Oggi - 23 gennaio 2025 - giovedì della II settimana del Tempo Ordinario, la Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, Santa Emerenziana, vergine e martire. Di Emerentiana (Emerenziana) - questo il suo nome in latino - si hanno poche e non sempre comprovate notizie, provenienti per lo più dal “Passio Sanctae Agnetis” (“Passione di Sant’Agnese”), testo agiografico di un ignoto autore del V secolo, basato sulla tradizione popolare. È anche attestata nel Martirologio Geronimiano, che, nella sua redazione più antica, la ricorda con un gruppo di martiri detti “del Cimitero maggiore” (sepolcreto situato nella parte più periferica della via Nomentana di Roma), tra i quali è compresa Sant’Agnese (la cui memoria è stata celebrata lo scorso 21 gennaio), citando un’epigrafe su marmo proveniente dalla stessa catacomba. Sulla scorta di tali dati, sappiamo che Emerenziana era un’adolescente cristiana di Roma, nata verosimilmente tra il 290 e il 293 circa, quindi pressappoco nello stesso periodo della menzionata Agnese, della quale era “sorella di latte” (cioè allattata dalla stessa balia). La fanciulla, catecumena non ancora battezzata, frequentava assiduamente, con fede e passione, le assemblee cristiane. Riguardo al suo martirio, la tradizione narra che, un giorno dell’anno 305, ella si trovava sulla via Nomentana appena fuori l’Urbe, in prossimità d’un cimitero cristiano (oggi noto come Catacombe di Sant'Agnese, dove è stata successivamente eretta l'attuale basilica alla stessa martire dedicata), per partecipare alla sepoltura della propria sorella di latte Agnese, giustiziata in loco quello stesso giorno, quale seguace di Gesù. All’improvviso, però, i cristiani partecipanti al rito furono violentemente aggrediti da un gruppo di fanatici pagani, che, con l’uso della violenza, ne dispersero la maggior parte. Emerenziana, però, restò fieramente al suo posto e rimproverò coraggiosamente gli assalitori, manifestando apertamente la propria fede e il suo amore per il Signore. Immediatamente fu fatta oggetto del lancio di pietre, al quale non si sottrasse, finendo mortalmente lapidata mentre pregava il buon Dio. In seguito, i genitori di Agnese ne fecero seppellire pietosamente il corpo accanto a quello della loro figlia, nelle predette catacombe. Purtroppo il racconto non fornisce altre notizie. Non c’è dubbio - conclude l’autore della narrazione tradizionale - enunciando la dottrina sul “battesimo di sangue”, che Emerenziana sia stata battezzata nel suo sangue, essendo morta per la difesa della giustizia e confessando il Signore. Le sue reliquie furono trasferite nel secolo IX nella neo costruita basilica di Sant’Agnese, oggi nota con la specificazione di “fuori le mura”, unitamente a quelle della “sorella di latte”. Il Pontefice Paolo V, nel 1615, fece realizzare una preziosa e artistica cassa d’argento, in cui fece racchiudere la maggior parte dei resti delle due sante, collocandola poi nella cripta sotto l’altare maggiore del medesimo tempio. Un’altra chiesa di Roma conserva il ricordo di Emerenziana, quella a lei successivamente intitolata nell’omonima piazza romana, che possiede porzione delle sue reliquie. Il suo culto iniziò intorno all’VIII secolo, a seguito dell’istituzione d’una speciale commemorazione liturgica in suo onore il 23 gennaio, due giorni dopo la ricorrenza liturgica di Sant’Agnese.
IMMAGINE: "Santa Emerenziana in gloria", pala d'altere centrale del trittico detto di Santa Emerenziana. Tempera su legno realizzata, nel 1944, dalla pittrice romana Olga Biancitti (XX secolo). L'opera si trova nella controfacciata d'ingresso della chiesa dedicata alla medesima santa, nel quartiere Nomentano di Roma.
Home page ARGOMENTI
Commenti
Posta un commento
Non inserire link cliccabili altrimenti il commento verrà eliminato. Metti la spunta a Inviami notifiche per essere avvertito via email di nuovi commenti al post.