Oggi - 15 dicembre 2024 - la Chiesa celebra la III domenica del tempo d’Avvento, detta “Gaudete”, che in latino vuol dire “Rallegratevi” o “Gioite”, dall'imperativo presente passivo del verbo “Gaudere” (“Rallegrarsi”). Questa terza domenica, a metà circa del tempo forte dell’Avvento, infatti, è segnata dalla gioia per la sempre più imminente venuta del Signore, come ci attesta l'antifona d’ingresso dell’odierna Santa Messa, che anticipa la felicità del Natale che si approssima: «Rallegratevi sempre nel Signore, ve lo ripeto, rallegratevi, il Signore è vicino» (Fil 4, 4-5). Per questo, per i paramenti liturgici, può essere utilizzato il colore cosiddetto “rosaceo”, al posto del viola che si adopera negli altri giorni di questo tempo forte. Sempre per lo stesso motivo, c'è, oggi, un imperativo alla gioia che viene dalla Parola di Dio. La prima lettura, dal libro del profeta Sofonìa, esordisce con i versi: «Rallegrati, figlia di Sion, grida di gioia, Israele, esulta e acclama con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme!» (Sof 3, 14-17). Il salmo responsoriale ci invita nel “responsum”: «Canta ed esulta, perché grande in mezzo a te è il Santo d'Israele» (Is 12, 2-6). La seconda lettura, dalla lettera di San Paolo apostolo ai Filippési, ci ricorda nel suo primo capoverso: «Fratelli, siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino!» (Fil 4, 4-7). Infine, anche nell’acclamazione al Vangelo vediamo che: «Lo Spirito del Signore è sopra di me, mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annunzio» (Is 61, 1; cit. in Lc 4, 18). Il Santo Vangelo di questa “giornata della gioia”, dal terzo capitolo di Luca, ci invita a domandarci cosa si debba fare e che via si debba percorrere per seguire il Signore ed essere alla Sua sequela. Esso ci mostra un episodio del ministero di Giovanni il Battista. Le “folle” (l’utilizzo di questo termine, fatto dall’Evangelista, è riferito alla composizione variegata degli ascoltatori di Giovanni: infatti, non abbiamo solo la presenza del popolo ebraico, ma anche di soldati, che certamente erano pagani), si interrogavano su come potessero rispondere alla chiamata del Signore, alla conversione che il Battista stava predicando durante la sua missione. La risposta, scopriamo, è molto semplice: la via della Misericordia. Dice Luca: “In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe». Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo” (Lc 3, 10-18). Il passo del Vangelo di Luca ci richiama alla necessità di non essere semplici spettatori della venuta del Signore, ma di prepararci attivamente, essendo operatori di carità, a far nascere Gesù nel nostro cuore. La predicazione di Giovanni non è solo una chiamata alla riflessione interiore, ma un vero monito per attuare il cambiamento della nostra vita, nel modo di comportarci e di relazionarci con il prossimo. Accostarci al Signore che viene, concretamente, con un cuore sincero. In questo tempo di Avvento, dobbiamo fare una scelta importante: mettere Cristo al centro della nostra vita. La vera conversione si manifesta attraverso comportamenti concreti verso il prossimo, attraverso opere di carità, specialmente verso i più bisognosi, verso gli ultimi. Giovanni invita a condividere con chi ha bisogno, ad abbandonare ogni forma di egoismo e di avidità, sia essa di denaro o di potere. Diverse possono essere le forme della carità, non solo materiale, ma anche spirituale, cercando di essere attenti ai bisogni degli ultimi, dei sofferenti, del nostro prossimo. Il Battista, di fatto, anticipa, quanto Gesù predicherà alle folle durante la sua missione: «Venite benedetti dal Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, sete e mi avete dato da bere…» (Mt 25, 31-46). Nel brano, il Battista afferma: «Io vi battezzo con acqua, ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco». Giovanni non è la luce, ma dà testimonianza alla luce. Possiamo dire che è l’input che Dio vuole dare al suo popolo, per preparare la venuta di suo Figlio. Egli chiarisce che il suo è un Battesimo di purificazione, ma Gesù opererà un Battesimo in Spirito Santo e fuoco, mettendo in evidenza la potenza trasformante, il cambiamento radicale che il Signore porta nella nostra vita, quando scegliamo di abbandonarci a Lui. Infine, l’ultimo spunto di riflessione, attraverso l’immagine di Dio che «tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile», è un segno della salvezza. Giovanni ci esorta: ecco, il Signore offre la salvezza a chi accoglie il suo messaggio. Guardiamo alla Vergine Santissima, affinché, ispirati dal suo “sì”, possiamo far nascere Gesù Bambino nel nostro cuore. In questa III domenica d’Avvento “Gaudete”, questo deve essere per noi l’imminente Natale: nuova vita, per chi accoglie il Signore che viene. Buona Domenica della Gioia.
IMMAGINE: Una "Corona d’Avvento", che consiste in una composizione di rami verdi, sulla quale vengono collocate quattro candele - normalmente viola (il colore liturgico del tempo d'Avvento), tranne la terza che è rosa (per la domenica "Gaudete") - per rappresentare Gesù, che è la luce che viene nel mondo. La terza candela, quella corrispondente alla III domenica d'Avvento, è detta “dei pastori“, i primi che videro ed adorarono con gioia il Messia e simboleggia per l'appunto la gioia, da qui il colore rosa.
Roberto Moggi
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