IV domenica di Quaresima in Laetare

 
Oggi - 30 marzo 2025 - è la IV domenica di Quaresima 
chiamata “Laetare”, dall'imperativo presente passivo del verbo latino “laetere”, che significa “rallegrarsi”. Questa parola - che è anche la prima dell’introito, ovvero l’antifona d’ingresso pronunciata all’inizio della Messa - è pertanto la domenica “della gioia”, “della letizia”. La Liturgia di questa domenica ci invita a guardare con gioia verso la novità del futuro che già sta brillando sull’orizzonte pasquale. Un grido di gioia apre questa domenica: “Rallegratevi, esultate, gioite!” (la predetta antifona d’ingresso - colletta). Gioia e letizia perché la salvezza è vicina, perché nonostante i ripetuti tradimenti, Dio non abbandona il suo popolo (Preghiera Eucaristica della Riconciliazione I). La liturgia, ancora, con il segno dei paramenti che normalmente sono di colore rosaceo e con le antifone della Messa, invita, appunto, a “rallegrarsi” perché “la redenzione è ormai vicina”, giacché ci avviciniamo alla fine dell’impegnativo cammino quaresimale e quindi alla Santa Pasqua. In questo giorno la Chiesa sospende l’austerità della Quaresima: i canti della Messa non parlano che di gioia e di consolazione, si può mettere un sobrio addobbo floreale sull’altare e - ove ci sia la possibilità - si può far risentire l’organo, rimasto muto nelle tre domeniche precedenti. Sono gli stessi riti che abbiamo visto praticare durante l’Avvento, nella terza domenica chiamata “Gaudete”, che ha lo stesso significato. Questa Quarta Domenica di Quaresima segna il “centro” del cammino penitenziale in preparazione alla Pasqua; la tradizione della Chiesa l’ha denominata “Laetare”, dalla prima parola latina dell’antifona d’ingresso, che è un invito alla gioia. Tutte e tre le Letture di questa domenica sono attraversate dalla gioia: la gioia dei figli di Israele che celebrano la Pasqua e mangiano i frutti della terra di Canaan, la terra promessa [Prima Lettura: Gs (Giosuè) 5, 9°. 10-12]; la gioia di chi accoglie da Dio il dono della riconciliazione [Seconda Lettura: 2Cor (Seconda lettera ai Corinzi) 5, 17-21]; la gioia del padre che ha ritrovato il figlio che era morto ed ora gli fa festa [Vangelo: Lc (Luca) 15, 1-3. 11-32]. Non è casuale, dunque, che questa domenica sia la “Domenica della gioia”, una gioia che è innanzitutto “in” Dio. È da questa gioia che nasce un’autentica novità: la novità di chi inizia un nuovo modo di vivere nella terra che ci è donata (Prima Lettura); la novità del peccatore perdonato, che diventa una nuova creatura (Seconda Lettura); la novità di un figlio perduto e ritrovato, morto e ritornato in vita, riammesso alla condizione perduta e addirittura festeggiato, la novità di un Dio che attende e va incontro ai peccatori (Vangelo).
IMMAGINE: "Il ritorno del Figliol prodigo", olio su tela dipinto, nel 1668 circa, dal pittore olandese Rembrandt Harmenszoon van Rijn, noto semplicemente come Rembrandt (1606-1669). L'opera si trova presso il Museo Statale dell'Hermitage, a San Pietroburgo (Federazione Russa).
Roberto Moggi
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