Provvedi prima per te e poi per i parenti più bisognosi.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Ci esorta, il proverbio, a far sì che le prime persone da curare e accudire siamo noi, affinché ci sia permesso di raggiungere un ottimale stato d'essere, che ci permetta di poter aiutare al meglio chi si trova in condizioni disagiate, nella nostra cerchia parentale.
Un atteggiamento non improntato all'egoismo, nel perseguire solo ciò che ci fa comodo, a discapito degli altrui bisogni, ma tenuto per essere ancora più capaci di poter migliorare le condizioni disagevoli in cui versano i congiunti.
Pensare sempre agli altri in modo eccessivo, può distoglierci dal soddisfare le esigenze della nostra vita e il renderci costantemente disponibili verso il prossimo, più che un sentimento di altruismo, è un desiderio inconscio di compensazione che sopperisce alla mancanza di autostima e al sentimento di inferiorità.
Il vortice dell'esistenza dal quale siamo presi, può indurci solo a migliorare i nostri bisogni materiali, per l'egoistica soddisfazione che se ne può trarre e senza chiamare a farne parte il nostro prossimo.
Ma se oltre al cercare di procurarsi tutto ciò che rende più agevole la vita, curiamo in primo luogo il nostro stato d'essere mentale, è possibile che la soddisfazione ottenuta con l'avere, sia sostituita dalla consapevolezza di quanto può arricchire molto di più il dare.
Chi oltre a saper gestire nel modo più soddisfacente le proprie risorse materiali, impara, non solo ad accettare, ma ad amare ciò che rappresenta, è capace di amare anche chi gli è più prossimo, soccorrendolo se versa in condizioni disagevoli, del tutto disinteressato a ottenere qualche cosa in cambio.
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Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Ci esorta, il proverbio, a far sì che le prime persone da curare e accudire siamo noi, affinché ci sia permesso di raggiungere un ottimale stato d'essere, che ci permetta di poter aiutare al meglio chi si trova in condizioni disagiate, nella nostra cerchia parentale.
Un atteggiamento non improntato all'egoismo, nel perseguire solo ciò che ci fa comodo, a discapito degli altrui bisogni, ma tenuto per essere ancora più capaci di poter migliorare le condizioni disagevoli in cui versano i congiunti.
Pensare sempre agli altri in modo eccessivo, può distoglierci dal soddisfare le esigenze della nostra vita e il renderci costantemente disponibili verso il prossimo, più che un sentimento di altruismo, è un desiderio inconscio di compensazione che sopperisce alla mancanza di autostima e al sentimento di inferiorità.
Il vortice dell'esistenza dal quale siamo presi, può indurci solo a migliorare i nostri bisogni materiali, per l'egoistica soddisfazione che se ne può trarre e senza chiamare a farne parte il nostro prossimo.
Ma se oltre al cercare di procurarsi tutto ciò che rende più agevole la vita, curiamo in primo luogo il nostro stato d'essere mentale, è possibile che la soddisfazione ottenuta con l'avere, sia sostituita dalla consapevolezza di quanto può arricchire molto di più il dare.
Chi oltre a saper gestire nel modo più soddisfacente le proprie risorse materiali, impara, non solo ad accettare, ma ad amare ciò che rappresenta, è capace di amare anche chi gli è più prossimo, soccorrendolo se versa in condizioni disagevoli, del tutto disinteressato a ottenere qualche cosa in cambio.
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