San Riccardo, re

Oggi - 7 febbraio 2025 - venerdì della IV settimana del Tempo Ordinario, la Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, San Riccardo, re. Di Ricardus o Richard (Riccardo) - questo il suo nome rispettivamente in latino e in inglese - noto anche con le ulteriori specificazioni, dopo il sostantivo “re”, di: “degli Inglesi”, “d’Inghilterra” o “del Wessex”, si hanno pochissime e non sempre comprovate notizie. Esse provengono in massima parte dal documento noto come “Hodoeporicon” (vocabolo greco traslitterato nel nostro alfabeto che significa “itinerario” o “viaggio”), redatto attorno al X secolo nel monastero di Heidenheim, nella città di Eichstatt dell’allora Ducato di Baviera (oggi in Germania). Si tratta delle memorie dettate, poco prima di morire, da San Villibaldo (che la Chiesa ricorda il 7 giugno), vescovo di quella diocesi e figlio proprio di re Riccardo. Si ritiene che egli sia nato nel Regno del Wessex, che si trovava nel sud-ovest della Gran Bretagna (oggi corrispondente pressappoco alla contea dell’Hampshire in Inghilterra), verso la fine del VII secolo. Divenuto sovrano del suo Paese, si sposò con una nobile, tale Wunna o Bonna, della quale non si conosce con certezza il nome. Assiduo ai sacramenti e alla preghiera, regnò sempre con attenzione evangelica verso i poveri, i malati e gli abbandonati. Nel 720, da fervente cristiano, partì per un pellegrinaggio a Roma con i due figli maschi: il già citato Villibaldo e Vunibaldo, entrambi futuri santi (il secondo liturgicamente ricordato il 18 dicembre). Si imbarcarono da un porto fluviale del regno e, navigando sul fiume Hamble, giunsero alla sua foce sull’oceano, in una località vicina all’odierna città di Southampton, sulla costa meridionale dell’Inghilterra. Sulla stessa nave, poi, giunsero sulla costa continentale e risalirono il fiume Senna, nel Regno dei Franchi (oggi in Francia), sbarcando infine a Rouen. Dopo aver visitato numerosi santuari nel Regno Franco, proseguì con i figli, questa volta sulla terraferma, fino alla Penisola Italiana, diretto verso Roma, che intendeva cristianamente visitare. Purtroppo, però, non poté realizzare il suo sogno, morendo verso il 722 nel Libero comune di Lucca, in Toscana, sito sulle vie di transito per la Città Eterna, percorse dalla quasi totalità dei pellegrini nordici che vi si dirigevano. Dato il suo alto lignaggio, le autorità della città toscana lo fecero inumare all’interno della Basilica di San Frediano, dove ancora oggi riposa. In data imprecisata del X secolo circa, quando morì anche suo figlio, il vescovo San Villibaldo, il corpo fu trasferito nella sua diocesi di Eichstatt. Si pensò allora di trasferire in Baviera anche i resti di Re Riccardo deposti a Lucca, per tumularli insieme con quelli del figlio. La popolazione di Lucca però non volle privarsene e gli abitanti di Eichstatt dovettero, come narrano le cronache, “accontentarsi di un po' di polvere della sua tomba”. Ciò premesso, va evidenziato come tuttavia, a detta di alcuni agiografi dei tempi più recenti, esisterebbe la concreta possibilità che Riccardo non sia stato effettivamente re, ma solo un nobile d’alto rango del Regno del Wessex, erroneamente indicato come sovrano solo in seguito, forse in ragione della grande ricchezza e alta nobiltà della sua famiglia. 
IMMAGINE: "San Riccardo re", come appare nel bassorilievo posto all'estrema destra del polittico in marmo bianco che costituisce la tomba e il monumento funebre del santo. Le spoglie sono conservate nella piccola urna cineraria romana (del II Secolo d. C.) collocata sotto l'altare. L'opera è stata realizzata, nel 1416 circa, dallo scultore senese Jacopo di Pietro d'Agnolo di Guarnieri, detto Jacopo della Quercia (1374 circa-1438). Essa si trova nella Cappella Trenta, dedicata al Santo, all'interno della basilica di San Frediano, a Lucca (capoluogo dell'omonima provincia della regione Toscana).
Roberto Moggi
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