Votta ’a pretella e annasconne ’a manella

Lancia la pietruzza e nasconde la manina. Lo si dice di chi non intenda assumersi la responsabilità delle proprie malefatte.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Un detto più che conosciuto, quello di lanciare il sasso e nascondere la mano, che denota ipocrisia, vigliaccheria e anche malvagità, quando si insinuano maldicenze e falsità, per mettere zizzania o screditare una o più persone, facendo in modo da non esserne individuati come autori, arrivando, se interpellati in merito, a incolpare qualcun altro.
Un agire dietro le quinte, senza assumersi la responsabilità delle proprie azioni, specialmente se sono discutibili e poco dignitose.
Un noto modo di dire utilizzato con diverse sfumature di significato.
Una maniera, per esempio, di provocare una situazione sgradevole, fingendo non soltanto di non esserne a conoscenza, ma addirittura unendosi alla disapprovazione generale che tale evento ha provocato; può anche voler dire agire di nascosto, arrivando a cercare di indurre qualcun altro a farlo al proprio posto, e attribuendogli poi la responsabilità dell'operato, negando di esserne il mittente. Insomma, un'azione che può risolversi nel cercare di lanciare una provocazione, di solito con intenti disturbatori, sconfessando però la propria iniziativa.
Un malcostume che ci porta a ricordare come fu attuato l'ostracismo ad Atene, nell'antica Grecia, una prassi giuridica che, secondo Aristotele, fu ideata da Clistene nel 510 a.C.
La parola òstrakon significa "coccio di vaso di terracotta" o "conchiglia".
In tempi in cui il papiro scarseggiava poiché costoso prodotto importato dall'Egitto, le votazioni venivano eseguite su frammenti di vasellame.
L'ostracismo era una forma di contenimento degli eccessi e quindi poteva essere colpito e punito con l’esilio temporaneo non solo il reprobo, ma persino il troppo onesto. Ne è una riprova la condanna di Aristide che per troppa onestà e per essere considerato troppo giusto, venne in questo modo allontanato dalla comunità cittadina, desiderosa che non si eccedesse, non solo nei difetti, ma anche nelle eccessive virtù, che ci riporta a uno scenario politico attuale che, purtroppo, è sempre in auge.
I cittadini che scrivevano sul coccio il nome della persona da esiliare, erano coperti dall'anonimato, non dovendo aggiungere la loro identità, con tutti i brogli che potevano aver luogo, con tale procedura, quando era attuata a seguito dell'inimicizia, o dell'invidia verso qualcuno
Secondo quanto riferisce Plutarco nelle Vite parallele, l'ostracismo era una istituzione seria e non ritenuta una punizione di per sé infamante e dunque lesiva dell'onore, perché serviva innanzitutto a calmierare eventuali eccessi, sempre visti con sospetto nel mondo antico.
Una norma giuridica che, vista con gli occhi di oggi, legalizzava quello che definiamo lanciare il sasso e nascondere la mano, per l'anonimato di cui godevano i partecipanti alle votazioni.
Un'azione che la si può individuare in quelli che, in politica, sono definiti "franchi tiratori", che approfittando del voto a scrutinio segreto, non seguono le indicazioni del proprio partito o gruppo parlamentare a cui appartengono.
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