’Europa settentrionale, ove si espanse in seguito al dono di alcuni frammenti delle loro reliquie, donati da papa San Leone IV (dall’847 all’855) a Ermengarda, moglie dell’imperatore carolingio Lotario (dall’840 all’855). La cripta del cimitero di Commodilla, sulla via oggi chiamata delle Sette Chiese, come detto poco lontana dall’attuale Basilica di San Paolo Fuori le Mura, venne essa stessa trasformata in basilica da papa San Siricio (dal 384 al 399) e poi ampliata e decorata di affreschi dai pontefici San Giovanni I (dal 523 al 526) e Leone III (dal 795 all’816). Divenne meta di pellegrini e devoti fino a medioevo inoltrato, quando catacombe e santuari sotterranei furono devastati e caddero in oblio. Il cimitero di Commodilla e la tomba di Felice e Adautto furono riportati alla luce nel 1720, ma la soddisfazione del ritrovamento durรฒ poco, perchรฉ alcuni giorni dopo la volta della piccola basilica sotterranea crollรฒ. Sui ruderi caddero nuovamente l’oblio e l’incuria fino al 1903, quando la basilica fu definitivamente restaurata ed รจ tutt’ora praticabile luogo di culto e devozione.
๐ผ๐๐๐๐๐๐๐: "๐ผ ๐ ๐๐๐ก๐ ๐น๐๐๐๐๐ ๐ ๐ด๐๐๐ข๐ก๐ก๐ ๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐ ๐ ๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐" (๐๐๐ฃ๐ ๐ด๐๐๐ข๐ก๐ก๐ ๐ ๐ ๐ก๐๐๐ฃ๐ ๐ ๐ข๐๐๐ ๐ ๐๐๐๐ ๐ก๐๐ ๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐ ๐ ๐น๐๐๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐ก๐๐ ๐๐ ๐ฃ๐๐ ๐ก๐ ๐ ๐๐๐๐๐๐๐ก๐๐๐), ๐๐๐๐ ๐'๐๐๐ก๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐ ๐ ๐ข ๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐ก๐, ๐ก๐๐ ๐๐ 1516 ๐๐ 1517, ๐๐๐ ๐๐๐ก๐ก๐๐๐ ๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐บ๐๐๐๐๐๐๐ ๐
๐๐๐๐๐, ๐๐๐ก๐ก๐ ๐๐ ๐
๐๐๐๐๐๐๐ (1484-1566). ๐ฟ'๐๐๐๐๐ ๐ ๐ ๐ก๐๐๐ฃ๐ ๐ ๐๐๐๐ ๐'๐๐๐ก๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐โ๐๐๐ ๐ ๐๐ ๐๐๐ ๐น๐๐๐๐๐๐ ๐๐, ๐ ๐ต๐๐๐ ๐๐๐ (๐๐๐๐๐๐ข๐๐๐ ๐๐๐๐'๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐ฃ๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐ ๐ฟ๐๐๐๐๐๐๐๐).
Roberto Moggi
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