Oggi - 1° marzo 2025 - sabato della VII settimana del Tempo Ordinario, la Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, Sant’Albino di Angèrs, vescovo. Di Albinus o Aubin (Albino) - questo il suo nome rispettivamente in latino e in francese - si conoscono poche notizie, quasi tutte provenienti dall’agiografia scritta dal vescovo suo contemporaneo Venanzio Fortunato (530-607), anch’esso futuro santo. Albino nacque nel 470 circa, da una nobile famiglia gallo-romana, forse cristiana, a Darioritum, città marittima della Britannia Minor, penisola nella provincia romana della Gallia Lugdunense (oggi Vannes, in Bretagna, nel nord-ovest della Francia). Quand’era ancora bambino, visse l’immane sconvolgimento sociale, politico e culturale della definitiva caduta dell’Impero Romano, la cui data è fissata dagli storici al 476, anno in cui Odoacre, re del popolo barbarico degli Unni, depose Romolo Augusto, l'ultimo imperatore romano d'Occidente. Si trovò pertanto a vivere sotto i primi cosiddetti “Regni barbari”, con tutti gli epocali sconquassi che ne derivarono in ogni campo della società. Ben presto, seguendo una precoce vocazione religiosa, entrò nel convento della località bretone di Tincillacum (da identificarsi verosimilmente con l’odierna Théhillac) e si fece monaco. Di tale abbazia - che secondo alcune fonti avrebbe fondato egli stesso - divenne poi l’abate per ben venticinque anni. Essa doveva essere probabilmente situata in territorio della diocesi di Angèrs, nella parte centro-occidentale dell’ex Gallia Celtica, nella parte periferica della Bretagna (oggi nella regione Paesi della Loira, Francia). Nel 529, Albino fu eletto per designazione popolare anche vescovo di quella diocesi. In tale veste, partecipò molto attivamente ai concili di Orlèans del 538 e del 541, nella zona centro-settentrionale di quella che fu la Gallia Celtica (oggi capoluogo della regione Centro-Valle della Loira, Francia), organizzando la nascente Chiesa locale. Pastore innamorato del suo popolo, della verità e della giustizia, sempre alla sequela di Cristo, lottò con forza, malgrado reiterate minacce di morte, contro i matrimoni incestuosi all’epoca frequenti nelle grandi famiglie nobiliari. Malato e vecchio, non potendo più muoversi, mandò comunque un suo delegato di fiducia al concilio di Orléans del 549. Secondo la tradizione, ebbe un’accesa disputa con il sovrano Childebert (496-558), re dei Franchi della dinastia Merovingia, che regnò sulle regioni della Neustria, della Bretagna e, dal 524, anche sulla Valle della Loira, a nord dell’omonimo fiume. La controversia, scaturiva dal fatto che il monarca aveva ingiustamente fatto imprigionare una pia donna di nome Etherie e non la voleva liberare nonostante le proteste di Albino. Non riuscendo a ottenerne la scarcerazione, Albino andò coraggiosamente a trovarla in prigione senza autorizzazione e, il soldato di guardia che tentò di opporsi alla sua visita, cadde morto ai suoi piedi. Questo fatto prodigioso impressionò a tal punto il re che fece liberare la sventurata donna. Un’altra tradizione racconta che un giorno Albino pregò fino a notte per alcuni uomini imprigionati innocenti nella torre di Angèrs, quando all’improvviso una grande pietra crollò dal muro della prigione, aprendo un varco che permise loro la fuga. Per questo motivo è invocato come protettore dei prigionieri. Alla sua morte, il 1° marzo 550, fu sepolto nel vecchio cimitero presso la chiesa di San Pietro ad Angèrs. Dopo il 556, le sue reliquie furono solennemente esumate dinanzi al vescovo di Parigi Germano (fine del V secolo-576), che pure sarà santo, e trasferite nella cripta di una nuova chiesa, che divenne la grande abbazia che oggi porta il suo nome (Abbaye de Saint-Aubin). L’edificio sacro è oggi distrutto (a seguito degli avvenimenti della Rivoluzione francese), ma ne sopravvivono ancora una torre del XII secolo e gli edifici conventuali ricostruiti nel XVII secolo. Non si conosce la sorte delle reliquie del santo. I tanti miracoli che si attribuiscono ad Albino, ne fecero uno dei santi più popolari del medioevo francese, ancor’oggi molto venerato in Francia.
IMMAGINE: "Sant'Albino esorcizza una donna", miniatura policroma a tempera su carta, tratta da volume "Miracula Sancti Albini" (Miracoli di Sant'Albino), altrimenti detto "Vie de Saint Aubin d'Angers" (Vita di Sant'Albino di Angers), redatto tra il 1100 e il 1150 circa da ignoto autore di ambito francese. L'opera si trova nella Biblioteca Nazionale di Francia a Parigi.
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