Santi Emanuele, Sabino, Codrato (o Quadrato) e Teodosio, martiri.

Oggi - 26 marzo 2025 - mercoledì della III settimana di Quaresima, la Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, i santi Emanuele, Sabino, Codrato (o Quadrato) e Teodosio, martiri. Di Emmanuel (Emanuele), Sabinus (Sabino), Quadratus (Codrato o Quadrato) e Theodosius (Teodosio) - questi i loro nomi in latino - si conosce pochissimo. Il Martirologio Romano specifica che furono martirizzati in Anatolia (la grande penisola dell’Asia Minore dove oggi è la Turchia asiatica). Sappiamo che tutti e quattro erano ferventi cristiani molto impegnati, vissuti in Anatolia, allora parte dell’Impero Romano, nel III secolo circa. Facevano tutti parte di un più numeroso gruppo di cristiani, stimato secondo la tradizione nel numero di quaranta, tutti originari di quell’area geografica, che furono arrestati, incarcerati e sottoposti a lusinghe e torture affinché abbandonassero la fede nel Signore Gesù e sacrificassero agli dei pagani. Uno dei sinassari bizantini (sintetica raccolta agiografica delle vite dei santi), narra come i quattro amici, spinti dall’esempio e dal coraggio dei numerosi cristiani al cui martirio avevano assistito, si presentarono spontaneamente al governatore romano della loro provincia, dichiarandosi seguaci di Gesù. Furono così incarcerati, torturati e - giacché tutti rifiutarono di abiurare la fede e sacrificare agli dei - subirono infine la decapitazione. Un altro antico testo storico e agiografico, che li commemora distintamente, ognuno per suo conto, racconta invece che Quadrato era vescovo di una sede episcopale orientale imprecisata (che dovrebbe ragionevolmente essersi sempre trovata in Anatolia) in un tempo non identificato (che pure s’identificherebbe nel III secolo). Qui, durante una persecuzione contro i cristiani, fu esautorato dai pagani e minacciato di morte se avesse continuato il suo ministero. Egli però non li ascoltò e continuò come prima a esercitare il suo apostolato, evangelizzando, battezzando, visitando i prigionieri e assistendo i fedeli, fino a che non fu arrestato e, primo fra tutti, torturato, condannato a morte e decapitato. Emanuele, Sabino e Teodosio non tollerarono tale violenza immotivata e, pur sapendo di andare incontro a sicura morte, si schierarono con il loro vescovo e si presentarono al governatore per difenderlo, professandosi anch’essi cristiani. Così essi stessi, come già detto, subirono il martirio, in data imprecisata del III secolo.
IMMAGINE: “La decapitazione di Sant’Areta e compagni” (gruppo di arabi cristiani vissuti tra V e VI secolo nell'Arabia meridionale e decapitati nel 523). Illustrazione usata - in assenza di altre specifiche - per simboleggiare il martirio per decapitazione dei santi Emanuele, Sabino, Codrato (o Quadrato) e Teodosio, martiri. Trattasi di miniatura a tempera e oro su pergamena, realizzata, nei primi decenni circa del XI secolo, da ignoto autore di scuola bizantina. L’opera è tratta dal Menologio di Basilio II (raccolta di testi agiografici usata nella Chiesa ortodossa), conservato nella Biblioteca Vaticana, a Roma.
Roberto Moggi
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