Santa Matilde di Germania

Oggi - 14 marzo 2025 - venerdì della I settimana di Quaresima, la Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, Santa Matilde, nota anche con la specificazione “di Germania” o “di Ringelheim”, regina. Di Mathildes o Mathilde (Matilde) - questo il suo nome rispettivamente in latino e nell’antica lingua tedesca - si hanno informazioni che provengono principalmente da due biografie: la “Vita Mathildis reginae antiquior” (“Vita più antica della regina Matilde”), scritta subito dopo la sua morte nel 968, e la successiva “Vita Mathildis reginae posterior” (“Vita posteriore della regina Matilde”), databile al periodo compreso tra il 973 e il 975 circa. Ella nacque intorno agli anni 895 - 896, in un’aristocratica famiglia cattolica di Enger, cittadina nel settentrione della Vestfalia, all’epoca distretto del ducato di Sassonia, nel nord-est del Regno di Germania (oggi regione della medesima zona della Germania). Ancora molto piccola fu affidata alla nonna, che portava lo stesso nome, badessa di un monastero nella città di Herford, nello stesso territorio, allo scopo di farle avere un’educazione e una formazione culturale e cristiana adeguata al suo rango. Soggiornò nel predetto convento per circa quattro anni, ricevendo un’eccellente istruzione e mostrandosi assidua alla preghiera e ai sacramenti. Nel 909, appena adolescente, in conformità alle consuetudini dell’epoca, senza neanche consultarla i genitori la diedero in moglie al nobile Heinrich (Enrico), figlio del duca di Sassonia, stato germanico vicinale. Nel 912, il coniuge succedette al padre alla guida del predetto ducato e, nel 919, alla prematura morte del re Corrado I “di Franconia”, fu eletto re di Germania, nel Sacro Romano Impero. Il matrimonio di Matilde, benché fosse stato “combinato” e finalizzato alla convenienza reciproca tra le parti, per grazia di Dio si rivelò un’unione felice, che condusse principalmente nel palazzo reale di Wallhausen, in Sassonia. A causa delle frequenti guerre e delle altre esigenze di governo, il marito era costretto ad allontanarsi spesso, mentre lei, sola, conduceva una vita praticamente monacale, dedicandosi alla preghiera e alla generosa carità verso tutti. La sua condotta era talmente pia che, sia Enrico che i sudditi, attribuivano le vittorie da lui conseguite proprio alle ferventi orazioni della buona e mite regina. Dal matrimonio nacquero cinque figli: Ottone I “il Grande”, che fu duca di Sassonia, re di Germania dal 936, re d'Italia dal 951 e imperatore del Sacro Romano Impero dal 962; Enrico I detto “il Litigioso”, duca di Baviera; Bruno I detto “il Grande”, che fu arcivescovo di Colonia e divenne santo; Gerburga (o Gerberga), che fu moglie del re Luigi IV dei francesi; e Edvige, moglie di Ugo “il Grande”, conte di Parigi. Nel 936, rimasta vedova e salito al trono di Germania il suo primogenito Ottone, Matilde si spogliò immediatamente di tutti i suoi gioielli e degli abiti sontuosi confacenti al suo lignaggio, rinunciando ai privilegi del proprio rango. Da quel momento condusse una vita ancora più austera, alla sequela di Cristo, tra l’incessante preghiera e le opere di carità. A causa delle ingenti elemosine che distribuiva ai bisognosi, però, finì per attirarsi le ire dei figli, che più volte l’avevano redarguita e invitata alla moderazione. Ottone ed Enrico, che pure erano stati in precedenza in discordia per la successione al trono, le si rivoltarono contro, accusandola congiuntamente di sperperare il tesoro della Corona e chiedendole un rendiconto delle spese sostenute, fino a obbligarla a restare chiusa in un convento. Lei sopportò con estrema pazienza e misericordia cristiana questi atti miserevoli compiuti dai suoi figli e, dopo avere ottenuto dagli stessi il permesso di uscire dal monastero ove, di fatto, era segregata, previo il lascito a essi di tutta la sua eredità, si ritirò a Enger, nella residenza di campagna ove era nata. Appena partita, però, Enrico cadde ammalato e sorsero nuovi problemi politici. Allora la saggia moglie di Ottone, la regina Edith, convinse questi a chiedere perdono alla madre e a richiamarla a corte per partecipare agli affari di stato, data la sua grande esperienza e il credito che aveva tra la nobiltà e il popolo. Fu così che Matilde tornò al palazzo reale riprendendo in mano gli affari di stato e, nello stesso tempo, la sua opera a favore della Chiesa e dei poveri. Infatti, fece erigere numerosi ospedali e creò i monasteri maschili di Pöhlde e Quedlinburg (entrambi in Sassonia), oltre alle abbazie femminili di Enger (Sassonia) e Nordhausen (Turingia). Nel 965, onorata e rispettata dai suoi familiari e dal popolo, ebbe la gioia di ricevere l'omaggio della propria parentela durante l'assemblea dinastica di Colonia (Germania), dove fu festeggiata come simbolo dell'unità familiare. Resse ancora il regno di Germania nel 962, durante l'assenza di Ottone, sceso in Italia per ricevere la Corona Imperiale dal pontefice Giovanni XII. In seguito si ritirò nel monastero di Nordhausen, trasferendosi poco dopo in quello di Quedlinburg, entrambi da lei stessa fondati. Verso la fine del 967 una febbre che la disturbava ormai da tempo si aggravò ulteriormente e lei, presagendo vicina la fine, chiese di essere sepolta a Quedlinburg, accanto alla tomba del marito. Morì il 14 marzo 968 e fu sepolta, come richiesto, nello stesso monastero vicino al coniuge. Fu proclamata santa per acclamazione subito dopo la morte. 
IMMAGINE: "Domanda di matrimonio fra il Duca Enrico I e Matilde di Ringelheim" (dove la santa si trova in piedi sulla sinistra, con un grande giglio nella mano destra), olio su tela dipinto, negli ultimi anni del XIX secolo, dal pittore austro-tedesco Ludwig Adam Kunz (1857-1929). L'opera si trova nel Museo Nazionale di Vienna (capitale dell'Austria).
Roberto Moggi
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