È
un insegnamento ad essere un po’ più umili nella vita. Non disprezzare
la buona sorte, né tanto meno giudicare le persone e le loro azioni.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Un proverbio che ci esorta all'umiltà e a non disprezzare le vicende che la sorte ci riserva, specialmente quando sono facili e anche propizie, rispetto alle tribolazioni che affliggono una gran parte dell'umanità.
Sputare, di per sé, non è altro che l'atto di emettere saliva e qualcosa che sentiamo fastidioso nella bocca, ma è anche un verbo che si presta a metafore che lo identificano in un atto di insulto e di disprezzo verso una situazione, o una persona.
Un esempio che il tema mette in luce, è rappresentato da chi idealmente sputa nel piatto dove mangia, per il sentimento di ingratitudine, non solo per la vita che fa, ma anche per gli aiuti che riceve, con un comportamento abietto e riprovevole.
Una vita comoda e negli agi, che può portare a considerarla per scontato, poco curandosi di chi versa in tutt'altre condizioni, può indurre a uno scontento del tutto immotivato, come risulta a chi si trova in peggiori condizioni e che si accontenterebbe anche di meno e ringrazierebbe il cielo se riuscisse ad ottenerlo.
Leggiamo in un'allocuzione attribuita al matematico ed economista tedesco Helmar Nahr:
"Il benessere è il passaggio dalla povertà alla scontentezza."
Che mette in luce come una perenne insoddisfazione è spesso più comune a chi sta bene, rispetto a chi si trova peggio
Chi è perennemente insoddisfatto e in preda a una frustrazione che si rileva deleteria, disprezza non solo la vita che conduce e che da altri sarebbe più che ambita, ma anche quella delle persone che gli stanno intorno e che sono comprese nel disprezzo.
Nel caso di un tenore di vita che appare modesto a chi lo conduce, rispetto a uno che reputa migliore, perché goduto da altri, per come sempre più verde sembra l'erba del vicino, che se poi quell'ideale giardino diventasse suo, passerebbe sempre il tempo a invidiare quelli altrui, si riduce nel fenomeno di chi disprezza del tutto a sproposito le proprie condizioni.
Un individuo al quale farebbe bene un corso d'indigenza, lungo a seconda di quanto ha trascorso il tempo a disprezzare il modo in cui è vissuto, affinché possa riuscire a rendersi conto dell'atteggiamento stupido tenuto, rispetto a quello di una persona dotata di un minimo di saggezza che, anche se conduce una vita modesta, per consolarsi, le basta guardarsi intorno e fare caso a chi sta peggio di lui, per essere appagato, ben sapendo che la ricchezza accresce il desiderio del superfluo, che diventa necessario, e l'ottenerlo si risolve in una soddisfazione effimera, che si tramuta in un'insoddisfazione che conduce a un'infelicità che non ha mai fine
Chi piange miseria e disprezza la vita che conduce, spesso sta meglio di chi lotta in silenzio e, all'opposto di chi, pur soffrendo, è capace di regalare anche un sorriso, l'eterno insoddisfatto riesce a rovinare il tempo che trascorre, lamentandosi per qualsiasi stupidaggine.
Spesso chi passa il tempo in lamentele, rovinando il vivere sereno di chi ha intorno, è un vampiro di energia vitale, perché cerca di carpire quella altrui, un individuo da tener lontano, perché non solo rovina l'umore di chi lo sopporta, ma anche la salute.
Rispetto a chi è dotato di un sano ottimismo, un minimo di creatività e la capacità di riuscire a rendersi piacevole la vita più semplice che si può trascorrere, l'insoddisfatto delle noiose abitudini che ha e che non si cura di cambiare, trascorre il tempo in un'apatica attesa di un lieto evento, dovuto a persone o a circostanze e se poi qualcosa di piacevole e inaspettato succedesse, è possibile che se ne accorga solo quando è sfumata l'occasione di approfittarne, abituato com'è solo ed esclusivamente ad aspettare e a lamentarsi perché non succede niente, che se poi succedesse qualcosa e se ne accorgesse, c'è pericolo che vada addirittura in crisi, per come risulta funesta e difficile da eliminare l'abitudine a disprezzare qualsiasi cosa ci si trovi ad affrontare.
Ricordiamo sempre che per qualsiasi penoso evento stiamo trascorrendo, se ce ne lamentiamo in continuazione, è come se volessimo allungarlo, invece di volergli porre fine.
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Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Un proverbio che ci esorta all'umiltà e a non disprezzare le vicende che la sorte ci riserva, specialmente quando sono facili e anche propizie, rispetto alle tribolazioni che affliggono una gran parte dell'umanità.
Sputare, di per sé, non è altro che l'atto di emettere saliva e qualcosa che sentiamo fastidioso nella bocca, ma è anche un verbo che si presta a metafore che lo identificano in un atto di insulto e di disprezzo verso una situazione, o una persona.
Un esempio che il tema mette in luce, è rappresentato da chi idealmente sputa nel piatto dove mangia, per il sentimento di ingratitudine, non solo per la vita che fa, ma anche per gli aiuti che riceve, con un comportamento abietto e riprovevole.
Una vita comoda e negli agi, che può portare a considerarla per scontato, poco curandosi di chi versa in tutt'altre condizioni, può indurre a uno scontento del tutto immotivato, come risulta a chi si trova in peggiori condizioni e che si accontenterebbe anche di meno e ringrazierebbe il cielo se riuscisse ad ottenerlo.
Leggiamo in un'allocuzione attribuita al matematico ed economista tedesco Helmar Nahr:
"Il benessere è il passaggio dalla povertà alla scontentezza."
Che mette in luce come una perenne insoddisfazione è spesso più comune a chi sta bene, rispetto a chi si trova peggio
Chi è perennemente insoddisfatto e in preda a una frustrazione che si rileva deleteria, disprezza non solo la vita che conduce e che da altri sarebbe più che ambita, ma anche quella delle persone che gli stanno intorno e che sono comprese nel disprezzo.
Nel caso di un tenore di vita che appare modesto a chi lo conduce, rispetto a uno che reputa migliore, perché goduto da altri, per come sempre più verde sembra l'erba del vicino, che se poi quell'ideale giardino diventasse suo, passerebbe sempre il tempo a invidiare quelli altrui, si riduce nel fenomeno di chi disprezza del tutto a sproposito le proprie condizioni.
Un individuo al quale farebbe bene un corso d'indigenza, lungo a seconda di quanto ha trascorso il tempo a disprezzare il modo in cui è vissuto, affinché possa riuscire a rendersi conto dell'atteggiamento stupido tenuto, rispetto a quello di una persona dotata di un minimo di saggezza che, anche se conduce una vita modesta, per consolarsi, le basta guardarsi intorno e fare caso a chi sta peggio di lui, per essere appagato, ben sapendo che la ricchezza accresce il desiderio del superfluo, che diventa necessario, e l'ottenerlo si risolve in una soddisfazione effimera, che si tramuta in un'insoddisfazione che conduce a un'infelicità che non ha mai fine
Chi piange miseria e disprezza la vita che conduce, spesso sta meglio di chi lotta in silenzio e, all'opposto di chi, pur soffrendo, è capace di regalare anche un sorriso, l'eterno insoddisfatto riesce a rovinare il tempo che trascorre, lamentandosi per qualsiasi stupidaggine.
Spesso chi passa il tempo in lamentele, rovinando il vivere sereno di chi ha intorno, è un vampiro di energia vitale, perché cerca di carpire quella altrui, un individuo da tener lontano, perché non solo rovina l'umore di chi lo sopporta, ma anche la salute.
Rispetto a chi è dotato di un sano ottimismo, un minimo di creatività e la capacità di riuscire a rendersi piacevole la vita più semplice che si può trascorrere, l'insoddisfatto delle noiose abitudini che ha e che non si cura di cambiare, trascorre il tempo in un'apatica attesa di un lieto evento, dovuto a persone o a circostanze e se poi qualcosa di piacevole e inaspettato succedesse, è possibile che se ne accorga solo quando è sfumata l'occasione di approfittarne, abituato com'è solo ed esclusivamente ad aspettare e a lamentarsi perché non succede niente, che se poi succedesse qualcosa e se ne accorgesse, c'è pericolo che vada addirittura in crisi, per come risulta funesta e difficile da eliminare l'abitudine a disprezzare qualsiasi cosa ci si trovi ad affrontare.
Ricordiamo sempre che per qualsiasi penoso evento stiamo trascorrendo, se ce ne lamentiamo in continuazione, è come se volessimo allungarlo, invece di volergli porre fine.
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