Santi Mario, Marta, Abaco e Audiface, martiri

Oggi - 19 gennaio 2025 - II domenica del Tempo Ordinario, Pasqua settimanale che ha la precedenza sulle altre celebrazioni, la Chiesa ricorda, tra i vari altri, i Santi Mario, Marta, Abaco e Audiface, martiri a Roma, conosciuti anche come "San Mario e compagni". Di Marius (Mario), Martha (Marta), Habacuc (Abaco) e Audiface (invariato in italiano) - questi i loro rispettivi nomi latini - si conoscono poche e non sempre comprovate notizie, pervenute per lo più tramite un passio del VI secolo, considerato attendibile solo parzialmente. Si ritiene, per lo più, che i quattro fossero membri di un’unica famiglia cristiana di Roma, formata dai coniugi Mario e Marta e dai loro due figli Abaco e Audiface. Essi, originari della Persia, sarebbero giunti nell’Urbe verso il 270, per venerare le reliquie dei martiri della cristianità, com’era frequente tra i primi seguaci di Gesù, finendo per stabilirsi nella Capitale dell’Impero Romano. Altra ipotesi, è che siano giunti nella Città Eterna almeno una ventina d’anni dopo, mentre imperversava la grande persecuzione contro i cristiani ordinata nel 293 dall’Imperatore Diocleziano (regnante dal 284 al 305). Tuttavia, recenti studi agiografici ritengono non sicura l’origine persiana dei quattro martiri e la loro stessa appartenenza a un’unica famiglia, dando per possibile che si trattasse di cristiani, non legati da vincoli familiari, abitanti a “Lorium”, località situata sulla via Aurelia, in una villa imperiale distante circa dodici miglia da Roma (oggi identificabile, grosso modo, nella frazione periferica di Castel di Guido, appartenente alla Capitale). La tradizione narra come tutti e quattro i congiunti, durante la vessazione, avessero aiutato tale sacerdote Giovanni a dare degna sepoltura a oltre 260 martiri, decapitati e abbandonati in aperta campagna lungo la via Salaria, appena fuori Roma. Quest’opera pia, invisa alle autorità, non sfuggì però alle medesime e i quattro furono arrestati come cristiani. Vennero tutti interrogati con durezza dal Prefetto Flaviano e dal Governatore Marciano, venendo invitati ad abiurare la fede in Gesù e a sacrificare agli dei pagani. Avendo tutti rifiutato, furono anch’essi condannati alla decapitazione. Per i tre uomini, Mario, Abaco e Audiface, la sentenza fu eseguita lungo la Via Cornelia, poco fuori città, mentre per Marta presso uno stagno poco distante, detto “In Nympha”, come asserisce il citato “passio”, La recente edizione del “Martyrologium Romanum” (Martirologio Romano), che si rifà allo stesso documento, indica l’inizio del IV secolo come probabile data del loro martirio. In seguito, la pia matrona Felicita ne raccolse pietosamente i resti e diede loro sepoltura a ridosso della stessa via Cornelia e poi in una chiesa sorta sul luogo del martirio, all’interno di un suo possedimento agricolo chiamato “Buxus” (oggi Boccea, quartiere settentrionale della città di Roma). Le loro reliquie ebbero vicende molto complesse. Alcune furono trasferite a Roma nelle chiese di Sant'Adriano e di Santa Prassede. Un'altra parte fu inviata allo storico e biografo Eginardo (775-840) al servizio dell’Imperatore del Sacro Romano Impero Carlo Magno (742-814), che le donò a sua volta al monastero di Seligenstadt nei territori germanofoni dell’Impero (oggi nella parte centro-meridionale della Germania).
IMMAGINE: "I Santi Tre Dottori", che si identificano nei santi martiri Mario (in piedi), Abaco (a sinistra) e Audiface (a destra), statue lignee colorate a olio, realizzate - verosimilmente nel XIX secolo - da ignoto autore di ambito germanico. L'opera si trova nella chiesa cattolica di San Leonardo (detta anche di San Sebastiano ), a Roth presso Prüm, nella regione Renania-Palatinato (Germania).

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