Ogne bbene vène ’a Ddio

Tutto il bene cui aspiriamo e che riusciamo ad ottenere è sempre un dono di Dio.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Il proverbio di oggi viene a dirci che chi vive nella fede e crede nella divina provvidenza, è anche convinto che la divinità, alla quale affida la vita di sé stesso e le sue preghiere, sia l'unica dispensatrice di qualsiasi bene che si possa godere sulla terra.
"Dio vede e provvede", si usa dire, a scongiurar qualsiasi sorte avversa, mentre fa professione d'umiltà chi per dar inizio a qualsiasi azione, o evento che si spera o si presume accada, premette "Se Dio vuole", affidandosi alla volontà divina.
La fede aiuta a sopportare le traversie incontrate nella vita, con una speranza che non viene meno, se non che una vicenda dolorosa si mostri ineluttabile, per far posto alla rassegnazione verso una divina volontà, che è di conforto a chi non cessa di aver fede nella divina provvidenza, al punto di affermare che, a chi vuol bene, Dio lo grava di tribolazioni.
C'è chi nella superficialità di una credenza poco profonda e molto relativa, esclama "Dio c'è!" se è incorso in un evento fortunato, ma se succede una disgrazia passa ad esclamare "Esiste Dio? E dov'è?", mentre chi è profondo nella sua osservanza, non si pone quesiti di tal genere, arrivando ad accogliere, qualsiasi tribolazione e traversia, come prove che un destino divino gli ha concesso, a beneficio di una spiritualità ancor meglio vissuta.
Purtroppo, a una desiderata potenza ultraterrena, fa da contrappunto quella umana che, fin troppo spesso genera tragedie e scrisse Elias Canetti, in La provincia dell'uomo, 1973:
"Non ci sono più parole potenti. Capita di dire "Dio" solo per pronunciare una parola che una volta era potente."
Ma che non lo è più per la poca fede praticata.
La fede nella potenza e volontà divina rende umile chi, con tutto il potere che può avere sull'umanità, è prudente nel servirsene, mettendolo costantemente in discussione, ben sapendo quanto possano essere imperfette la volontà e la potenza umane, come scrisse Don Agostino Roscelli, fondatore delle Suore dell'immacolata di Genova:
"È presunzione e colpa detestabile voler prevenire la volontà di Dio e seguire il nostro modo di vedere e di pensare...
Nessuna opera è grande in se stessa, che nessun ufficio è desiderabile in se stesso, se non in quanto è volontà di Dio che io faccia quell'azione o che io occupi quell'ufficio."
Purtroppo nell'organismo rappresentato dalla società umana, persone che hanno predicato la volontà divina, la pace tra gli esseri umani e la non violenza, da un Cristo in croce, a un Gandhi e a un Martin Luther King, per citarne alcuni, sono stati eliminate come corpi estranei dagli anticorpi che l'organismo ha generato.
Certo è che al riguardo, anche l'umore può avere il suo gran peso e tra il pessimista che si aspetta il peggio e l'ottimista che confida nella sorte, "Gente allegra il ciel l'aiuta" si usa dire, rispetto ai malinconici, che riescono a rendere triste qualsiasi evento, che sia felice o meno.
Le persone ottimiste e fiduciose di natura, sembra che abbiano una marcia in più, per come spesso sono aiutate da una benigna sorte, interpretata come volontà divina dai credenti, mentre i pessimisti, nella perenne e preoccupante attesa di disgrazie, sembra che il destino li voglia soddisfare proprio con quello che si aspettano.
In alto il cuori e sursum corda quindi, come nella prefatio latina è pronunciato dal sacerdote celebrante, affinché un sereno e lieto atteggiamento ci aiuti a confidare nella divina provvidenza, se ci si crede, oppure in un destino che sia propizio come ci aspettiamo, se la buona sorte concessa da un fato che spesso si mostra capriccioso, ci convinca che con la nostra condotta lo cambiamo, quando l'ottimismo riesca a mostrarsi come un succedaneo della fede, per il non credente che, suo malgrado, alla fine in qualche cosa crede.
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