๐๐ ๐ ๐ข - ๐๐ ๐๐ฉ๐ซ๐ข๐ฅ๐ ๐๐๐๐ - ๐ฆ๐๐ซ๐ญ๐๐๐ข̀ ๐๐๐ฅ๐ฅ๐ ๐๐ ๐ฌ๐๐ญ๐ญ๐ข๐ฆ๐๐ง๐ ๐๐ข ๐๐๐ฌ๐ช๐ฎ๐, ๐ฅ๐ ๐๐ก๐ข๐๐ฌ๐ ๐๐๐ฅ๐๐๐ซ๐ ๐ฅ๐ ๐๐๐ฌ๐ญ๐ ๐๐ข ๐๐๐ง๐ญ๐ ๐๐๐ญ๐๐ซ๐ข๐ง๐ ๐๐ ๐๐ข๐๐ง๐, ๐ฏ๐๐ซ๐ ๐ข๐ง๐ ๐ ๐๐จ๐ญ๐ญ๐จ๐ซ๐ ๐๐๐ฅ๐ฅ๐ ๐๐ก๐ข๐๐ฌ๐, ๐๐จ๐ฆ๐ฉ๐๐ญ๐ซ๐จ๐ง๐ ๐’๐๐ญ๐๐ฅ๐ข๐ (๐๐ ๐ ๐๐๐๐ ๐ ๐๐๐ ๐น๐๐๐๐๐๐ ๐๐ ๐’๐ด๐ ๐ ๐๐ ๐) ๐ ๐’๐๐ฎ๐ซ๐จ๐ฉ๐ (๐๐๐ ๐๐๐ ๐ต๐๐๐๐๐๐ก๐ก๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐๐, ๐๐๐๐ก๐ ๐ต๐๐๐๐๐๐ ๐๐ ๐๐ฃ๐๐ง๐๐, ๐ ๐๐๐๐ก๐ ๐ถ๐๐๐๐๐๐ ๐ ๐๐๐ก๐๐๐๐ ๐ ๐๐๐๐ก๐ ๐๐๐๐๐ ๐ ๐ต๐๐๐๐๐๐ก๐ก๐ ๐๐๐๐๐ ๐ถ๐๐๐๐-๐ธ๐๐๐กโ ๐๐ก๐๐๐). Caterina nacque il 25 marzo 1347 a Siena, all’epoca capitale dell’omonima repubblica sita nel centro della Toscana, penultima dei ben venticinque figli del tintore Jacopo Benincasa e della popolana Lapa Piagenti o Piacenti. Le principali notizie su di lei provengono dalla cosiddetta “Legenda Maior” (Leggenda Maggiore), il racconto della sua vita scritto dal suo direttore spirituale, il frate domenicano e presbitero Beato Raimondo delle Vigne da Capua (1330-1399). In conformitร a quest’opera, sappiamo che Caterina manifestรฒ fin dalla piรน tenera etร una forte propensione al sacro, avendo una prima visione mistica giร all’etร di sei anni, quando vide, all’interno della basilica senese di San Domenico nella quale si era recata a pregare con i genitori, Gesรน Cristo assiso in trono che la guardava sorridente, in compagnia dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. A soli sette anni fece segretamente voto di castitร e, nello stesso tempo, cominciรฒ a praticare varie forme di penitenza in modo, spesso astenendosi dal mangiare carne e altre pietanze elaborate. Purtroppo le finanze familiari non le permisero di studiare e dovette dedicarsi esclusivamente ai lavori di casa, senza perรฒ mai omettere la frequenza ai Sacramenti, sebbene i genitori non condividessero quello che trovavano un suo eccessivo attaccamento alla religione. Nel 1359 circa, quando aveva dodici anni, in conformitร alle consuetudini dell’epoca, i familiari decisero di farla sposare con un qualche giovane di buon partito, senza nemmeno interpellarla. Lei si oppose coraggiosamente e seppe resistere, desiderosa solo di darsi a Dio nella preghiera e nella meditazione spirituale, sebbene in casa la obbligassero a lavorare continuamente e in modo pesante, sperando di fiaccarne la resistenza e costringerla ad accettare il matrimonio. Nel 1362, intorno ai quindici anni, scelse come confessore e padre spirituale il frate domenicano Padre Tommaso della Fonte (circa 1337-1390), cui i suoi genitori si rivolsero quando la figlia cominciรฒ a dire che non voleva altro sposo in terra che Gesรน Cristo, chiedendogli di dissuaderla. Inizialmente il confessore accontentรฒ i genitori, ma poco a poco cominciรฒ a capire di trovarsi di fronte ad una grande vocazione religiosa. Per saggiarne la sinceritร , tuttavia, le consigliรฒ di tagliarsi i capelli, cosa che lei fece senza esitazione, attirandosi le ire del padre e della madre. Quest’ostracismo familiare nei suoi confronti, perdurรฒ fino al giorno in cui il genitore la sorprese assorta in profonda preghiera con una colomba prodigiosamente aleggiante sul capo. Ravvedutosi, decise allora di lasciarla libera di scegliere la propria strada. Cosรฌ, nel 1363, a sedici anni, entrรฒ nel Terz’Ordine delle Domenicane, dette Suore del Terz’Ordine “della Penitenza” o “Mantellate”, per via del mantello nero sull'abito bianco, restando presso la sua abitazione. Queste suore, infatti, conducevano in casa una vita quasi claustrale e s’incontravano per la preghiera comune nella Cappella delle Volte, sita all’interno della Basilica di San Domenico a Siena. Fu in questo periodo, come lei stessa racconta nei suoi scritti, che si avvicinรฒ alla Sacra Scrittura pur essendo quasi analfabeta, ricevendo dal Signore, dopo un periodo di estenuanti e poco fruttuose fatiche, il dono di sapere leggere. Racconta lei stessa, ancora, che nel 1367 le apparve Gesรน con sua Madre e altri santi, per sposarla a sรฉ nelle “nozze mistiche”. In tale occasione ebbe in dono un meraviglioso anello adorno di rubini, pegno d’amore, che era visibile soltanto ai suoi occhi. Caterina, forte nella fede, non ebbe mai paura, non si mostrรฒ mai intimorita al cospetto dei potenti e si rivolse sempre loro da pari a pari. Verso il 1372, espose al Legato Pontificio in Italia (inviato del Papa e suo stabile rappresentante presso le Chiese locali, le autoritร statali e le istituzioni ecclesiastiche), il Cardinale e giurista francese Pierre d'Estaing (1320-1377), la necessitร di riformare i costumi del clero, di far tornare la Santa Sede a Roma (trasferendola da Avignone dove risiedeva dal 1309) e di organizzare una Crociata contro i musulmani, che minacciavano con le armi l’Europa cristiana e impedivano il libero transito in Terra Santa. Nel 1374, le autoritร ecclesiastiche, indispettite dal fatto che Caterina, analfabeta e ai loro occhi visionaria, si rivolgesse con questi toni a personaggi di tale rango, la convocarono a Firenze di fronte al Capitolo Generale dei Frati Predicatori (Domenicani). L'Ordine, perรฒ, dopo averla ascoltata ne riconobbe l'ortodossia e la affidรฒ alla direzione spirituale di Padre Raimondo delle Vigne da Capua, che come detto sarร il suo principale biografo. Tuttavia, anche se dopo questa data il nome di Padre Tommaso della Fonte non ricorre piรน nella “Legenda Maior”, egli continuรฒ a vivere accanto a Caterina sino alla sua morte, come testimoniano altre fonti note. Il 1ยบ aprile 1375, secondo la tradizione, ricevette le stimmate nella chiesa di Santa Cristina a Pisa, dove si trovava su invito di papa Gregorio XI (dal 1370 al 1378) al fine di preparare proprio la Crociata da lei sollecitata. Le stimmate sarebbero rimaste invisibili fino alla sua morte. Il progetto della Crociata fu abbandonato quando la Repubblica di Firenze, dopo aver stretto alleanza con la Signoria dei Visconti di Milano e avere incitato le cittร dello Stato Pontificio a ribellarsi contro il papa, dichiarรฒ guerra al “papa francese” Gregorio XI, come veniva chiamato in quanto nato Pierre Roger de Beaufort, in Francia. In nome dei fiorentini, allora, Caterina andรฒ alla corte del papa in Avignone in missione di pace, accompagnata da altre ventitrรฉ persone, incluso il Beato Raimondo da Capua. Il pontefice, in ogni caso, seppure affascinato dalla spiritualitร e dalla purezza di Caterina, non si fidava dei governanti fiorentini e rifiutรฒ la pace. Ciononostante, lei continuรฒ con la sua opera di convincimento e non interruppe l'invio di lettere al pontefice in cui lo invitava a tornare a Roma. Tanta coraggiosa tenacia, con l’aiuto di Dio, fu premiata e infine riuscรฌ nel suo intento. Il 17 gennaio 1377, invero, il papa rientrรฒ finalmente nella Cittร Eterna, ponendo definitivamente fine alla cosiddetta “cattivitร avignonese” del papato. Nel 1378, imparรฒ anche a scrivere, ma la maggior parte dei suoi scritti e delle sue corrispondenze rimase frutto di dettatura. All'inizio dello stesso anno, fu incaricata dalla Curia Romana di ristabilire i rapporti tra la Santa Sede e Firenze, ma, dopo aver rischiato la vita nella cittร sull’Arno, la missione fallรฌ. Il 28 luglio 1378, perรฒ, il nuovo papa Urbano VI (dal 1378 al 1389) riuscรฌ finalmente a siglare una pace con la cittร toscana. Questo stato di cose non durรฒ comunque a lungo, poichรฉ il 20 settembre dello stesso anno, nella cittadina di Fondi nel sud del Lazio, la Chiesa dovette subire un ennesimo scisma, causato dall’elezione dell'antipapa Clemente VII. Caterina definรฌ i tredici cardinali scismatici, che avevano votato l’antipapa, come “demoni incarnati”. Nonostante la vittoria militare dell’esercito del legittimo pontefice Urbano VI, contro truppe fedeli all’usurpatore, avvenuta a Marino (presso Roma) il 30 aprile 1379, lo scisma si protrasse per quarant'anni circa. Provata da una vita interamente vissuta al servizio della Chiesa e dei fratelli, senza riposo, con digiuni e astinenze, addolorata per lo scisma e le guerre, Caterina morรฌ a Roma il 29 aprile 1380, a soli trentatrรฉ anni, dopo avere prodigiosamente, come narrano le cronache, cessato di bere per un intero mese. A tal proposito, nella giร citata “Legenda Maior”, รจ riportato che: “… dopo l'apparizione di Nostro Signore, che le fece dono di bere al suo costato, lo stomaco di Santa Caterina si chiuse ... non ebbe piรน bisogno di cibo nรฉ potรฉ piรน digerire. Nessuno se ne meravigliava, perchรฉ accostandosi alla fonte della Vita, lei aveva bevuto a sazietร una bevanda vitale, che le tolse per sempre il bisogno di mangiare …”. Caterina da Siena fu canonizzata da papa Pio II nel 1461 e dichiarata patrona principale d'Italia dal pontefice Servo di Dio Pio XII, il 18 giugno 1939, insieme a San Francesco d'Assisi, mentre papa San Paolo VI l’ha iscritta tra i dottori della Chiesa il 4 ottobre 1970. Infine, รจ compatrona d'Europa per nomina di papa San Giovanni Paolo II del 1ยบ ottobre 1999. Particolarmente ingarbugliate, sono le vicende legate alle sue reliquie. Ella fu sepolta a Roma, nel cimitero di Santa Maria sopra Minerva, ma, tre anni dopo, nel 1384, le fu staccato il capo per portarlo a Siena, dove รจ tuttora conservato nella Basilica di San Domenico unitamente ad un suo dito. Il corpo รจ ancora conservato nella Basilica di Santa Maria sopra Minerva a Roma, mentre il piede sinistro รจ conservato a Venezia nella chiesa dei Santi Giovanni e Paolo.
๐ผ๐๐๐๐๐๐๐: "๐๐๐๐ก๐ ๐ถ๐๐ก๐๐๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐", ๐๐๐๐ ๐ ๐ข ๐ก๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐ก๐, ๐๐๐ 1746 ๐๐๐๐๐, ๐๐๐ ๐๐๐ก๐ก๐๐๐ ๐ ๐๐๐๐๐ ๐๐๐ ๐ฃ๐๐๐๐ง๐๐๐๐ ๐บ๐๐๐ฃ๐๐๐๐ ๐ต๐๐ก๐ก๐๐ ๐ก๐ (๐ ๐บ๐๐๐๐๐๐ก๐ก๐๐ ๐ก๐) ๐๐๐๐๐๐๐ (1696-1770). ๐ฟ'๐๐๐๐๐ ๐ ๐ ๐ก๐๐๐ฃ๐ ๐๐ก๐ก๐ข๐๐๐๐๐๐ก๐ ๐๐๐๐ ๐ ๐ ๐๐ ๐พ๐ข๐๐ ๐กโ๐๐ ๐ก๐๐๐๐ ๐โ๐๐ ๐๐ข๐ ๐๐ข๐ (๐๐ข๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐ ๐ก๐๐๐๐ ๐๐๐๐'๐๐๐ก๐ ๐ ๐๐ข๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐๐๐ก๐), ๐ ๐๐๐๐๐๐ (๐๐๐๐๐ก๐๐๐ ๐๐๐๐'๐ด๐ข๐ ๐ก๐๐๐).
Roberto Moggi
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