Santa Lucia

Oggi - 13 dicembre 2024 - venerdì della II settimana del tempo d’Avvento, la Chiesa celebra la memoria obbligatoria di Santa Lucia, vergine e martire. Lucia, questo il suo nome anche nella materna lingua latina, nacque probabilmente tra il 281 e 283, comunque verso la fine del III secolo, nella città di Siracusa, sulla costa sud-orientale della Sicilia romana (oggi capoluogo dell’omonima provincia della Regione Sicilia), da una nobile e ricca famiglia cristiana. Rimasta orfana di padre a soli cinque anni, venne educata dalla madre Eutichia, che, a tempo debito, cercò in ogni modo di trovarle un marito adeguato al suo lignaggio e alla sua bellezza. Lucia però si opponeva, poiché avrebbe voluto consacrarsi a Dio nella vita religiosa. Di fronte alle reiterate pressioni della mamma, decise pertanto, all'insaputa della stessa, di donarsi segretamente al Signore col voto di castità. Tuttavia, inconsapevole di ciò, Eutichia continuò le sue ricerche, fino a trovare un altolocato pretendente che le pareva conveniente per sposare la figlia, un giovane pagano nobile e ricco al quale la promise in sposa senza neanche interpellarla. Appresa la notizia, Lucia si turbò parecchio e, non volendo mancare al proprio voto segreto, negò sempre e risolutamente il suo consenso, confidando nell’aiuto di Dio. Nel frattempo Eutichia, da anni sofferente di dolorose emorragie, per curare le quali aveva speso ingenti somme senza alcun giovamento, si aggravò senza che nulla potesse più fare per lei la medicina umana. Lucia, forte nella fede, la convinse allora a recarsi in pellegrinaggio con lei a Catania, sulla stessa costa ionica dell’isola, presso il sepolcro di Sant’Agata (circa 229/235-251), per chiedere la grazia della guarigione. Il viaggio, a scopo di sicurezza e compagnia, fu intrapreso con un gruppo di fedeli concittadini diretto al medesimo sepolcro. Giunte a Catania il 5 febbraio 301, si diressero subito alle sacre reliquie di Sant’Agata, prostrandosi innanzi a esse in fervorosa preghiera, fino alle lacrime, intensamente e incessantemente, confidando nel miracolo per intercessione della santa. Era già trascorso parecchio tempo, quand’ecco che la santa catanese, non sorda a tanta sincera fede, apparve a Lucia, chiedendole di rimanere fedele al suo voto di castità e di accettare per questo qualunque prova, se necessario anche il martirio per amore di Gesù, mentre la madre otteneva la completa guarigione. Lucia, grata della miracolosa guarigione conseguita dalla madre, decise di rivelare alla stessa il proprio desiderio di donare la vita a Dio. Eutichia, anch’essa profondamente riconoscente, capì la sincerità dei sentimenti della figlia, lasciandola finalmente libera nella sua scelta. Una volta rientrate a Siracusa, Lucia comunicò la sua decisione al pretendente, che, benché mai avesse ricevuto alcuna ragione di speranza da lei, non volle sentir ragioni e montò su tutte le furie, giurando un’assurda e immotivata vendetta. Intanto Lucia, finalmente libera e felice di potersi dedicare interamente al Signore, da ricca che era si fece povera donando ogni bene ai più miseri e, per circa tre anni, si dedicò senza interruzione a opere di misericordia d’ogni genere, a vantaggio particolarmente dei più miserabili, degli orfani, delle vedove, degli infermi e dei ministri della Chiesa. Ma colui che l’aveva pretesa come sposa contro la sua volontà, non soddisfatto delle minacce proferite, si vendicò effettivamente del pur legittimo rifiuto di Lucia. Attorno al 297, approfittando delle aspre persecuzioni in corso contro i cristiani, ordinate dall’imperatore Diocleziano (regnante dal 284 al 305), si presentò a Pascasio, Proconsole romano di Siracusa e la denunciò come seguace di Cristo, nemica di Roma e ribelle agli dèi e all’imperatore. Arrestata e tradotta in catene davanti al Proconsole, fu sottoposta a un interrogatorio drammatico nel quale rifulse per fede, fedeltà al Signore e fermezza. Neppure la tortura e l’uso della forza valsero a piegarla e costringerla ad abiurare la fede e sacrificare agli dèi. Lucia rispose alle incalzanti accuse senza timore, quasi esclusivamente citando la Sacra Scrittura, tanto che il testo dell’interrogatorio ci è stato tramandato come un vero capolavoro di ricorso alla parola biblica. Minacciata d’essere obbligata al meretricio, esposta tra le prostitute dei postriboli, alla mercé del più bieco e turpe popolino, rispose che il corpo si contamina solo se l'anima acconsente. L’interrogatorio, divenuto un dialogo serrato tra lei e il magistrato, vide ribaltarsi le posizioni, tanto da portare Lucia a mettere in difficoltà l'accusatore. Pascasio, allora, ordinò che la giovane fosse costretta a sacrificare agli dèi con la forza, ma lei diventò miracolosamente così pesante, che né decine di uomini né la forza di buoi riuscirono a spostarla. Fu allora sottoposta al supplizio del fuoco, ma ne rimase totalmente illesa. Risultati del tutto inutili i crudeli supplizi cui era sottoposta, conscia che era ormai giunta la sua ora, profetizzò l’imminente fine delle persecuzioni di Diocleziano e la pace per la Chiesa [che, infatti, sarebbe venuta con l’editto “di tolleranza”, promulgato nel febbraio 313 dall’imperatore Costantino I (sul trono dal 306 al 337), col quale si poneva fine alle persecuzioni e si legittimava la religione cristiana]. Infine, non riuscendo in alcun modo a piegarla, Pascasio la fece uccidere il 13 dicembre 304, nella sua Siracusa, con un colpo di spada in gola. La tradizione tramanda che a Lucia, prima dell’esecuzione capitale, fossero stati cavati gli occhi, che le furono immediatamente restituiti dal Signore. Per questa ragione e per lo stesso suo nome, che significa Luce, essa è invocata come protettrice della vista e degli occhi. La salma fu deposta nelle locali catacombe (sopra le quali sorse, nel 310, una maestosa chiesa a lei dedicata), fino a quando i resti, prelevati nel 1040 dai bizantini, furono trasportati a Costantinopoli, capitale dell’Impero Romano d’Oriente. Da qui vennero successivamente trafugati dai soldati della Repubblica di Venezia, che conquistarono la città bizantina nel 1204. Furono trasportati a Venezia, ove, dopo diversi spostamenti, sono attualmente venerati, all’interno di una preziosa teca in cristallo, nella chiesa di San Geremia profeta del sestriere di Cannaregio, che dal 2018 detiene anche il titolo di santuario di Santa Lucia. Da allora il suo culto si è diffuso ben presto in tutta la Chiesa e ancora oggi Lucia è certamente tra i santi più popolari, più amati e più venerati al mondo. La festa cade in prossimità del solstizio d'inverno, da cui deriva il famoso detto "Santa Lucia il giorno più corto che ci sia".
IMMAGINE: "Santa Lucia", olio su tela dipinto, nel 1620, dal pittore veneziano Jacopo (o anche Giacomo) Negretti, detto "Palma il Giovane" (1549-1628). L'opera si trova all'interno della chiesa dei Santi Geremia e Lucia, a Venezia.
Roberto Moggi
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