๐๐๐ง๐ญ๐ข ๐๐๐ณ๐๐ซ๐ข๐จ ๐ ๐๐๐ฅ๐ฌ๐จ, ๐ฆ๐๐ซ๐ญ๐ข๐ซ๐ข
๐๐ ๐ ๐ข - ๐๐ ๐ฅ๐ฎ๐ ๐ฅ๐ข๐จ ๐๐๐๐ - ๐ฅ๐ฎ๐ง๐๐๐ข̀ ๐๐๐ฅ๐ฅ๐ ๐๐๐๐ ๐ฌ๐๐ญ๐ญ๐ข๐ฆ๐๐ง๐ ๐๐๐ฅ ๐๐๐ฆ๐ฉ๐จ ๐๐ซ๐๐ข๐ง๐๐ซ๐ข๐จ, ๐ฅ๐ ๐๐ก๐ข๐๐ฌ๐ ๐ซ๐ข๐๐จ๐ซ๐๐, ๐ญ๐ซ๐ ๐ข ๐ฏ๐๐ซ๐ข ๐๐ฅ๐ญ๐ซ๐ข, ๐ข ๐๐๐ง๐ญ๐ข ๐๐๐ณ๐๐ซ๐ข๐จ ๐ ๐๐๐ฅ๐ฌ๐จ, ๐ฆ๐๐ซ๐ญ๐ข๐ซ๐ข. Nazarius (Nazario) e Celsius (Celso) - questi i loro nomi in latino - appartengono alla vasta schiera di martiri dei primi secoli del cristianesimo, dove spesso tardivi passio sopperiscono alle scarse e incerte notizie storiche sugli stessi. I pochi dati su Nazario e Celso, infatti, provengono per lo piรน dal diacono Paolino, detto “di Milano” (370-428 circa), attraverso la sua opera biografica sul vescovo e dottore della Chiesa Sant’Ambrogio (340 circa-397), nella quale racconta del ritrovamento delle tombe dei due martiri, a seguito di scavi negli orti fuori delle mura milanesi, disposti da Ambrogio nel 395. Nel corso di questi lavori, fu scoperto e aperto dapprima il sepolcro di Nazario, nel quale il corpo del martire apparve impregnato di sangue ancora fresco, come se fosse stato effuso in quello stesso giorno e anche il capo, reciso, era integro con capelli e barba perfettamente conservati. Il corpo di Nazario fu trasportato e inumato nella Basilica degli Apostoli, fatta erigere dallo stesso Ambrogio nel 386, che da allora prese anche il nome di Nazario. Subito dopo il ritrovamento, racconta Paolino, Sant’Ambrogio, per ispirazione divina, individuรฒ lรฌ vicino pure il sepolcro di Celso, i cui resti, perรฒ, rimasero nello stesso luogo del ritrovamento, ove molto successivamente, nel X secolo, fu costruito un monastero. Paolino, nella sua cronaca, attesta come all’atto del rinvenimento non si avessero notizie certe sui due martiri appena riportati alla luce. Tuttavia, col diffondersi del loro culto, verso la metร del V secolo, su di loro fu composto un passio, che ebbe varie redazioni, ma che non รจ suffragato da certezza storica. Secondo quest’opera, Nazario era nato probabilmente a Roma nel I secolo, figlio di un pagano di nome Africano e di una cristiana di nome Perpetua. Il padre voleva farne un sacerdote degli dei, ma la madre riuscรฌ a farlo battezzare e educare cristianamente. Piรน tardi, messosi a predicare la fede in Gesรน, fu denunciato alle autoritร quale cristiano, ma riuscรฌ ad allontanarsi dall’Urbe e rifugiarsi a Milano, dove - con evidente incongruitร temporale - avrebbe incontrato i Santi Gervasio e Protasio (o Gervaso e Protaso), nati probabilmente verso la fine del II secolo o agli inizi del III e morti nel corso di quest’ultimo. Avvertito da Dio in sogno, si sarebbe recato nella cittร di Nizza, dove una donna gli avrebbe affidato il proprio figlio Celso, col quale si sarebbe recato a Treviri, nei territori imperiali corrispondenti all’odierna Germania, dove lo avrebbe fatto battezzare. Secondo un altro racconto tramandato dalla tradizione, invece, Nazario era un legionario dell’esercito imperiale di famiglia ebrea ma cittadino romano. Fu discepolo dell’apostolo Pietro (morto tra il 64 e il 67 circa) e ricevette il battesimo dal suo successore, il futuro papa Lino (dal 67 al 76/79 circa). Per sfuggire alle persecuzioni contro i cristiani e forse inviato dallo stesso Papa Lino, lasciรฒ Roma e si recรฒ nel settentrione, in alcune zone dell’odierna Lombardia. Passรฒ in particolare a Piacenza e Milano, dove avrebbe incontrato in carcere i compagni di fede Santi Gervasio e Protasio. In seguito iniziรฒ l'evangelizzazione delle Gallie unitamente a Celso. Qui avrebbero entrambi subรฌto numerose persecuzioni e sarebbero stati arrestati, ma, tuttavia, Nazario, quale cittadino romano, non fu torturato, ma inviato a Roma per un regolare processo, forse con Celso. Nella capitale dell’Impero, al loro rifiuto di rinnegare la fede in Cristo e sacrificare agli dei romani, furono condannati a morte. Secondo altre fonti la condanna a morte fu decisa dal Governatore di Ventimiglia in Liguria. Ad ogni modo, insieme a Celso, fu imbarcato su una nave che doveva portarli al largo e gettarli in mare per farli annegare. La leggenda vuole che, scaraventati in mare, si misero a camminare sulle acque, mentre si scatenรฒ una tempesta che terrorizzรฒ i marinai, i quali chiesero aiuto proprio a Nazario. Alle preghiere di quest’ultimo, le acque si calmarono immediatamente e la nave sarebbe, infine, approdata a Genova; qui Nazario e Celso proseguirono la loro opera evangelizzatrice, che si spostรฒ anche in tutta la Liguria, negli anni 66 e 67. Si spinsero poi fino a Milano, dove infine furono arrestati e nuovamente condannati a morte dal prefetto Antolino: la sentenza fu per entrambi eseguita per decapitazione nell’anno 76. Secondo altra tradizione - essendo sempre evidente la contraddizione temporale - sarebbero stati entrambi martirizzati a Milano nel 304, durante gli ultimi anni della persecuzione dell’imperatore Diocleziano (dal 284 al 305). Il loro ricordo si perse fino al ritrovamento dei corpi da parte di Sant’Ambrogio, che ne diffuse il culto.
๐ผ๐๐๐๐๐๐๐: "๐ผ๐ ๐๐๐๐๐ก๐ก๐๐๐ ๐ด๐ฃ๐๐๐๐๐๐", ๐๐๐ก๐๐๐๐๐๐ก๐ ๐๐๐ก๐ ๐๐๐ ๐๐ ๐ก๐๐ก๐๐๐ "๐ฟ๐ ๐๐๐ ๐ข๐๐๐๐ง๐๐๐๐ ๐๐ ๐บ๐๐ ๐ข̀ ๐ถ๐๐๐ ๐ก๐", ๐๐๐ฃ๐ - ๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐ ๐ ๐ ๐ ๐ ๐๐๐๐ ๐ก๐๐ ๐๐ ๐๐ ๐๐ข๐๐๐๐ ๐๐๐๐ก๐๐๐๐ - ๐ ๐ ๐ฃ๐๐๐๐๐ ๐ ๐ ๐๐๐ก๐ ๐๐๐ง๐๐๐๐ ๐ ๐ถ๐๐๐ ๐. ๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐ ๐ ๐๐๐๐ ๐ก๐๐ ๐๐๐ง๐๐๐๐ ๐̀ ๐๐ ๐ ๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐ ๐ถ๐๐๐ ๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐, ๐๐๐ ๐๐๐๐ก๐๐๐๐ ๐๐๐ ๐ ๐ (๐๐๐๐ก๐๐, ๐๐ ๐๐๐๐๐๐โ๐๐ ๐ ๐๐๐๐ ๐๐๐ข๐๐ก๐, ๐ ๐ ๐ฃ๐๐๐ ๐๐ ๐ฃ๐๐ ๐๐๐ฃ๐ ๐๐๐๐๐๐ก๐ก๐๐๐ก๐ ๐๐๐ ๐๐๐๐๐ก๐ก๐๐๐, ๐ด๐๐ก๐๐๐๐๐๐ ๐ด๐ฃ๐๐๐๐๐๐); ๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐ก๐๐๐๐, ๐๐๐ฃ๐๐๐, ๐ ๐๐ก๐ก๐ ๐ถ๐๐๐ ๐ก๐, ๐ ๐ ๐ก๐๐๐ฃ๐๐๐ ๐๐๐ง๐๐๐๐ ๐ ๐ ๐๐๐๐ ๐ก๐๐ ๐ ๐ถ๐๐๐ ๐ ๐ ๐๐๐ ๐ก๐๐. ๐๐๐๐ ๐ ๐ข ๐ก๐๐ฃ๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐ง๐ง๐๐ก๐, ๐ก๐๐ ๐๐ 1520 ๐๐ ๐๐ 1522 ๐๐๐๐๐, ๐๐๐ ๐๐๐ก๐ก๐๐๐ ๐๐๐๐ข๐๐๐๐ ๐๐๐ง๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐, ๐๐๐ก๐ ๐ ๐๐๐ ๐๐๐๐ ๐๐๐ง๐๐๐๐ (๐๐๐๐๐ 1477/90-1576). ๐ฟ'๐๐๐๐๐ ๐ ๐ ๐ก๐๐๐ฃ๐ ๐๐๐'๐๐๐ก๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐โ๐๐๐ ๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐๐ก๐ ๐ ๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐ก๐, ๐ ๐ต๐๐๐ ๐๐๐ (๐๐๐๐๐๐ข๐๐๐ ๐๐๐๐'๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐ฃ๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐ ๐ฟ๐๐๐๐๐๐๐๐).
Roberto Moggi
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