Miédece e vvammane, male a cchi ce va ’mmano

Medici ed ostetriche, guai se finisci nelle loro mani.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Il proverbio oggi presentato, esprime poca fiducia nel personale medico, un discredito che si aggiunge all'assistenza sanitaria odierna, che fa scoprire specialmente a chi non versa in buone acque, come il diritto di essere curato e assistito, se non del tutto, spesso gli è negato, così che tanto per aggiungervi una triste nota, spesso la mortalità non è dovuta tanto alla gravità delle malattie, quanto al non avere i mezzi per curarle, per l'impossibilità di ricorrere al privato. Uno dei tanti deprimenti aspetti della società nella quale siamo costretti a vivere.
Se pur la medicina, nella storia, ci mostra personaggi che vi si applicarono, facendola diventare una vera e propria scienza, come il greco Ippocrate e il romano Galeno, ai quali non fu da meno il filosofo e medico musulmano Abū ῾Alī Ibn Sīnā, che ricordiamo col nome di Avicenna, molti ciarlatani e praticoni, allora come oggi, hanno concorso nel dare una cattiva fama alla professione medica in generale, a discapito degli innumerevoli professsionisti preparati e visti, purtroppo, con un qualunquismo generalizzato.
Ippocrate di Cos (460 a.C. – 377 a.C) è considerato il fondatore della scienza medica ed anche uno dei padri dell’aforisma occidentale. Se nei testi di Ippocrate l’aforisma è anzitutto una forma letteraria rivolta alla cura del corpo (attraverso l’indagine delle cause naturali della malattia), nel corso dei secoli l’aforisma si trasforma, divenendo una cura per la mente (da qui anche il termine “pillole di saggezza”), conservando però il suo valore terapeutico di guida e aiuto (in termini di saggezza e esperienza) che un uomo offre a un altro uomo.
https://aforisticamente.com/frasi-citazioni-aforismi-ippocrate/
Galeno, nato a Pergamo, nel 129, e morto a Misilmeri, nel 216 circa, è stato un medico romano, i cui punti di vista hanno dominato la medicina occidentale per tredici secoli, fino al Rinascimento, quando cominciarono lentamente e con grande cautela a essere messi in discussione, per esempio dall'opera di Vesalio. Dal suo nome deriva la galenica, l'arte del farmacista di preparare i farmaci.
https://it.wikipedia.org/wiki/Galeno
Avicenna (Afshana, 22 agosto 980 – Hamadan, 21 giugno 1037)) è stato un medico, filosofo, matematico, logico e fisico persiano.
Le sue opere più famose sono Il libro della guarigione e Il canone della medicina.
Fu una delle figure più note nel mondo islamico; in Europa Avicenna diventò una figura importante a partire dal Mille; fu riconosciuto autore di importantissime opere nel campo della medicina rimaste incontrastate per più di sei secoli.
È considerato da molti come "il padre della medicina moderna". George Sarton, storico della scienza, ha indicato Avicenna come: "il più famoso scienziato dell'Islam e uno dei più famosi di tutte le razze, luoghi e tempi"
https://it.wikipedia.org/wiki/Avicenna
Si affermò, all'inizio del medioevo la cosiddetta medicina conventuale, che ebbe la caratteristica di dare asilo a studiosi e curare gli ammalati.
Con il concetto di carità nacquero gli ospedali, in un primo tempo intesi come luoghi di accoglienza per deboli (poveri, pellegrini, ammalati, vecchi, neonati o infanzia abbandonata), poi successivamente come strutture dedicate alle cure delle malattie.[7] La medicina clericale, chiamata spesso medicina monastica, era considerata come parte del dovere religioso, con pagamenti effettuati alla chiesa piuttosto che al religioso direttamente.
Nel 529 venne fondato da San Benedetto da Norcia il Monastero di Montecassino. In contemporanea fiorì una medicina laica. Praticamente tutti i monasteri possedevano un'infermeria, per i monaci e le monache e questo portò a prevedere qualcosa da fare per la cura dei pazienti secolari. Quasi la metà degli ospedali nell'Europa medioevale era direttamente affiliata con un monastero od altre istituzioni religiose.
a Regola di San Benedetto stabiliva che "prima di tutto deve essere posta attenzione ai malati, che devono essere serviti in verità, come Cristo lo è.
Qualcuno di noi ricorda il palo a strisce che caratterizzava le insegne dei barbieri. L'asta rimandava al palo che veniva dato da stringere al paziente durante il salasso, in modo che il braccio restasse orizzontale e le vene risultassero ben visibili a causa dello sforzo.
Un fenomeno che ci riporta alla figura del barbitonsore e alle sue prestazioni da cerusico, una figura che compare nell'alto medioevo, epoca in cui l'attività chirurgica veniva relegata nelle mani di figure minori: barbieri, norcini e ambulanti, con i secondi che la pratica dell'anatomia, la apprendevano col dissezionare gli animali.
Questo atteggiamento può essere spiegato con la natura stessa dell'atto operatorio che, praticato a quei tempi senza alcuna anestesia e in condizioni igieniche precarie, risultava particolarmente cruento e rischioso tanto da essere ritenuto un atto indegno di un medico.
Una genia formata da qualche esperto e molti praticoni che hanno concorso alla cattiva fama dei chirurghi in particolare e dei medici in generale.
Un capitolo a sé stante è quello che ci riporta alla professione dell'ostetrica che deriva dalla figura della levatrice, che si prestava nell'assistenza alle partorienti, che partorivano nelle proprie case e non negli ospedali.
Come leggiamo in Wikipedia, La professione dell'ostetrica è considerata una delle più antiche al mondo e nasce come sapere femminile trasmesso e arricchito da una generazione all'altra.
Nei suoi scritti Platone, parlando di Socrate, fa spesso riferimento alla madre di quest'ultimo, Fenarete, forse la più famosa levatrice della storia, che gli ispirò il principio della maieutica (cioè tirare fuori, far emergere).
Ruolo un tempo riservato alle donne, chiamate levatrici o mammane perché in grado di «levare» il neonato dal corpo della donna incinta. In antichità il parto avveniva in casa con l’aiuto di altre donne sposate già madri e che avevano esperienza e sapevano cosa fare. Allora tutti i mestieri si imparavano osservando chi già esercitava un mestiere e si faceva esperienza; nel caso della levatrice generalmente il mestiere veniva tramandato da madre in figlia. Ma il suo compito non si limitava ad aiutare il bambino a nascere, essa dava anche indicazioni alle madri sul riposo e sulla dieta da seguire. Inoltre, sostenevano moralmente le gravide durante tutto il periodo della gravidanza. Oggi l'ostetrica, sia essa donna o uomo, segue non solo il parto fisiologico in autonomia, ma anche tutta la gravidanza, il post-partum e aiuta la mamma ad accudire il bambino nei primi mesi.
Una professione, quella dell'ostetricia, spesso oggi soppiantata dalla ginecologia.
Come per altre professioni, molte battute ironiche o denigratorie, sono state espresse sull'arte della medicina e ne riportiamo alcune.
"Il mio dottore mi diede sei mesi di vita; ma quando non potei pagare il conto, me ne diede altri sei."
(Walter Matthau)
Se non altro, era un dottore armato di pazienza.
"Per prima cosa lo specialista mi diede la buona notizia: avevo una malattia cui avrebbero dato il mio nome."
(Steve Martin)
Che ci fa immaginare quanto fosse peggiore la cattiva, di notizia, se una malattia non solo è rara, ma addirittura scoperta lì per lì.
"I medici sono i più felici tra gli uomini: la rinomanza proclama i loro successi e la terra ricopre i loro errori."
(Francis Quarles)
Senza la clausola "soddisfatti o rimborsati", sostituita da "insoddisfatti e sotterrati".
"Il lavoro più facile al mondo è quello del medico legale. Interventi chirurgici su persone decedute: che cosa potrebbe andarti storto? Sentirne ancora il battito?"
(Dennis Miller)
Il vantaggio di occuparsi di salme che non si lamenteranno mai e né potranno intentare causa, per tagli e dissezioni malaccorte.
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