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Ebbe comunque la possibilitร  di studiare, anche grazie alla colta madre che, rimasta vedova a soli diciotto anni, rinunciรฒ alle seconde nozze per dedicarsi personalmente alla sua educazione. Nel 1520 si trasferรฌ a Padova, nella Repubblica di Venezia, per studiare filosofia e medicina in quell’importante universitร , non prima di aver redatto, pochi giorni prima di partire, testamento in favore della genitrice, per non lasciarla nel bisogno qualora fosse morto (all’epoca spostarsi e viaggiare non era mai una cosa senza rischio). Nel 1524, dopo essersi laureato in medicina ed avere effettuato un lungo discernimento spirituale, tornรฒ a Cremona, dove perรฒ, invece di dedicarsi alla professione sanitaria, si decise per la vita religiosa. Entrรฒ in seminario e cominciรฒ un serio cammino di fede che, nel 1528, completati i necessari studi, lo portรฒ a divenire sacerdote. Da quel momento, seguendo quella che riteneva essere la propria strada “personale” all’interno della Chiesa, si dedicรฒ soprattutto all’annuncio della Parola di Dio, attraverso sermoni d’indole biblica - morale e dogmatica, pervenutici in minima parte. In seguito, accettando di divenirne il cappellano di famiglia, si trasferรฌ a Milano al seguito della nobildonna Ludovica Torelli (1500-1569), contessa di Guastalla (localitร  presso Reggio Emilia, regione Emilia-Romagna), donna pia e fervente cattolica. In quest’ultima cittร , ebbe modo di conoscere, frequentare e apprezzare il cosiddetto “Cenacolo dell’Eterna Sapienza”, un’associazione sacerdotale ispirata al movimento dell’evangelismo cattolico europeo. Le frequentazioni di casa Torelli e del predetto Cenacolo, centro di autentica riforma spirituale, furono per lui spiritualmente molto proficue, tanto da dargli l’ispirazione di fondare, alla fine del 1532, la “Compagnia dei Figlioli e delle Figliole di Paolo Santo”, divenuta piรน tardi “Congregazione dei Chierici Regolari di San Paolo”, una formazione religiosa originale, formata da tre gruppi, uno di sacerdoti, uno di religiose (“Suore Angeliche di San Paolo Converso”) e l'altro di laici (“Maritati di San Paolo”). Nella creazione di quest’opera, fu validamente coadiuvato da due suoi amici presbiteri, il venerabile Jacopo Antonio Morigia, in religione Paolo Battista (1497-1546) e il venerabile Bartolomeo Ferrari (1499-1544), e, per quanto concerne il ramo femminile, dalla stessa contessa Ludovica Torelli di Guastalla. Quello di San Paolo รจ uno dei piรน antichi ordini di chierici regolari nella storia della Chiesa, fondato alla vigilia del Concilio di Trento (dal 1545 al 1563), sull'onda dei movimenti di riforma cristiana allora in auge. Il nome di “Barnabiti”, che presto venne attribuito ai chierici aderenti, deriva dalla casa-madre dell'Istituto, che si trovava presso la chiesa di San Barnaba in Milano. La congregazione relativa ai sacerdoti fu approvata da papa Clemente VII nel 1533, mentre del 1535 รจ l’approvazione della Congregazione delle Suore Angeliche di San Paolo Converso e della laicale Congregazione dei Maritati di San Paolo. Le tre comunitร  religiose che Antonio Maria ebbe l’intuito di costituire, unitamente ai suoi compagni, vollero essere, per i vari stati di vita, strumenti di risveglio religioso e morale, in particolare contro il grande nemico costituito dalla tiepidezza e dall’indifferenza. Nel suo appassionato impegno di rinnovamento, Antonio Maria prese come modello, padre e guida l’apostolo Paolo, si appropriรฒ della sua dottrina cristologica e ne seguรฌ le orme. In seguito operรฒ nel Veneto, a Vicenza in particolare, diffondendo lo spirito della riforma cattolica, predicando Cristo crocefisso e ottenendo la grazia di numerose conversioni di uomini e di donne, anche se non mancarono accuse e persecuzioni. Antonio Maria scrisse lettere infiammate, delle quali ne sono rimaste solo undici, per animare i suoi seguaci a combattere contro la predetta “tiepidezza”, che lui definiva “… pestifera nemica che sรฌ grande regna ai tempi moderni …”. Uomo allo stesso tempo austero, sorridente e aperto al sentimento, curรฒ in modo particolare la formazione delle Suore Angeliche, le prime religiose dedite all’apostolato fuori dalla clausura, esortandole ad andare ovunque per “annunziare la vivezza spirituale e lo Spirito vivo dappertutto”. Dopo una breve ma intensa vita spesa al servizio dei fratelli, morรฌ a soli trentasei anni tra le braccia della madre. Colpito da una terribile broncopolmonite a Guastalla, si fece portare a Cremona per morire fra le braccia della genitrice, mostrando un tratto commovente d’umanitร . Rese l’anima al Creatore il 5 luglio 1539, “nell’ora in cui Cristo morรฌ” (l’ora nona, corrispondente alle tre del pomeriggio), lasciando in ereditร  esempi vibranti di zelo, di orazione, di povertร  e di penitenza. Con la sua forza e la sua tensione morale preparรฒ le vie a quello che sarebbe stato il nuovo apostolo di Milano e della Chiesa, il futuro San Carlo Borromeo (1538-1584). Dopo il funerale celebrato a Cremona, il suo corpo fu trasferito a Milano e inumato nel monastero di San Paolo delle Suore Angeliche. Nel 1891, fu trasportato nella chiesa di San Barnaba in Milano, ove รจ tuttora sepolto e venerato. Il 27 maggio 1897 fu canonizzato dal pontefice Leone XIII.
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Roberto Moggi 
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