Oggi - 19 dicembre 2024 - giovedì della feria d’Avvento, la Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, Sant'Anastasio I, papa. Di Anastasius (Anastasio) - questo il suo nome nella natia lingua latina - si hanno solo notizie successive alla sua elezione al Soglio Pontificio, per tramite soprattutto del “Liber pontificalis” (“Libro dei papi”). Egli nacque in Italia verso la metà del IV secolo, verosimilmente a Roma [come dimostrerebbe anche la specificazione di “romanus” (romano), con la quale è talvolta indicato], dall’antica e nobile famiglia capitolina De’ Massimi. Incardinato molto probabilmente nel clero dell’Urbe, fu eletto papa il 27 novembre 399, esercitando un pontificato lungo appena due anni, durante i quali si distinse per impegno pastorale, apostolica sollecitudine e amore della povertà. Fu artefice della costruzione di vari edifici di culto, tra i quali la basilica cosiddetta “Crescenziana” di Roma, divenuta oggi il santuario-basilica di San Sisto Vecchio nel centro della città. Soprattutto, però, si distinse come fermo oppositore delle dottrine eretiche del suo tempo. Nelle provincie imperiali dell’Africa settentrionale, combatté con energia il Donatismo, movimento scismatico di quella Chiesa locale molto forte nei secoli IV e V, tenacemente combattuto anche dal suo amico vescovo e teologo Sant’Agostino d’Ippona (354-430). Nel contesto di questa lotta, inviò un’autorevole lettera all'Episcopato d'Africa, che fu pubblicamente letta nel corso del III Concilio Africano, tenutosi a Cartagine (nell’odierna Tunisia) il 13 settembre 401. Ratificò, inoltre, le decisioni prese dal I Concilio di Toledo (nell’attuale Spagna) del 400, in base alle quali alcuni vescovi della provincia iberica della Galizia (oggi nel nord-ovest della Spagna), dopo avere sconfessato le tesi eretiche del vescovo Priscilliano di Avila (fondatore del cosiddetto Priscillianesimo), che avevano precedentemente abbracciato, furono mantenuti nel loro ufficio, previa approvazione dalla locale autorità ecclesiastica. Anche a Roma fu molto attivo contro le sette e le eresie, scoprendo e combattendo un certo numero di adepti al Manicheismo. Viveva in lui lo spirito dei difensori della Chiesa anche contro l’Arianesimo, dottrina cristologica elaborata dal presbitero, monaco e teologo Ario (256-336). Inoltre, trovarono in lui un coraggioso difensore anche i diritti del Patriarcato Occidentale nella Prefettura del Pretorio dell'Illirico (negli attuali Balcani), una delle quattro in cui fu diviso il tardo Impero Romano circa dal 337 al VI secolo. Tuttavia, Anastasio è conosciuto specialmente per il suo intervento nella controversia sull’Origenismo (filosofia che riteneva come le anime dei viventi preesistessero alla propria nascita carnale), facente capo al pensatore cristiano Origene Adamantio, che ne aveva per primo formulata l'ipotesi tre secoli prima e che sarà dichiarata eretica nel II Concilio di Costantinopoli del 553). In questa contesa, che in occidente aveva come acerrimi antagonisti il monaco e teologo eretico Rufino (340-410) e il suo amico San Girolamo (347-420), si distinse per la severità dimostrata verso il primo. Ebbe rapporti di grande amicizia anche con San Paolino “di Nola” (specificazione che indica l’omonima città della quale fu vescovo, oggi in provincia di Napoli, regione Campania), che gli dedicò parole di ammirazione elogiando le sue virtù di pietà, carità e zelo. In aggiunta, intrattenne fitta corrispondenza epistolare con tutte le autorità ecclesiastiche e con varie alte personalità del suo tempo, in ogni Paese, della quale sono però malauguratamente rimaste solo poche lettere. Anastasio morì il 19 dicembre 401. Fu sepolto nell’Urbe sulla via Portuense, in un monumento sepolcrale posto fra le basiliche di Santa Candida e dei Santi Abdon e Sennen, anche se altre fonti indicano il cimitero di Ponziano sulla medesima via Portuense. San Girolamo, che come abbiamo visto aveva avuto per lui parole di alto elogio, giunse a scrivere che se egli morì così presto, fu per un riguardo usatogli dalla Provvidenza, la quale non volle che un simile papa alla sequela di Cristo fosse testimone della caduta di Roma (avvenuta nel 410 per opera di Alarico I, re dei Visigoti).
IMMAGINE: "Sant'Anastasio I, papa", fotografia in bianco e nero dell'olio su tela dipinto, tra il 1655 ed il 1667 circa, da ignoto pittore di ambito Italia centrale. L'opera si trova nel museo nazionale di Palazzo Santacroce-Altieri ad Oriolo Romano (in provincia di Roma).
Home page ARGOMENTI
Commenti
Posta un commento
Non inserire link cliccabili altrimenti il commento verrà eliminato. Metti la spunta a Inviami notifiche per essere avvertito via email di nuovi commenti al post.