San Giovanni della Croce, sacerdote

Oggi - 14 dicembre 2024 - sabato della II settimana del tempo d’Avvento, la Chiesa celebra la memoria obbligatoria di San Giovanni della Croce, sacerdote e dottore della Chiesa. Juan (Giovanni) - questo il suo nome di battesimo nella natia lingua spagnola - nacque a Fontiveros, vicino Avila, nella regione della Vecchia Castiglia appartenente al Regno di Spagna, verosimilmente il 24 giugno 1542 (anche se altre fonti propendono per il 1540 o 1541). La sua famiglia d’origine era quella nobile, ma decaduta e impoverita, dei De Yepes Álvarez (nome di famiglia formato, come in uso in Spagna, dai due cognomi congiunti del padre e della madre). Il capofamiglia Gonzalo De Yepes, proveniente da una famiglia ebraica convertita al cristianesimo originaria di Toledo (Castiglia), infatti, fu cacciato da casa e diseredato per aver sposato una povera tessitrice di seta, Catalina Álvarez. Giovanni, rimasto molto presto orfano del genitore, fu cresciuto dalla pia madre, laboriosa e intraprendente, che portò avanti il nucleo familiare, cercando di far fronte alla miseria con l’impegno in molti lavori e continui trasferimenti. Giovanni la aiutava come poteva, anche obbligandosi ai più pesanti lavori, mentre cercava di acculturarsi per quanto possibile, essendovi molto portato. La sua infanzia e giovinezza furono molto dure, ma - provato nel fisico e temprato nello spirito - crebbe nella più ardente voglia di Dio e di “assoluto”, manifestando inclinazione alla carità verso i poveri e ancora di più alla preghiera contemplativa. Tra il 1551 e il 1559, poté finalmente accedere all’istruzione in un collegio di Medina del Campo (regione Castiglia e Leon), dove si era trasferito con la madre. In seguito, fino al 1563, fu falegname, sarto, pittore, intagliatore, commesso e aiutante infermiere nell'ospedale cittadino. Poi, lo stesso anno, ventenne, riuscì finalmente a coronare la propria vocazione ed entrò nel noviziato dei frati Carmelitani nel convento di quella stessa cittadina, dove assunse - accanto al proprio - il nome religioso “di San Mattia”. Fu ordinato sacerdote nel 1567, a soli ventiquattro anni, dopo aver completato gli studi di filosofia e teologia nella prestigiosa università di Salamanca (regione Castiglia). Tuttavia, non si sentiva pienamente realizzato spiritualmente, poiché provava dentro di sé l’acceso desiderio di una vita consacrata più rigorosa, nel silenzio e nella contemplazione, che nulla riusciva a sopire. Il Signore non fu insensibile alle sue alte aspirazioni, facendogli provvidenzialmente conoscere, l’anno medesimo, la monaca Carmelitana Teresa di Gesù (1515-1582), futura santa nota con la specificazione “d’Avila”, che nell’Ordine del Carmelo concepì e attuò la riforma che prese il suo nome, unendo alla più alta contemplazione un'intensa attività riformatrice. Teresa, con l'autorizzazione del Priore Generale dell'Ordine, dopo aver fondato il monastero di San Giuseppe in Avila, si recò nella capitale spagnola Madrid, ove creò due conventi di Carmelitani contemplativi (poi detti “Scalzi”), estendendo così la sua riforma anche al ramo maschile. Fu dunque la Divina Provvidenza, tramite l’umile monaca Teresa, poi santa, a trovare la soluzione ai bisogni spirituali di Giovanni, che fu da quest’ultima letteralmente “conquistato” e fatto partecipe della riforma dell'Ordine Carmelitano. Giovanni vi aderì pienamente, impegnandosi con tutte le sue forze, tanto da poter essere considerato il cofondatore del ramo maschile “Riformato” del Carmelo. Il 28 novembre 1568, Giovanni fece parte del primo nucleo di cosiddetti Carmelitani “Riformati” a Duruelo (Castiglia), cambiando il proprio nome religioso da Giovanni di San Mattia in quello di Giovanni della Croce (Juan de la Cruz in spagnolo). Vari e importanti furono gli incarichi che Teresa gli affidò entro la Riforma. Dal 1572 al 1577 fu anche confessore e governatore del monastero carmelitano femminile “dell'Incarnazione” in Avila, il luogo in cui Teresa passò la maggior parte della sua vita. Qui dovette affrontare anche la prova dell’ingiusta persecuzione. Fu, infatti, iniquamente accusato per un “disguido burocratico ed economico” interno al convento, venendo addirittura arrestato e trascorrendo in carcere ben otto mesi da innocente, trovando conforto solo nella preghiera e nella stesura di alcune delle sue famose poesie. In seguito, fu maestro dei novizi e predicatore, attirando tantissimi giovani che desideravano condurre una vita spirituale “dura e pura” come la intendeva lui. Si prodigò volentieri in grandi fatiche al servizio dei fratelli, condotte sulle strade assolate o ghiacciate di tutta la Spagna, sempre accompagnato da profonde sofferenze fisiche, ma soprattutto da incredibili ed esaltanti esperienze mistiche, sempre più frequenti. Nello spazio di pochi anni raggiunse un eccelso livello di spiritualità, tanto da essere non solo sacerdote alla sequela di Cristo, ma anche grande maestro. Scrisse trattati che sprigionano la sua sapienza mistica, quella che non viene dai libri e dagli studi, ma che, come qualcuno disse: “si sa per amore". Fu autore di svariati trattati teologici riguardanti soprattutto la preghiera e il “cammino spirituale dell'anima verso Dio e in Dio”. La sua opera sintetizza la tradizione spirituale cristiana precedente. La sua dottrina vuole che l'uomo, attraverso il passaggio in tre fasi (“purgativa”, “illuminativa” e “unitiva”), si liberi progressivamente da ogni attaccamento e da ogni senso del possesso per essere del tutto puro e libero di unirsi alla divinità. È anche considerato uno dei maggiori poeti in lingua spagnola. Ciò che meglio definisce la sua poesia è l'intensità espressiva, grazie all'adattamento e all'equilibrio di ognuna delle immagini da lui adoperate. Nell'ultimo periodo della sua vita, dovette assaporare anche il dolore dell’essere abbandonato dalla maggior parte dei suoi seguaci, tanto da essere dimesso dagli incarichi direttivi nell'Ordine. Il 28 settembre 1591, benché seriamente ammalato, partì per Úbeda (regione dell’Andalusia, nel sud della Spegna), dove trascorse gli ultimi mesi di vita. Qui, il 14 dicembre 1591, a soli quarantanove anni, dopo una vita dedicata interamente a Dio e ai fratelli, Giovanni rese l’anima al Creatore nel locale convento carmelitano. Fu sepolto sul posto, ma, dal 1593, i suoi resti incorrotti riposano nella cripta del convento dei Carmelitani Scalzi di Segovia (Castiglia e Leon). Fu beatificato nel 1675, proclamato santo da papa Benedetto XIII il 27 dicembre 1726 e dichiarato dottore della Chiesa dal pontefice Pio XI nel 1926, con il nome di “Doctor Mysticus” (Dottore Mistico).
IMMAGINE: "San Giovanni della Croce", olio su tela quadrangolare dipinto, nel 1728, dal pittore perugino Francesco Busti (1678-1767). L'opera si trova presso il Palazzo della Provincia, a Perugia (capoluogo della regione Umbria).
Roberto Moggi
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