Bisogna guardarsi sempre dai tiri mancini che possono esserci fatti dai nostri parenti.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Parenti serpenti si usa dire, mentre la formula continua con cugini assassini e fratelli coltelli, a completar di più le inesistenti amenità di parentele, e il proverbio ce lo viene a confermare. L'amico è scelto, mentre il parente è dato dalla sorte, con l'eccezione di quello che si sceglie per trascorrerci la vita e l'aumentare del parentado a cui concorre.
La parentela e i tanti detti a cui ha dato luogo
“I parenti sono come le scarpe: più sono stretti e più ti fanno male” diceva il famoso Totò.
e di rincalzo:
“Chi vuol vivere e star sano, dai parenti stia lontano.”
Così che se il ricco trova parenti anche fra gli sconosciuti, il povero trova sconosciuti anche fra i parenti.
E s'arriva a dire addirittura che gli amici sono il modo in cui Dio si scusa dei parenti.
Può dirsi veramente fortunato chi vive in una famiglia unita e solidale, come poi ogni comunità famigliare dovrebbe essere, fenomeno che è presentato dalla pubblicità con la classica famiglia del Mulino Bianco, ma spesso la realtà è ben diversa.
La famiglia dovrebbe essere il posto d'eccellenza, in cui s'impara a stare al mondo, ricevendo i primi affetti, iniziando il primo rapporto con gli altri, per socializzare e capire gli aspetti della vita e quanto i propri comportamenti sono in sintonia, nell'adeguarsi ad usi e costumi incontrati nel contesto. Il posto in cui si impara ad assumere la prima identità, che sarà poi perfezionata nella vita. Ma se da una parte è una palestra dove allenare il proprio “Io” a crescere e svilupparsi, dall’altra diventa anche il miglior posto dove imparare a parare i colpi e a reclamare un rispetto che non sempre è ricevuto, sempre poi che se ne sia capaci.
Figure che tendono a cristallizzarsi, quelle famigliari, così che il figlio di genitori ultraottantenni, che è arrivato all'età della pensione, ci manca poco che sia considerato ancora il "pupo".
Purtroppo la famiglia, che dovrebbe essere il luogo ideale in cui formarsi, per il carattere malsano di uno o più dei componenti, tende a deformare l'indole di chi vi si trova a crescere, arrivando ad assumere nevrosi che sarà difficile eliminare nella vita, anche da chi riesce a rendersene conto.
Dal famigliare manipolatore, che tesse ragnatele di intrighi e di menzogne per trarne i suoi vantaggi, a quello che si ha paura di deludere, per i rinfacciamenti e i sensi di colpa che fa sorgere, le psicosi parentali rappresentano una tale infinità che troppe pagine ci vorrebbero a elencarle.
Un fenomeno che spesso m'è capitato d'accertare, è stato di vedere come l'armonia famigliare, quando c'è, impera più nelle famiglie modeste, rispetto a quelle agiate, nelle quali i legami famigliari sono influenzati più dagli interessi che dagli affetti, che spesso risultano ignorati.
Per chi si illude di appartenere, a una famiglia unita e solidale, basta la partecipazione alla successione di congrui lasciti di un defunto agiato, per capire se nel contesto famigliare c'è qualcuno a cui fare affidamento e il fenomeno spesso non avviene e, se pur in minima parte si presenta, qualsiasi illusione viene meno.
Crescere in una famiglia unita e solidale, nella quale è l'armonia d'affetti ad imperare, pur modesto che sia il contesto famigliare, è il più bel regalo che la sorte ci può dare e beato è chi lo riceve.
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Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Parenti serpenti si usa dire, mentre la formula continua con cugini assassini e fratelli coltelli, a completar di più le inesistenti amenità di parentele, e il proverbio ce lo viene a confermare. L'amico è scelto, mentre il parente è dato dalla sorte, con l'eccezione di quello che si sceglie per trascorrerci la vita e l'aumentare del parentado a cui concorre.
La parentela e i tanti detti a cui ha dato luogo
“I parenti sono come le scarpe: più sono stretti e più ti fanno male” diceva il famoso Totò.
e di rincalzo:
“Chi vuol vivere e star sano, dai parenti stia lontano.”
Così che se il ricco trova parenti anche fra gli sconosciuti, il povero trova sconosciuti anche fra i parenti.
E s'arriva a dire addirittura che gli amici sono il modo in cui Dio si scusa dei parenti.
Può dirsi veramente fortunato chi vive in una famiglia unita e solidale, come poi ogni comunità famigliare dovrebbe essere, fenomeno che è presentato dalla pubblicità con la classica famiglia del Mulino Bianco, ma spesso la realtà è ben diversa.
La famiglia dovrebbe essere il posto d'eccellenza, in cui s'impara a stare al mondo, ricevendo i primi affetti, iniziando il primo rapporto con gli altri, per socializzare e capire gli aspetti della vita e quanto i propri comportamenti sono in sintonia, nell'adeguarsi ad usi e costumi incontrati nel contesto. Il posto in cui si impara ad assumere la prima identità, che sarà poi perfezionata nella vita. Ma se da una parte è una palestra dove allenare il proprio “Io” a crescere e svilupparsi, dall’altra diventa anche il miglior posto dove imparare a parare i colpi e a reclamare un rispetto che non sempre è ricevuto, sempre poi che se ne sia capaci.
Figure che tendono a cristallizzarsi, quelle famigliari, così che il figlio di genitori ultraottantenni, che è arrivato all'età della pensione, ci manca poco che sia considerato ancora il "pupo".
Purtroppo la famiglia, che dovrebbe essere il luogo ideale in cui formarsi, per il carattere malsano di uno o più dei componenti, tende a deformare l'indole di chi vi si trova a crescere, arrivando ad assumere nevrosi che sarà difficile eliminare nella vita, anche da chi riesce a rendersene conto.
Dal famigliare manipolatore, che tesse ragnatele di intrighi e di menzogne per trarne i suoi vantaggi, a quello che si ha paura di deludere, per i rinfacciamenti e i sensi di colpa che fa sorgere, le psicosi parentali rappresentano una tale infinità che troppe pagine ci vorrebbero a elencarle.
Un fenomeno che spesso m'è capitato d'accertare, è stato di vedere come l'armonia famigliare, quando c'è, impera più nelle famiglie modeste, rispetto a quelle agiate, nelle quali i legami famigliari sono influenzati più dagli interessi che dagli affetti, che spesso risultano ignorati.
Per chi si illude di appartenere, a una famiglia unita e solidale, basta la partecipazione alla successione di congrui lasciti di un defunto agiato, per capire se nel contesto famigliare c'è qualcuno a cui fare affidamento e il fenomeno spesso non avviene e, se pur in minima parte si presenta, qualsiasi illusione viene meno.
Crescere in una famiglia unita e solidale, nella quale è l'armonia d'affetti ad imperare, pur modesto che sia il contesto famigliare, è il più bel regalo che la sorte ci può dare e beato è chi lo riceve.
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