๐๐ ๐ ๐ข - ๐๐ ๐ฆ๐๐ ๐ ๐ข๐จ ๐๐๐๐ - ๐ฅ๐ฎ๐ง๐๐๐ข̀ ๐๐๐ฅ๐ฅ๐ ๐๐ ๐ฌ๐๐ญ๐ญ๐ข๐ฆ๐๐ง๐ ๐๐ข ๐๐๐ฌ๐ช๐ฎ๐, ๐ฅ๐ ๐๐ก๐ข๐๐ฌ๐ ๐๐๐ฅ๐๐๐ซ๐ ๐ฅ๐ ๐ฆ๐๐ฆ๐จ๐ซ๐ข๐ ๐จ๐๐๐ฅ๐ข๐ ๐๐ญ๐จ๐ซ๐ข๐ ๐๐ข ๐๐๐ง ๐
๐ข๐ฅ๐ข๐ฉ๐ฉ๐จ ๐๐๐ซ๐ข, ๐ฌ๐๐๐๐ซ๐๐จ๐ญ๐. Filippo Romolo - questi i suoi nomi di battesimo, anche se chiamato solo col primo - nacque il 21 luglio 1515 a Firenze, allora capitale dell’omonima repubblica oligarchica, governata da un consiglio noto come “Signoria”, a capo della quale era il cosiddetto “Gonfaloniere”. Filippo era il secondogenito dei quattro figli della famiglia Neri, originariamente agiata ma poi decaduta. Il padre Francesco era un notaio che, per mancanza di clienti, finรฌ per dedicarsi all’alchimia, mentre la madre, Lucrezia da Mosciano, proveniva da una modesta famiglia rurale. Quando la mamma morรฌ con il quarto figlio che stava partorendo, lasciandolo orfano in tenera etร , il padre si risposรฒ con una donna buona e pia, che instaurรฒ, con lui e i suoi fratelli, un affettuoso rapporto. Filippo, molto sensibile e dal carattere gentile e amorevole, era per questo chiamato abitualmente col vezzeggiativo di "Pippo buono”, che gli resterร per tutta la vita. Ricevette la prima istruzione direttamente dal padre, molto colto, che gli trasmise la passione per la lettura, al punto che, un po’ alla volta, giunse a costituire una biblioteca privata con molti volumi. La formazione religiosa la ebbe in cittร , nel convento Domenicano di San Marco. In quell'ambiente, respirรฒ il clima spirituale del movimento instaurato dal focoso predicatore apocalittico Girolamo Savonarola (1452-1498), frate predicatore (domenicano) verso il quale nutrรฌ grande devozione e affetto per tutta la vita, pur mantenendo un’evidente distanza dai suoi metodi e dalle sue scelte. Verso il 1533, appena diciottenne, su consiglio del padre che desiderava offrirgli ogni maggiore possibilitร di riuscita nella vita, Filippo si trasferรฌ nel Lazio meridionale, nella cittadina di San Germano (oggi Cassino in provincia di Frosinone, regione Lazio), da un parente commerciante senza prole, per un’esperienza lavorativa che durรฒ poco. Dal 1534 si spostรฒ a Roma, probabilmente senza un motivo particolare o un progetto preciso, forse perchรฉ affascinato dalla grande capitale della cristianitร , giungendovi con l'animo contrito del pellegrino penitente. Nell’Urbe visse gli anni della giovinezza in modo austero e lieto al tempo stesso, tutto dedito al proprio spirito. Qui, la casa del concittadino fiorentino Galeotto Caccia, capo della locale dogana, gli offrรฌ ospitalitร e un frugale vitto, che lui ricambiava facendo da precettore ai figli. Lo studio lo attirava, tanto da frequentare lezioni di filosofia e teologia dai frati agostiniani e all’universitร della Sapienza, ma ben maggiore era l'attrazione che provava per la vita contemplativa, tanto forte da impedirgli persino di concentrarsi sugli argomenti delle lezioni. Questa spiritualitร , tuttavia, la viveva nella libertร del laico che poteva scegliere, fuori dai “recinti” di un chiostro, i modi e i luoghi della propria preghiera, prediligendo ad esempio chiese solitarie, catacombe (memoria dei primi tempi della Chiesa apostolica) o il sagrato delle chiese durante le notti silenziose. Coltivรฒ per tutta la vita questo spirito di contemplazione, alimentato anche da fenomeni straordinari che il Cielo gli concedeva, come quello avvenuto nella Pentecoste del 1544, quando, all’interno delle catacombe di San Sebastiano sulla via Appia Antica, dove si era recato e intrattenuto per tutta una notte d’intensa preghiera, ebbe la grazia di ricevere in forma sensibile il dono dello Spirito Santo, che - come lui stesso ebbe a dire - “dilatรฒ il suo cuore”, infiammandolo di un fuoco invisibile che gli arderร nel petto fino al termine dei suoi giorni. Questa intensissima esistenza mistica si sposava con un’altrettanto vigorosa quanto discreta attivitร di concreto esercizio della caritร , nei confronti di qualunque, bisognoso, gli capitasse di incontrare nelle piazze e nelle vie di Roma: sia nel servizio volontario che prestava presso l’ospedale San Giacomo in Augusta, detto “degli Incurabili”, nel centro cittร ; sia nella partecipazione all’attivitร di alcune confraternite, tra le quali, in modo speciale, quella della Trinitร dei Pellegrini, di cui Filippo fu forse il fondatore e sicuramente il principale artefice, insieme al suo confessore Padre Persiano Rosa. A quest'ultimo Filippo affidรฒ la cura della propria anima, ed รจ sotto la sua direzione spirituale che maturรฒ lentamente la chiamata alla vita sacerdotale. Intraprese cosรฌ i necessari studi e, il 23 maggio 1551, a trentasei anni, nella chiesa parrocchiale di San Tommaso in Parione, fu ordinato sacerdote. Filippo continuรฒ da presbitero l'intensa vita di servizio ai fratelli che giร lo aveva caratterizzato da laico. Andรฒ ad abitare nella “Casa di San Girolamo”, sede della Confraternita della Caritร , che ospitava a pigione un certo numero di sacerdoti secolari, dotati di ottimo spirito evangelico, i quali attendevano all’annessa chiesa. Qui il suo principale ministero divenne l'esercizio della confessione e fu proprio con i suoi penitenti che Filippo iniziรฒ, nella semplicitร della sua piccola camera, quegli incontri di meditazione, di dialogo spirituale, di preghiera, che costituirono l'anima e il metodo di quel rivoluzionario luogo d’incontro, socializzazione e preghiera che assunse il nome di “Oratorio” (termine che indicava in origine uno spazio in cui si riunivano i membri di una confraternita o di una comunitร religiosa per pregare, in latino “orare”). Ben presto la cameretta non bastรฒ al numero crescente di “pazienti spirituali”, Filippo fece allora radunare i suoi discepoli, da tutti chiamati ormai "quelli della Caritร ", in un locale situato sopra la navata dell’attigua chiesa, prima destinato a conservare il grano che i confratelli distribuivano ai poveri. Tra i discepoli del santo, alcuni - ricordiamo tra tutti i futuri cardinali Cesare Baronio e Francesco Maria Tarugi, che diventeranno entrambi venerabili - maturarono la vocazione sacerdotale, proprio perchรฉ innamorati del suo metodo e della sua azione pastorale. Nacque cosรฌ, senza un progetto preordinato, la "Congregazione dell'Oratorio", una comunitร di preti che nell'Oratorio avevano non solo il centro della loro vita spirituale, ma anche il piรน fecondo campo di apostolato. In seguito, con altri discepoli nel frattempo divenuti anch’essi sacerdoti, andรฒ ad abitare nella canonica di San Giovanni dei Fiorentini, chiesa della comunitร fiorentina di Roma, di cui Filippo aveva dovuto accettare la Rettoria per le pressioni dei suoi concittadini toscani. Qui iniziรฒ, tra i presbiteri discepoli di Filippo, quella semplice vita familiare, retta da poche regole essenziali, che divenne la culla di una futura Congregazione. Nel 1575 Papa Gregorio XIII affidรฒ a Filippo ed ai suoi preti l’allora piccola e fatiscente chiesa di Santa Maria in Vallicella, a due passi da San Girolamo e da San Giovanni dei Fiorentini, erigendo al tempo stesso la "Congregatio presbyterorum saecularium de Oratorio" (Congregazione dei presbiteri secolari dell’Oratorio). Filippo, che continuรฒ a vivere nell'amata cameretta di San Girolamo fino al 1583 e che si trasferรฌ solo per obbedienza al Papa nella nuova residenza dei suoi preti, si dedicรฒ con tutto l'impegno a ricostruire in dimensioni grandiose ed in bellezza la piccola chiesa della Vallicella. Qui trascorre gli ultimi dodici anni della sua vita. San Filippo Neri si spense durante le prime ore del 26 maggio 1595, all'etร di ottant'anni, amato dai suoi e da tutta Roma. Nonostante le sue reliquie siano in moltissime chiese, le sue spoglie sono venerate nella cappella a lui dedicata nella stessa chiesa di Santa Maria in Vallicella, dal 1602. Fu canonizzato nel 1622.
๐ผ๐๐๐๐๐๐๐: "๐๐๐ ๐น๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐๐ง๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐", ๐๐๐ก๐๐๐๐๐๐ก๐ ๐๐๐ก๐ก๐ "๐๐๐ ๐น๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐ ๐๐ ๐๐ ๐ก๐๐ ๐", ๐๐๐๐ ๐ ๐ข ๐ก๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐ก๐, ๐๐๐ 1614, ๐๐๐ ๐๐๐ก๐ก๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐ ๐บ๐ข๐๐๐ ๐
๐๐๐ (1575-1642). ๐ฟ'๐๐๐๐๐ ๐ ๐ ๐ก๐๐๐ฃ๐ ๐๐๐'๐๐๐ก๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐โ๐๐๐ ๐ ๐๐ ๐๐๐๐ก๐ ๐๐๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐, ๐๐๐โ๐ ๐๐๐ก๐ก๐ "๐ถโ๐๐๐ ๐ ๐๐ข๐๐ฃ๐", ๐๐๐ ๐๐๐๐ก๐๐ ๐๐ ๐
๐๐๐.
San Filippo Neri
Roberto Moggi
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