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Di Pantaleon (Pantaleone) - questo il suo nome sia in latino che in greco traslitterato nel nostro alfabeto - si conosce quanto รจ contenuto nel suo passio, a lui di poco successivo, giuntoci nelle versioni in greco, armeno, georgiano, copto e arabo. Egli godette fin dall'antichitร  di un vasto culto, sviluppatosi prima in oriente e nell’Africa cristiana, poi in occidente. Nacque verosimilmente nella seconda metร  del 200, a Nicomedia, nella Provincia Romana di Bitinia, nella parte nord-occidentale dell’Anatolia fronteggiante lo stretto del Bosforo (oggi nella Turchia asiatica). Figlio di Eustorgio, ricco pagano, fu educato nella fede cristiana dalla madre Eubula o Eubule. Dopo la morte di quest’ultima, perรฒ, non ancora battezzato, fu sedotto dai piaceri del mondo nel pieno della sua giovinezza, iniziando ad allontanarsi dalla Chiesa. In seguito, fu affidato dal padre alla scuola del grande e famoso medico Eufrosino, dal quale apprese ogni segreto della medicina, tanto perfettamente da diventare anch’egli specialista di grandissimo prestigio e autoritร . La sua fama giunse fino a Massimiano, “cesare” e poi “augusto” dell'Impero Romano, e allo stesso imperatore Diocleziano (dal 284 al 305). Gli atti narrano che Massimiano volle conoscerlo e ne fu conquistato, tanto da prenderlo al proprio personale servizio di corte, con un alto trattamento. Secondo altre fonti, invece, Pantaleone si sarebbe posto a disposizione di Galerio, il quale pure fu prima “cesare” e poi “augusto” dell’Impero Romano d’Oriente (dal 305 al 311). A prescindere da quale alto personaggio abbia eventualmente servito, ciรฒ che appare rilevante รจ come, pur se esteriormente pagano, Pantaleone non avesse mai fatto morire, nel suo cuore, l’antica fede in Gesรน che la madre gli aveva instillato. Sempre meno era attratto dalle lusinghe dei piaceri terreni, mentre si donava volentieri ai fratelli malati e bisognosi, nell’esercizio della sua professione sanitaria. Questo “dono di sรฉ” era talmente autentico che condivise, con i contemporanei colleghi medici Cosma e Damiano, fratelli gemelli (260-303) e futuri santi, il soprannome di “Anargiro” (vocabolo greco, traslitterato nell’alfabeto latino, che letteralmente significa “senza argento”, cioรจ “senza denaro”), poichรฉ prestava la propria opera gratuitamente, soprattutto ai piรน poveri e bisognosi, senza richiedere alcun compenso. Cosรฌ, a un certo punto, si potรฉ realizzare anche il suo formale ritorno al cristianesimo, grazie a un sacerdote di nome Ermolao, che viveva nascosto per sfuggire alle persecuzioni contro i cristiani di quei tempi, il quale ne lodรฒ la maestrรฌa nella medicina, ma lo convinse a mettere al primo posto Gesรน. Questi lo convinse ad abbandonare l’adorazione del dio pagano Asclepio o Esculapio (in latino Aesculapius, uno degli dei della mitologia greca, che i medici pagani consideravano il loro patrono), garantendogli la capacitร  di guarire ogni male nel solo nome di Gesรน. Di ciรฒ Pantaleone fece piรน volte personale esperienza e, dopo aver visto risuscitare, alla sola invocazione del Figlio di Dio, un bambino morto per il morso di una vipera, si convertรฌ definitivamente e si fece subito battezzare. In seguito, la guarigione di un cieco che si era rivolto a lui, ne corroborรฒ il risanamento spirituale e la conversione, unitamente a quella del cieco stesso e di suo padre Eustorgio. Alla morte del genitore, Pantaleone distribuรฌ l’intero patrimonio ai servi e ai poveri, senza nulla tenere per sรฉ stesso e diventando povero e sempre piรน “il medico di tutti”, soprattutto dei piรน miseri e abbandonati. Tuttavia, questo suo modo di fare generoso e altruista, che lo rendeva amatissimo dal popolo, suscitรฒ ben presto l'invidia e il risentimento dei colleghi pagani, che lo denunciarono alle autoritร  imperiali quale cristiano. I funzionari preposti, come di prassi, con lusinghe e minacce gli imposero di abiurare la fede in Cristo e ritornare a quella pagana. A questo punto, Pantaleone, risoluto a non tradire il Signore pur consapevole di ciรฒ cui andava incontro, riuscรฌ a fare accettare dai giudici una sorta di “verifica sul campo” tra i sacerdoti pagani e lui, onde verificare quale fosse il vero Dio. Cosรฌ, intorno ad un paralitico appositamente convocato, inutilmente si affannarono i sacerdoti dei falsi dei invocando tra questi anche Asclepio e Galeno. Egli, invece, guarรฌ immediatamente, nel nome di Cristo, l'ammalato. Quest’ultimo miracolo suscitรฒ la conversione di molti, ma anche l'ostinazione dei sacerdoti pagani e delle autoritร , che, alle lusinghe, fecero seguire una lunga serie di tormenti. Ogni tentativo di fargli abiurare la fede in Gesรน, perรฒ, fu inefficace, provocando ancor piรน l'ira dei giudici che lo accusarono di magia. Dopo le tante feroci torture, il 27 luglio 305, uno degli aguzzini lo colpรฌ mortalmente dopo che era stato legato a un albero secco e, dalla ferita mortale, tramanda la tradizione, sgorgรฒ sangue misto a latte, mentre l'albero al quale Pantaleone era legato si caricรฒ di frutti. Nel Duomo di Ravello presso Amalfi (oggi in provincia di Salerno, regione Campania), รจ conservata una sua reliquia, costituita da un’ampolla vitrea contenente il suo sangue mescolato a una “spuma lattescente”, che sarebbe stata portata dall’Oriente, via mare, da mercanti amalfitani. Nella ricorrenza della sua festa, il 27 luglio, avviene il fenomeno della liquefazione, quando il contenuto dell’ampolla appare sciolto e di un colore rubino. Al fenomeno รจ sempre stata data, come accade a Napoli per il sangue di San Gennaro, un’interpretazione divinatoria che vede, nel ritardo o nella mancata liquefazione, un pronostico infausto di calamitร . Pantaleone รจ patrono dei medici, insieme ai Santi Cosma e Damiano, e delle ostetriche.
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Roberto Moggi 
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