๐๐ ๐ ๐ข - ๐ ๐ฅ๐ฎ๐ ๐ฅ๐ข๐จ ๐๐๐๐ - ๐๐๐ ๐๐จ๐ฆ๐๐ง๐ข๐๐ ๐๐๐ฅ ๐๐๐ฆ๐ฉ๐จ ๐๐ซ๐๐ข๐ง๐๐ซ๐ข๐จ, ๐ฅ๐ ๐๐ก๐ข๐๐ฌ๐ ๐ซ๐ข๐๐จ๐ซ๐๐ ๐๐๐ง๐ญ๐ ๐๐๐ซ๐ข๐ ๐๐จ๐ซ๐๐ญ๐ญ๐ข, ๐ฏ๐๐ซ๐ ๐ข๐ง๐ ๐ ๐ฆ๐๐ซ๐ญ๐ข๐ซ๐. Maria Teresa - questi i suoi due nomi di battesimo, ma chiamata Marietta - nacque il 16 ottobre 1890 a Corinaldo, nell’entroterra di Ancona, nella regione Marche sita sulla sponda del mare Adriatico, dai poverissimi braccianti Luigi Goretti e Assunta Carlini, che avevano altri quattro figli. L’infanzia di Maria e dei suoi fratellini fu durissima, contrassegnata da analfabetismo, denutrizione, malattie e lavoro pesante. Nel 1897, i genitori furono costretti a trasferirsi con i figli nelle campagne della parte meridionale del Lazio, dove avevano trovato un contratto agricolo a mezzadria. Giunsero pertanto in una grande tenuta di Paliano (Frosinone), come mezzadri, congiuntamente alla famiglia giร residente dei Serenelli, pure di origine marchigiana, composta dal solo padre vedovo e dal figlio. Purtroppo, perรฒ, i rapporti col proprietario si guastarono presto ed entrambe le famiglie dovettero lasciare Paliano. Fortunatamente, i due nuclei familiari trovarono un’altra sistemazione come mezzadri nella tenuta del conte Lorenzo Mazzoleni alla localitร Le Ferriere di Conca, nell’Agro Pontino, territorio paludoso e malarico nella parte meridionale del Lazio, noto come “Paludi Pontine”. La localitร non era troppo lontana dalla cittadina di Nettuno, sul litorale piรน meridionale della provincia di Roma, che fungeva da diga naturale fra la parte settentrionale dell’agro e l’immenso acquitrino a sud. Non era certamente un luogo salubre, perchรฉ d’estate era invaso dalle zanzare e dalla malaria e il chinino, unico farmaco efficace contro quest’ultima, era utile solo per scopo terapeutico, ma non per la prevenzione. Mentre i genitori si adoperavano nel lavoro massacrante dei campi, Maria accudiva casa, chiamata “Cascina antica” e si occupava delle faccende domestiche, anche per i due Serenelli che vivevano nella stessa cascina, impegnandosi con lena nelle tante incombenze quotidiane, mentre badava anche ai fratellini piรน piccoli. Dopo alcuni anni, il 6 maggio 1900, il padre non tornรฒ a casa, stroncato dalla malaria ai margini della palude, Maria aveva allora solo dieci anni, ma subito si comportรฒ con grande maturitร e responsabilitร . Prese a confortare la mamma rimasta sola con la famiglia numerosa cui badare e con un lavoro da svolgere superiore alle sue forze. Nonostante il raccolto fosse stato buono quell’anno, la famiglia rimase in debito con il conte Mazzoleni dei diritti di mezzadria per ben 15 lire dell’epoca. Maria intanto cresceva docile e buona, fervorosa nella preghiera e diligente nei lavori, descritta dai conoscenti come una fanciulla ubbidiente e assennata, dedita alla famiglia, ligia al dovere, modesta e riservata, venendo additata come “un ideale di fanciulla”. Il proposito di diventare piรน buona ed amare maggiormente Gesรน e il prossimo fu per lei un impegno serio, che mantenne fino alla morte. Anche il suo futuro assassino, Alessandro Serenelli, testimoniรฒ in seguito che, seguendo le orme della madre, era una fanciulla modesta. Quando si stava preparando alla Prima Comunione, avendo sentito pronunciare delle “parolacce” da una compagna, le riferรฌ scandalizzata alla mamma, che l'ammonรฌ di non pronunciare mai simili cose ed ella di rimando rispose che avrebbe piuttosto preferito morire che farlo. Questo aneddoto dimostra che sapeva scegliere tra i diversi valori del mondo quelli giusti. Le donne del borgo dicevano ad Assunta che aveva un “Angelo di figlia”. Il movente della bontร di Maria era la sua grande fede, l'amore a Gesรน, alla Madonna e l’orrore dell'inferno che si merita col peccato. Fu questo il solo motivo che ella oppose all'aggressore al momento del martirio. Intanto Alessandro Serenelli, con un carattere chiuso e introverso a causa della precoce scomparsa della madre e del durissimo lavoro in solitudine, cominciรฒ ad avere propositi malvagi e concupiscenti nei riguardi di Marietta, verso la quale assunse un contegno sempre piรน ostile, rimproverandola ingiustamente e di continuo con qualsiasi scusa, cercando di renderla disponibile alle sue turpi voglie. Maria si opponeva decisamente e, per evitare lo scontro, eseguiva di nuovo le faccende ordinate da lui, pur facendo le giuste rimostranze qualche volta a voce, qualche volta col pianto, tanto che la mamma piรน volte dovette confortarla. Tuttavia Alessandro aveva ormai progettato di violentarla se non fosse riuscito diversamente nei suoi intenti meschini. Era piรน che mai risoluto a spuntarla e voleva ad ogni costo piegare la ragazza ai suoi desideri carnali. Dal canto suo Maria era decisa a resistere, anche a costo della vita, respingendo con fermezza e coraggio i ripetuti attentati alla sua purezza. Il pomeriggio del 5 luglio 1902, Durante la battitura del favino (una pianta leguminosa) fatta sull'aia del casolare, Maria, dopo aver pulito la cucina, prese una camicia da rammendare e pose a dormire su una coperta, distesa sul pianerottolo, la sorellina Teresa di circa due anni e mezzo, sedendosi lรฌ vicino a cucire. Ecco il racconto che fecero, dopo l’omicidio, lo stesso Alessandro e mamma Assunta, cosรฌ come vennero trascritti a verbale: “… Il 5 luglio io ero risoluto a ritornare al terzo assalto (carnale, N.d.R.) e verso le ore 15,00 mentre io stavo sul carro triturando le fave nell'aia, vedendo Maria sul pianerottolo, intenta a rattoppare la mia camicia che avevo dato a sua mamma, pensai che era quello il momento opportuno per attuare il mio disegno. Scesi dal carro, pregai la mamma (di Marietta, N.d.R.) di sostituirmi ed io mi recai in casa. Mio padre si trovava davanti alla stalla dei buoi, coricato a terra preso da un attacco di febbre di malaria. Gli domandai come stava e quindi continuai la mia strada. Passai davanti a Maria senza dir nulla e andai in una camera dove vi era una cassetta di ferri vecchi per prendervi un'arma, trovai un punteruolo... lo presi... ciรฒ fatto mi accostai a Maria, la invitai ad entrare dentro casa. Ella non rispose, nรฉ si mosse. Allora l'acciuffai quasi brutalmente per un braccio e, facendo ella resistenza, la trascinai dentro la cucina. Ella intuรฌ che io volevo ripetere l'attentato delle due volte precedenti e mi diceva: “No, no, Dio non vuole, se fai questo vai all'inferno”. Io allora vedendo che non voleva assolutamente accondiscendere alle mie brutali voglie, andai su tutte le furie e, preso il punteruolo, cominciai a colpirla. In quel momento io capivo bene che volevo compiere un'azione contro la legge di Dio e che volevo indurre Maria al mio peccato e appunto l'uccidevo perchรจ si opponeva. Ella ripeteva: “Che fai Alessandro tu vai all'inferno!”. Nel momento che vibravo i colpi, non solo si dimenava per difendersi, ma invocava ripetutamente il nome della madre e gridava: “Dio, Dio, io muoio! Mamma, Mamma!”. Io ricordo di aver visto del sangue anche sulle sue vesti e di averla lasciata mentre ella ancora si dimenava, perรฒ capivo bene che l'avevo colpita mortalmente. Buttai l'arma dentro il cassone e mi ritirai nella mia camera, mi chiusi dentro e mi buttai sul letto ...”. Nell'ora del dramma nessuno fu testimone della passione di Maria. Il motivo dell'omicidio รจ chiaro e lampante: la fortezza della martire di fronte al peccato. Lo riconobbe lo stesso assassino, prima davanti alle autoritร civili, poi a quelle ecclesiastiche, confessando che l'unica causa per cui aveva ucciso Maria, fu la sua resistenza ai propri reiterati tentativi di violenza carnale. Mentre Alessandro Serenelli stava chiuso in camera, Marietta, con le poche forze rimaste, si trascinรฒ fino alla porta e gridando chiamรฒ il vecchio Serenelli, papร di Alessandro: “Venite su che Alessandro mi ha ammazzato!”. La piccola Teresa, svegliata di soprassalto incominciรฒ a smaniare e a piangere, il suo pianto smorzรฒ il frastuono della trebbiatura. Quando la madre sentรฌ la piccola piangere, alzando gli occhi non vide piรน Maria sul pianerottolo, sicchรฉ temendo che la piccola cadesse per le scale, mandรฒ suo figlio Mariano. Mentre costui andava, la madre vide il vecchio Serenelli che si era alzato da dove riposava e saliva frettolosamente le scale. Quando quest’ultimo, salito, ebbe oltrepassato la porta, si voltรฒ per chiamarla in modo concitato e poi chiamรฒ anche Mario Cimarelli, un vicino di casa, che batteva le fave sulla sua aia. Assunta, angosciata, scese dal carro e corse a casa. Quando giunse, vide che l’anziano Serenelli aveva in braccio Maria con la testa appoggiata alla spalla come se fosse morta, tutta insanguinata, e che la poggiรฒ sul letto. Fu questa l'immagine che si presentรฒ agli occhi della madre: “… Io seguii Marietta che veniva portata nella camera da letto e mi balenรฒ subito il sospetto che la mia piccola fosse stata violentata da Alessandro che non era presente. Io diedi un urlo ed allora i Cimarelli mi portarono fuori sul pianerottolo svenuta …”. Con l'aceto si riuscรฌ a far riprendere mamma Assunta, mentre, poco dopo, anche Marietta diede segni di vita e la veritร si fece strada. Il vicino di casa Mario Cimarelli il primo ad accorrere, cosรฌ descrisse la scena straziante: “… La ragazza giaceva carponi a terra, poggiata nel fianco destro... raccolta da terra la Goretti con le vesti intrise di sangue, la adagiai sul letto della madre... sopraggiunta Teresa le cambiรฒ la veste insanguinata e stracciata. Poi le fasciรฒ le ferite, mentre Maria ripeteva il suo monologo: “Alessandro quanto sei triste... tu vai all'inferno”. La veste era anche impolverata, perchรจ sul pavimento mancavano molti mattoni, e la giovinetta per non lasciarsi scoprire le vesti da Alessandro si era avvoltolata per terra su quel calcinaccio. Mamma Assunta piangeva dirottamente. La notizia del misfatto delle Ferriere si diffuse rapidamente per tutta la zona. Decine di persone intenzionate a fare giustizia sommaria marciarono compatte verso Cascina Antica. Anche i rudi “uomini della palude” avevano un loro codice d'onore che non era possibile calpestare impunemente e il gesto di Alessandro non era tra quelli che avevano diritto ad attenuanti. In una situazione cosรฌ tragica, nella solitudine delle Paludi Pontine, l'opera della famiglia vicina di casa dei Cimarelli fu provvidenziale. Era composta da tre fratelli, Mario, Domenico e Antonio, piรน Teresa, la moglie di Mario. Domenico corse subito a Conca ad avvisare il conte Mazzoleni dell'accaduto e per farsi dare un cavallo per andare a cercare un medico. Mentre Mario, appena prestati insieme alla moglie i primi soccorsi, si precipitรฒ a Nettuno a chiamare i Carabinieri e il medico condotto, il conte Mazzoleni mandรฒ a chiamare i Carabinieri del vicino paese di Cisterna e la Croce Rossa di Carano. Il conte quando giunse da Conca fece sorvegliare l'assassino da guardiani armati in attesa dell'arrivo dei militari, che, giunti dopo poco, arrestarono Alessandro, riuscendo a stento a difenderlo dalla folla inferocita. All’arrivo del carro della Croce Rossa, accompagnata dalla mamma e distesa su una barella, Marietta scese i gradini tra gli occhi velati di pianto e di amarezza delle persone presenti. Sul piccolo ponte dell'Astura i contadini si toglievano il cappello come facevano solo nel giorno del Corpus Domini. Quella notte a Cascina Antica non dormรฌ nessuno. I fratelli Goretti vennero amorevolmente ospitati nella casa dei Cimarelli e la signora che li ospitรฒ attestรฒ di averli trovati durante la notte con gli occhi sbarrati dalla paura. Marietta per loro era veramente tutto. La Croce Rossa Arrivรฒ all’ospedale Fatebenefratelli di Nettuno alle otto di sera. Mentre si aspettava che fosse pronta la sala operatoria, il cappellano del nosocomio la volle confessare subito, dandole anche il viatico e l'estrema unzione. L’operazione chirurgica durรฒ fino alle 22,00, senza che fosse nemmeno possibile anestetizzarla, a causa delle sue gravissime condizioni. A questo proposito, i medici racconteranno, esterrefatti, come non un solo lamento o grido di dolore fosse uscito dalla sua bocca, sebbene Marietta fosse rimasta perfettamente lucida e che le sue uniche parole furono invocazioni alla Madonna. Appena fuori dalla camera operatoria, Marietta chiese dei fratellini, ma la setticemia compiva inesorabilmente il suo corso, la febbre divenne altissima. Le divenne insopportabile anche la sete e la febbre cominciรฒ a salire in maniera vertiginosa. Eppure restรฒ alla piccola Maria la forza di scrivere la pagina piรน bella e commovente della sua storia: il perdono del suo uccisore. All'esplicita domanda del parroco, Marietta rispose precisa: "Sรฌ, per amore di Gesรน lo perdono, e voglio che venga con me in Paradiso". Poi le condizioni di Maria peggiorarono all'improvviso, i suoi ultimi pensieri furono per i suoi cari. Alle ore 15,45 del 6 luglio 1902, Marietta, a meno di dodici anni, rese l’anima a Dio. La storia della piccola Maria commosse l'opinione pubblica e una folla traboccante partecipรฒ ai suoi funerali celebrati l'8 luglio nella cappella dell'ospedale, dal parroco di Nettuno, senza la presenza della mamma, che non potรฉ assistere ai funerali costretta a tornare a Conca dai suoi figli. La piccola bara bianca portata in trionfo fu tumulata nel cimitero di questa cittadina. I Goretti rimasero ospiti dei Cimarelli fino alla fine del processo contro Alessandro Serenelli al termine del quale Assunta, su esplicita domanda del Presidente del Tribunale, perdonรฒ pubblicamente l'uccisore della figlia. Nel 1903 tornรฒ a Corinaldo piรน povera di quando era partita, insieme ai due figli maschi, mentre le due bambine furono ospitate in due istituti religiosi femminili di Roma. Alessandro Serenelli fu condannato a trent’anni di reclusione. Nel carcere di Noto (in provincia di Siracusa, regione Sicilia), dal 1902 al 1918, incoraggiato dal locale vescovo, Monsignor Giovanni Blandini, maturรฒ il pieno pentimento e la conversione. Anni dopo, Serenelli raccontรฒ di aver ottenuto questo ravvedimento interiore proprio grazie proprio alla piccola Marietta, in seguito a un sogno in cui la sua vittima gli offriva dei gigli che si trasformavano in fiammelle. Nel 1929 le spoglie di Maria, divenuta un esempio di purezza e integritร morale, vennero spostate dal cimitero comunale al cinquecentesco santuario di Nostra Signora delle Grazie, sempre a Nettuno, mentre nello stesso anno, dopo ventisette di reclusione, Alessandro Serenelli fu scarcerato in anticipo per buona condotta e subito si recรฒ a Corinaldo dove, rintracciata in piazza la signora Assunta, cadendo in ginocchio ai suoi piedi, chiese pubblicamente il suo perdono e dei familiari, che lei prontamente accordรฒ. Dopo tale edificante episodio, Serenelli trascorse il resto della sua vita come giardiniere e portinaio in vari conventi dei Frati Cappuccini, l'ultimo dei quali fu quello di Macerata (Marche), dove morรฌ il 6 maggio 1970 a ottantasette anni. Visse sempre alla sequela di Cristo, come fosse un frate anche lui, rendendo l’anima a Dio in “odore di santitร ”. Nel 1935, il Vescovo diocesano, diede parere favorevole e si aprรฌ il processo canonico per la beatificazione di Marietta, dichiarata Beata il 27 aprile 1947. Il 24 giugno 1950 fu proclamata Santa a Roma dal papa Servo di Dio Pio XII.
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Roberto Moggi
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