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Aurelius Augustinus (Aurelio Agostino) - questi i suoi due nomi latini, ma abitualmente chiamato solo con il secondo - nacque il 13 novembre 354 nell'antica cittadina berbera di Tagaste, in Numidia, territorio della Provincia Romana d’Africa corrispondente pressappoco alla parte nord-orientale dell’odierna Algeria, verso il mare Mediterraneo (oggi Souk Ahras, in Algeria). Era il primo dei tre figli del pagano Patricius (Patrizio), ivi consigliere municipale e modesto proprietario terriero, dal carattere difficile, collerico e d’indole infedele, e di Monica (circa 331-387), giร  convertita al cristianesimo, che diventerร  anch’essa santa (che la Chiesa ha ricordato ieri). Di etnia berbera o punica, ma romano di lingua, cultura e sentimento, con il fratello Navigium (Navigio) e la sorella, della quale ignoriamo il nome, ebbe un'educazione profondamente cristiana, fortemente voluta dalla piissima madre, che se ne fece carico personalmente. Essa, infatti, con grande sofferenza fu privata della gioia di fare battezzare i propri figli, perchรฉ il loro padre era pagano e si rifiutรฒ categoricamente di concedere il necessario assenso da capofamiglia. Nel 371, quest’ultimo morรฌ e Monica, rimasta vedova, dovette prendere in mano le redini della famiglia e l'amministrazione dei beni, non tralasciando mai, comunque, di essere attenta educatrice cristiana per la prole. Agostino, tuttavia - che pure studiava con passione e profitto, forte d’una acuta intelligenza - si dimenticรฒ in quegli anni degli insegnamenti impartitigli dalla madre e, sedotto dalla cupidigia del mondo, si diede ad una condotta dissoluta e libertina. In questa vita sregolata, si accostรฒ all’eresia del Manicheismo, dottrina fondata dal sedicente profeta iraniano Mani (da cui prese il nome), che predicava un'elaborata cosmologia dualistica che descriveva la lotta tra il bene e il male, rappresentati il primo dalla luce e dal mondo spirituale e, il secondo, dalle tenebre e dal mondo materiale. Non pago - sempre alla ricerca della veritร  che รจ Dio - in seguito si avvicinรฒ al Neoplatonismo, altra eresia, data da una particolare interpretazione del pensiero di Platone (donde il termine) elaborato in etร  ellenistica, che riassume in sรฉ diversi altri elementi della filosofia greca, diventando la principale scuola filosofica antica del III secolo. Egli, in ogni modo, fu sempre, nel profondo del suo animo, alla ricerca del vero Dio. Verso il 371, a diciassette anni, per mettere un freno agli impeti dell'erompente giovinezza e restare in sintonia con quelli che erano i costumi della “buona societร ” dell’epoca, si accompagnรฒ stabilmente con una ragazza della sua cittร , da cui ebbe un figlio di nome Adeodato (morto tra il 389 e il 391), alla quale rimase sempre fedele [cfr. “Confessioni” 4, 2, 2 (Le “Confessioni”, in latino “Confessiones”, sono un'opera autobiografica in XIII libri di Agostino d'Ippona, padre della Chiesa, scritta nel 398)]. In seguito, riaccostandosi alla fede in Cristo, dopo lunghe esitazioni (“Confessioni” 6, 11, 18-16, 26) e drammatici contrasti interiori, non senza uno straordinario aiuto della Grazia (“Confessioni” 8, 6, 13-12, 30), scelse di lasciare la donna, seguendo le sue piรน profonde aspirazioni: “… (Dio) Mi volgesti a te cosรฌ a pieno, che non cercavo piรน nรฉ moglie nรฉ altra speranza di questo mondo …” (“Confessioni” 8, 12, 30). Nel 383, all'etร  di ventinove anni, cedette all'irresistibile attrazione che l'Italia, la sua arte e la sua cultura avevano per lui e tanti giovani della sua etร . Cosรฌ, recatosi per gli studi nella grande cittร  portuale di Carthago (Cartagine, capoluogo della Provincia Romana d’Africa), decise di imbarcarsi per Ostia, il porto di Roma. Conscio che la madre, giunta in quel capoluogo per stare con lui e cercare di condurlo sulla retta via, voleva seguirlo nel viaggio, senza molti scrupoli s’imbarcรฒ nottetempo da solo, di nascosto, lasciando sola a terra la genitrice. Sbarcato nel porto laziale presso l’Urbe, vi s’intrattenne per un po’, portandosi poi a Mediolanum (oggi Milano, capoluogo della regione Lombardia), che era capitale dell'Impero Romano d'Occidente e importante centro politico, militare ed economico, dove Agostino - forte dei suoi studi e della sua cultura - prese ad insegnare, mentre sempre piรน si riavvicinava al cristianesimo. Nel 385, finalmente, la madre potรฉ imbarcarsi anch’essa per Ostia, da dove poi raggiunse Agostino a Milano, ove egli ricopriva una cattedra di retorica. Qui, nel frattempo, Agostino aveva potuto conoscere il locale vescovo e teologo Aurelius Ambrosius (Aurelio Ambrogio), noto solo col nome Ambrogio, futuro Santo e dottore della Chiesa (morto nel 397), di cui ascoltรฒ le predicazioni rimanendone affascinato, tanto - essendo fondamentalmente rimasto sempre cristiano nel cuore - da convertirsi e riaccostarsi definitivamente a Gesรน, per grazia di Dio, anche per merito delle incessanti preghiere e delle lacrime di sua madre. Agostino si spostรฒ poi, sempre seguito dalla genitrice, a Cassiciaco presso Milano (oggi Cassago Brianza, provincia di Lecco, regione Lombardia), ove si preparรฒ al battesimo, discutendo sapientemente con la madre e altri di filosofia e cose spirituali. In effetti, lo studio dei filosofi antichi, egregiamente portato a compimento in passato, lo aiutรฒ ancora di piรน a scoprire all'interno del proprio io la luce del vero, arrivando cosรฌ alla percezione di Dio e combattendo contro il materialismo con il suo “Principio dell'interioritร ”, filosofia che si riferisce al ritorno dell'uomo a sรฉ stesso, all'abbandono delle esperienze esteriori e alla ricerca della veritร  divina che risuona dentro di noi, nell'intimo del nostro essere. Introspezione che pone l'accento sulla connessione tra l'anima e Dio, trovando la vera realtร  e la guida morale nell'interioritร  dell'individuo, piuttosto che nelle certezze esteriori e mondane. Come detto, il merito principale della conversione di Agostino va in ogni caso ricercato nella preghiera incessante e fiduciosa di Monica sua madre, che non lo abbandonรฒ mai, osservandone il percorso spirituale e chiedendo a Dio, con fiducia e fervore, che si convertisse. Per molti anni, instancabilmente e con immutata fiducia, pregรฒ perchรฉ il cuore e la mente del figlio finalmente si aprissero e potesse avere un incontro autentico con il Signore, orientandosi verso la volontร  di Dio. Cosรฌ - a seguito di un sofferto percorso di crescita interiore - il 25 aprile 387, Agostino ricevette finalmente il battesimo dallo stesso vescovo Ambrogio, nella diocesi di Milano. Da allora la sua vita fu spesa solo per il Signore e, nel 391, a seguito di un profondo discernimento spirituale, si consacrรฒ nella vita religiosa. Nel 397, dopo aver trascorso ancora qualche anno in Italia in compagnia della madre, decise infine di tornare a casa, in Africa. Lasciรณ Milano unitamente alla genitrice e giunse nel porto di Ostia, dove affittรฒ una casa, in attesa di una nave in partenza per Cartagine. Fu, questa sosta nella cittร  portuale laziale, un periodo carico di dialoghi spirituali molto profondi con la pia genitrice, cosรฌ importanti che egli li riportรฒ nelle sue “Confessioni”. Durante l’attesa, improvvisamente Monica si ammalรณ, forse di malaria e in nove giorni morรฌ, il 27 agosto 397, senza che si potesse fare nulla per salvarla. La fedeltร  di Monica al Signore era stata comunque premiata. In una delle parti piรน toccanti delle predette “Confessioni”, Agostino riferisce come sua madre abbia identificato chiaramente la sua missione di vita con il riportare alla fede i propri figli. Dopo aver fatto tumulare il corpo della madre nella chiesa di Sant'Aurea a Ostia, Agostino tornรฒ in Africa, dove si diede alla vita monastica di preghiera e a continuare gli studi. Nello stesso anno 397, ormai ovunque conosciuto e stimato, fu eletto per acclamazione popolare vescovo di Ippona, importante centro e diocesi a circa settanta chilometri dalla natia Tagaste e, nei successivi quarant'anni di ministero, diffuse la dottrina cattolica in tutta la sua giurisdizione, anche a rischio della propria stessa vita. La sua attivitร  episcopale fu davvero prodigiosa, tanto quella ordinaria per la sua diocesi, quanto quella straordinaria per la Chiesa d'Africa e universale. Tra i tanti impegni ordinari, possiamo considerare il ministero della parola, attuato con la predicazione ininterrotta per due volte a settimana, soprattutto sabato e domenica, ma spesso anche due volte al giorno e per piรน giornate consecutive; le udienze episcopali ampiamente concesse per ascoltare i problemi del popolo e anche per giudicare cause civili e penali, che gli occupavano non raramente tutta la giornata; la cura dei poveri, dei malati, degli anziani, delle vedove e degli orfani; la formazione del clero, con il quale fu paterno, ma anche rigoroso; l'organizzazione di monasteri maschili e femminili; l'intervento a favore dei fedeli presso le autoritร  civili e la difficile amministrazione dei beni ecclesiastici. Ancor maggiore fu l'attivitร  straordinaria, nella quale sono compresi i molti e lunghi viaggi per presenziare ai frequenti concili ecumenici africani o per venire incontro ai bisogni di altri vescovi; la copiosa dettatura di lettere per rispondere a quanti, da ogni parte e di ogni ceto, si rivolgevano a lui con mille diverse richieste e per vari motivi; infine la difesa della fede, che, come visto, lo indusse ad intervenire sempre contro le varie eresie della sua epoca. Fu, infatti, l'anima della conferenza del 411 tra vescovi cattolici e “donatisti”, cioรจ aderenti al Donatismo, un movimento religioso cristiano sorto in Africa nel 311 dalle idee del vescovo di Numidia Donato “di Case Nere” (da cui il nome), soprannominato "il Grande" per la sua notevole eloquenza, oltre che l'artefice principale della soluzione di questo vero e proprio scisma. Ancora si occupรฒ autorevolmente della controversia del “Pelagianesimo”, una dottrina cristiana secondo la quale il peccato originale fu dei soli progenitori, non dei discendenti, e non macchiรฒ la natura umana, sconfiggendolo grazie ai principi della sua dottrina, che nascono da Cristo e dalle Sacre Scritture, per le quali affermava che non sono possibili critiche o interpretazioni. Dotto teologo, รจ riconosciuto come il primo filosofo morale della religione Cristiana, attraverso il suo pensiero che riguarda il problema del peccato e della Grazia come unico mezzo di salvezza. Sostenne, contro il Manicheismo, la libertร  dell'uomo, il carattere personale della responsabilitร  etica e la negativitร  del male. Sviluppรฒ, sempre dal punto di vista filosofico, il tema dell'interioritร , in particolare sostenne che รจ nell'intimitร  della propria coscienza che si scopre Dio e si ritrova la certezza che fa superare il dubbio scettico. Tra le sue opere ricordiamo il celebre e giร  menzionato "Le Confessioni", narrazione dei suoi errori di giovinezza e della sua conversione (397-400) e "La cittร  di Dio" (412-426), quadro della lotta tra il cristianesimo e il paganesimo traslata nella lotta tra la cittร  divina e la cittร  terrena. Morรฌ a Ippona il 28 agosto 430, durante un assedio dei Vandali (popolazione cosiddetta “barbara” che aveva invaso l’Impero Romano, giungendo fino in Africa). Agostino รจ venerato come santo dalla Chiesa cristiana sin da tempi remoti e nel 1298 fu annoverato tra i Dottori della Chiesa con il nome di “Doctor Gratiae” (Dottore della Grazia).
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Roberto Moggi 
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