’O sacco si è troppo chino se sfonna

Nella vita non bisogna strafare, le cose eccessive spesse volte sono sempre negative. Un invito all’equilibrio, a non esagerare.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Tra gli estremi dell'agire e del non fare, può esserci un eccesso in ambedue, e il proverbio ci esorta in ogni caso a non esagerare, con la metafora del sacco troppo pieno che non regge all'eccessivo contenuto.
Un proverbio che va di pari passo con "chi troppo vuole, nulla stringe" e invita a non fare il passo più lungo della gamba.
Un fenomeno che leggiamo in una locuzione del poeta e saggista Ezra Pound:
“È facile andare agli estremi, difficile restare fermi nel mezzo.”
Il sostantivo "eccesso" deriva dalla parola latina ex-cèssus, "andare oltre", e in ogni sua manifestazione, è sempre il troppo di qualcosa, dai vizi protratti troppo a lungo ad abitudini funeste.
Si può essere eccessivi, non solo nell'agire, ma anche nel parlare, aggiungendo una miriade di parole inutili a quelle che bastano per presentare la concisa essenza di un discorso, un fenomeno che stanca e smorza l'interesse degli ascoltatori.
Se un egoismo è esagerato al punto di costituire un vero e proprio disturbo della personalità, che porta al narcisismo, anche l'altruismo, se è eccessivo, presenta una personalità dipendente, al punto da trasformare chi ne è affetto in un egoista mascherato da altruista, che tende a compensare le sue insoddisfazioni con l'aiutare il prossimo.
Spesso l'aesagerazione è il risultato di una carenza, che se è affettiva, porta chi ne è soggetto a cercare la continua approvazione del prossimo, per sentirsi realizzato, mentre le persone che assilla, spesso ne sono infastidite.
Una mancanza che, se non è d'affetti, può essere costituita da un senso di inadeguatezza e di insoddisfazione, che porta a eccessi rappresentati da tentativi di compensazione.
Tentativi con i quali si cerca di bilanciare un equilibrio emotivo instabile, che si risolvono ad esempio, nell'enfatizzare in modo eccessivo la figura che si desidera impersonare, rispetto a presentarsi nella semplicità di ciò che si è.
Una mancanza di equilibrio che, nell'arte, può risolversi in uno sprone all'eccesso in positivo, come leggiamo tra gli scritti di Anais Nin:
"Tutto nasce sempre da un eccesso: la grande arte è nata da grandi terrori, grandi solitudini, grandi inibizioni, instabilità, e ogni volta le ha sapute equilibrare."
Ma alla fantasia, all'inventiva e alla creatività che si possono esprimere in una qualsiasi forma d'arte, che è al di là della prosaicità del quotidiano, si contrappongono impegni che richiedono la giusta misura nell'assolverli, come leggiamo in una locuzione dello statista Camillo Benso, Conte di Cavour:
“Non vi è principio, per quanto giusto e ragionevole, il quale, se lo si esageri, non possa condurci alle conseguenze le più funeste.”
E tra i principi che lui riteneva giusti e ragionevoli, ci fu quello che lo spinse a mandare Virginia Oldoini, Contessa di Castiglione, in veste di agente segreto, ad adescare Napoleone III, con l'incarico di riuscire a favorire il ruolo del Piemonte nelle trattative che si sarebbero estese alla questione italiana.
Un incarico che poteva sembrare esagerato, ma che si rivelò più che ottimale.
Chi è riuscito a trovare un'occupazione da svolgere in proprio, o da dipendente, dopo un lungo periodo trascorso nell'indigenza, tende facilmente a impegnarsi nel lavoro più del dovuto, per come il timore dei trascorsi lo hanno trasformato, al punto da costruire vere e proprie fortune economiche, delle quali non si godrà mai i frutti, sempre intento com'è ad accumulare, un'esagerazione che si trasforma in un'avidità che non trova mai soddisfazione.
Uno dei molteplici modi di vivere e di agire, al quale si contrappone un senso opposto, come leggiamo in una locuzione dello scrittore e giornalista Gilbert Keith Chesterton:
“Ci sono due modi per avere abbastanza. Uno è continuare ad accumulare sempre e sempre più. L'altro è di desiderare meno.”
Un termine, quello dell'eccesso, la cui controparte che gli fa da contraltare, è costituita dalla moderazione, che rappresenta la via di mezzo ottimale da tenere nei propri comportamenti, sia nelle azioni, che nelle opinioni, che possono anche esse risultare estreme ed esagerate, se non prese col dovuto beneficio d'inventario, volto a mitigare gli estremismi ai quali possono dar luogo.
Come ben dicevano i latini: "in media stat res", ovvero la virtù sta nel mezzo, quell'oraziana aurea mediocritas, che nulla ha a che fare con il dispregiativo assunto in italiano, ma bensì la posizione intermedia tra l'ottimo e il pessimo, tra il massimo e il minimo, che esalta il rifiuto di ogni tipo di eccesso, invitando a rispettare appunto il "giusto mezzo".
“C'è una misura in ogni cosa, tutto sta nel capirlo.”
Diceva il poeta greco Pindaro, se pur famoso per la contraddizione dei suoi "voli pindarici" consistenti in  bruschi salti tra argomenti che hanno poco o nulla in comune o in lunghe digressioni che fanno smarrire il senso originale di un discorso.
Un giusto mezzo in ogni cosa, come asserì a suo tempo il grande Ippocrate di Coo, che ha dato il nome al famoso giuramento fatto dagli aspiranti medici, e che espresse nella semplicità di quello che segue:
“Lavorare, mangiare, bere, dormire, amare: tutto deve essere misurato.”
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