San Benigno da Todi, sacerdote

Oggi - 13 febbraio 2025 - giovedì della V settimana del Tempo Ordinario, la Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, San Benigno, noto con la specificazione “da Todi”, sacerdote e martire. Di Benignus (Benigno) - questo il suo nome in latino - non si conosce quasi nulla, essendo andato perduto l’antico “Leggendario” (libro che raccoglieva le vite dei santi) della Chiesa di Todi (cittadina oggi in provincia di Perugia, nella regione Umbria), unica fonte che ne parlava in modo esaustivo. Sappiamo, tuttavia, che era un cittadino romano nato orientativamente nella seconda metà del III secolo, a Colonia Julia Fida Tuder (l’odierna Todi), sulle rive del fiume Tevere nella zona dell’Umbria, al centro circa della Penisola Italiana, dove trascorse l’intera vita. Proveniva probabilmente da una famiglia cristiana o comunque si convertì al Signore molto presto, dedicandosi al bene della collettività locale con grande fervore, bontà e rettitudine, tanto da essere in seguito ordinato sacerdote. Secondo alcune fonti, comunque prive di riscontro, sarebbe anche stato eletto vescovo, tanto che l’iconografia spesso lo raffigura con le vesti episcopali. Benigno era un sacerdote che predicava apertamente il Vangelo, facendo spesso visita ai prigionieri cristiani, che confortava e assisteva. Tutto questo gli costò la vita. Appartiene, infatti, al gran numero di vittime innocenti dell'ultima cruenta persecuzione anticristiana indetta dall’imperatore Diocleziano (regnante dal 284 al 305) e dal cesare suo sottoposto Massimino (dal 286 al 305). Subì coraggiosamente il martirio all’inizio del IV secolo, nella sua città, in modo non conosciuto, dopo essere stato torturato, per non aver voluto abiurare la fede in Cristo e sacrificare agli dei pagani. Il suo corpo, raccolto da mani pietose, venne sepolto lungo la strada che da Todi conduceva al cosiddetto “Vicus Martis” (cioè “Paese di Marte”), oggi località della frazione Santa Maria in Pantano del comune di Massa Martana (provincia di Perugia, regione Umbria), che da allora, in suo onore, è chiamata San Benigno. Lì fu edificato un oratorio e, più tardi, un monastero di monache benedettine che custodiva le sue reliquie. Nel 1440, andato in rovina il convento, le benedettine furono trasferite a Todi, dove portarono pure i resti del martire. Dopo una serie di peripezie, nel 1904 le reliquie furono collocate nella chiesa di San Silvestro di questa città, dove tuttora si venerano sotto l’altare maggiore, racchiuse in un’urna d’argento, sul quale figura il punzone della Zecca pontificia con la data del 1679. Benigno è rappresentato da una delle centoquaranta statue di santi inserite nel colonnato che adorna la basilica di San Pietro a Roma.
IMMAGINE: "San Benigno (da Todi) martire", stampa su incisione realizzata, tra il 1790 e il 1799 circa, dall'incisore e disegnatore romano Pietro Leone Bombelli (1737-1809). L'opera - che riproduce la statua del santo collocata sul colonnato della basilica di San Pietro in Vaticano - si trova presso il Gabinetto Disegni e Stampe, Fondo Corsini, dell'Istituto Centrale per la Grafica di Roma.
Roberto Moggi
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