Contro il male dilagante l’unica speranza e salvezza è la fede in Cristo.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Un concetto, quello esposto dal proverbio, che ben si confà al giorno nel quale è presentato.
La fede nella divinità, diviene un incentivo di forza e di speranza, che alleggeriscono la vita e le tribolazioni del credente.
Il detto qui mostrato è come un a seguire di quello precedente:
"Ogne bbene vène ’a Ddio."
Che lo perfeziona con l'avvento del figlio prediletto Gesù Cristo, con la celebrazione che gli è dedicata in questo giorno.
Considerando poi quanto già scritto nel detto precedente, a cui rimando, proseguo con quello che da scrivere nell'atmosfera natalizia di oggi mi è venuto e che non è di mio, riguardo a uno dei più bei racconti di Natale, "A Christmas Carol", dello scrittore Charles Dickens
Il giorno di Natale fa provare ad alcuni il desiderio di ritornare a essere bambini, per come riaffiorano i ricordi delle gioie provate nei primi tempi della vita e che purtroppo il tempo ha fatto cancellare dagli impegni affrontati da adulti.
Un concetto che espresse a suo tempo Charles Dickens:
"È bene tornar bambini qualche volta e non vi è miglior tempo che il Natale, allorché il suo onnipotente fondatore era egli stesso un bambino."
e al quale aggiunse:
"Onorerò il Natale nel mio cuore, e cercherò di conservarmi in questo stato d’animo per tutto l’anno. Vivrò nel passato, nel presente e nel futuro, e i tre spiriti saranno sempre presenti in me."
Un tema che lo scrittore riassunse nel suo bellissimo racconto: Canto di Natale, una favola che merita di essere letta, per come è appropriata al periodo natalizio, e riletta anche da chi già la conosce, per i sentimenti che riesce a far provare.
Un vecchio avaro del tutto arido da qualsiasi sentimento, Ebenezer Scrooge irritato da qualsiasi festività, odia il Natale in particolar modo, perché ha una visione tutta sua di questa festa, che odia profondamente perché porta solo ozio e un inutile dispendio di quattrini.
Coerente, nella sua condotta, rifiuta in malo modo di fare un’offerta per i poveri, fa lavorare fino a tardi, il giorno della vigilia di Natale ,il suo impiegato Cratchit, caccia il figlio di sua sorella, Fred, che era venuto per invitarlo al pranzo di Natale, e per la strada risponde sgarbatamente agli auguri che gli vengono rivolti
Ma ecco che la sera di una vigilia natalizia, fa come da premessa al suo seguire, lo spettro del suo defunto socio, Jacob Marley, un altro che ragionava e si comportava come lui e che gli consiglia di cambiare vita e non terminarla com'è successo a lui, costretto a vagare per l’eternità, portandosi appresso il peso della sua aridità e della sua perenne brama di denaro.
Ma il peggio viene dopo, con l'apparizione di tre presenze ultraterrene:
lo Spirito del Natale Passato, lo Spirito del Natale Presente e lo Spirito del Natale Futuro.
Il primo di essi gli fa ripercorrere, come se li rivivesse, i percorsi della vita che fece da bambino, da giovane apprendista contabile e da uomo ricco ed affermato e del tutto scevro da qualsiasi affetto.
Rivede la ragazza della quale, quando era povero, provava un amore che la ricchezza fece poi svanire, con l'enorme sollievo che provò nel liberarsene.
Lo spirito gli mostra una visione che lo fa impallidire: la ragazza è adulta e sposata: siede ad una tavola imbandita per il Natale, con tanti figli attorno; è povera ma è felice! Colto dal rimorso e dal panico, Scrooge allontana malamente il fantasma.
Ma la notte è ancora lunga e piena di tragiche sorprese, con la prima di esse rappresentata dallo Spirito del Natale Presente, che lo risveglia dal suo sonno tormentato e gli mostra come la gente intorno a lui si stia preparando all’atmosfera di festa, di gioia e di amore ispirate dal Natale.
Si sposta poi la scena nella casa del suo impiegato sfruttato e maltrattato Bob Cratchit, che sta consumando la cena di Natale; sono tutti felici, anche il piccolo figlio Tim, malgrado sia malato; il suo impiegato è povero ma ha una famiglia unita.
Il fantasma mostra a Scrooge altre persone che passano il Natale con gioia e poi la scena si sposta ancora, nella casa del nipote Fred che sta pranzando insieme a parenti e amici, e lo sta prendendo in giro per la sua avidità. Tutti ridono di lui. Prima di congedarsi, lo spettro mostra a Scrooge due bambini sporchi e miserabili che rappresentano l’Ignoranza e la Miseria alla quale i poveri sono condannati dalla classe della quale Scrooge fa parte. Lui ne è profondamente scosso.
Ma il peggio è ancora da venire e che lo farà rabbrividire, presentandoglisi nella veste dello Lo Spirito del Natale Futuro, che gli fa vedere cosa succede alla morte di un signore ricco, di cui non si sa il nome. Nessuno lo visita, nessuno vuole andare al funerale, i servi si dividono le sue poche cose, l’azienda e la casa sono vendute. Alla fine lo Spirito gli mostra la lapide al cimitero con il nome “Ebenezer Scrooge”.
Lo spirito impersonifica quindi la morte stessa, quando gli mostra la sua tomba, nel Natale successivo.
È solo il nipote Fred, che va trovarlo, felice perché ha ereditato il suo patrimonio.
Scrooge si pente di come ha vissuto la sua esistenza, col raccapriccio che prova, vedendo inoltre la tomba del piccolo Tim Cratchit, morto perché la famiglia non poteva permettersi le medicine a causa del basso stipendio del padre.
Ebenezer Scrooge è del tutto inorridito, mai ha pensato a che fine avrebbe fatto e mai che le sue azioni, la sua avarizia e il suo stesso modo di comportarsi con gli altri avessero un tale effetto sulle persone. Capisce che ha sbagliato davvero tutto e si ravvede: è ancora in tempo per cambiare e modificare il suo stile di vita. Passata la notte della Vigilia in questo modo particolare, giunge finalmente il giorno di Natale: dispensa regali e sorrisi e auguri ai passanti, al suo impiegato, a suo nipote e al mondo intero. È finalmente Natale anche per lui: manda un ragazzo a comprare il più grosso tacchino in vendita al negozio vicino e, premiandolo con una corona, glielo fa portare a casa di Bob Cratchit.
Quindi, sbarbato e ripulito, esce per strada salutando tutti con affabilità e si presenta a casa di suo nipote dove, accolto con calore, passa il più bel Natale della sua vita ridendo per la gioia: “davvero, per un uomo che non aveva praticato per così tanti anni, si trattava di una splendida risata”. La mattina dopo nel suo ufficio aspetta l’arrivo di Cratchit, che da quel momento tratta da amico, gli dà un notevole aumento di stipendio e si prende cura della sua famiglia e soprattutto di Tiny Tim, il figlio malato dell’impiegato, che guarisce.
Liberamente tratto da:
https://www.studentville.it/guide/riassunto-canto-di-natale/
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Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Un concetto, quello esposto dal proverbio, che ben si confà al giorno nel quale è presentato.
La fede nella divinità, diviene un incentivo di forza e di speranza, che alleggeriscono la vita e le tribolazioni del credente.
Il detto qui mostrato è come un a seguire di quello precedente:
"Ogne bbene vène ’a Ddio."
Che lo perfeziona con l'avvento del figlio prediletto Gesù Cristo, con la celebrazione che gli è dedicata in questo giorno.
Considerando poi quanto già scritto nel detto precedente, a cui rimando, proseguo con quello che da scrivere nell'atmosfera natalizia di oggi mi è venuto e che non è di mio, riguardo a uno dei più bei racconti di Natale, "A Christmas Carol", dello scrittore Charles Dickens
Il giorno di Natale fa provare ad alcuni il desiderio di ritornare a essere bambini, per come riaffiorano i ricordi delle gioie provate nei primi tempi della vita e che purtroppo il tempo ha fatto cancellare dagli impegni affrontati da adulti.
Un concetto che espresse a suo tempo Charles Dickens:
"È bene tornar bambini qualche volta e non vi è miglior tempo che il Natale, allorché il suo onnipotente fondatore era egli stesso un bambino."
e al quale aggiunse:
"Onorerò il Natale nel mio cuore, e cercherò di conservarmi in questo stato d’animo per tutto l’anno. Vivrò nel passato, nel presente e nel futuro, e i tre spiriti saranno sempre presenti in me."
Un tema che lo scrittore riassunse nel suo bellissimo racconto: Canto di Natale, una favola che merita di essere letta, per come è appropriata al periodo natalizio, e riletta anche da chi già la conosce, per i sentimenti che riesce a far provare.
Un vecchio avaro del tutto arido da qualsiasi sentimento, Ebenezer Scrooge irritato da qualsiasi festività, odia il Natale in particolar modo, perché ha una visione tutta sua di questa festa, che odia profondamente perché porta solo ozio e un inutile dispendio di quattrini.
Coerente, nella sua condotta, rifiuta in malo modo di fare un’offerta per i poveri, fa lavorare fino a tardi, il giorno della vigilia di Natale ,il suo impiegato Cratchit, caccia il figlio di sua sorella, Fred, che era venuto per invitarlo al pranzo di Natale, e per la strada risponde sgarbatamente agli auguri che gli vengono rivolti
Ma ecco che la sera di una vigilia natalizia, fa come da premessa al suo seguire, lo spettro del suo defunto socio, Jacob Marley, un altro che ragionava e si comportava come lui e che gli consiglia di cambiare vita e non terminarla com'è successo a lui, costretto a vagare per l’eternità, portandosi appresso il peso della sua aridità e della sua perenne brama di denaro.
Ma il peggio viene dopo, con l'apparizione di tre presenze ultraterrene:
lo Spirito del Natale Passato, lo Spirito del Natale Presente e lo Spirito del Natale Futuro.
Il primo di essi gli fa ripercorrere, come se li rivivesse, i percorsi della vita che fece da bambino, da giovane apprendista contabile e da uomo ricco ed affermato e del tutto scevro da qualsiasi affetto.
Rivede la ragazza della quale, quando era povero, provava un amore che la ricchezza fece poi svanire, con l'enorme sollievo che provò nel liberarsene.
Lo spirito gli mostra una visione che lo fa impallidire: la ragazza è adulta e sposata: siede ad una tavola imbandita per il Natale, con tanti figli attorno; è povera ma è felice! Colto dal rimorso e dal panico, Scrooge allontana malamente il fantasma.
Ma la notte è ancora lunga e piena di tragiche sorprese, con la prima di esse rappresentata dallo Spirito del Natale Presente, che lo risveglia dal suo sonno tormentato e gli mostra come la gente intorno a lui si stia preparando all’atmosfera di festa, di gioia e di amore ispirate dal Natale.
Si sposta poi la scena nella casa del suo impiegato sfruttato e maltrattato Bob Cratchit, che sta consumando la cena di Natale; sono tutti felici, anche il piccolo figlio Tim, malgrado sia malato; il suo impiegato è povero ma ha una famiglia unita.
Il fantasma mostra a Scrooge altre persone che passano il Natale con gioia e poi la scena si sposta ancora, nella casa del nipote Fred che sta pranzando insieme a parenti e amici, e lo sta prendendo in giro per la sua avidità. Tutti ridono di lui. Prima di congedarsi, lo spettro mostra a Scrooge due bambini sporchi e miserabili che rappresentano l’Ignoranza e la Miseria alla quale i poveri sono condannati dalla classe della quale Scrooge fa parte. Lui ne è profondamente scosso.
Ma il peggio è ancora da venire e che lo farà rabbrividire, presentandoglisi nella veste dello Lo Spirito del Natale Futuro, che gli fa vedere cosa succede alla morte di un signore ricco, di cui non si sa il nome. Nessuno lo visita, nessuno vuole andare al funerale, i servi si dividono le sue poche cose, l’azienda e la casa sono vendute. Alla fine lo Spirito gli mostra la lapide al cimitero con il nome “Ebenezer Scrooge”.
Lo spirito impersonifica quindi la morte stessa, quando gli mostra la sua tomba, nel Natale successivo.
È solo il nipote Fred, che va trovarlo, felice perché ha ereditato il suo patrimonio.
Scrooge si pente di come ha vissuto la sua esistenza, col raccapriccio che prova, vedendo inoltre la tomba del piccolo Tim Cratchit, morto perché la famiglia non poteva permettersi le medicine a causa del basso stipendio del padre.
Ebenezer Scrooge è del tutto inorridito, mai ha pensato a che fine avrebbe fatto e mai che le sue azioni, la sua avarizia e il suo stesso modo di comportarsi con gli altri avessero un tale effetto sulle persone. Capisce che ha sbagliato davvero tutto e si ravvede: è ancora in tempo per cambiare e modificare il suo stile di vita. Passata la notte della Vigilia in questo modo particolare, giunge finalmente il giorno di Natale: dispensa regali e sorrisi e auguri ai passanti, al suo impiegato, a suo nipote e al mondo intero. È finalmente Natale anche per lui: manda un ragazzo a comprare il più grosso tacchino in vendita al negozio vicino e, premiandolo con una corona, glielo fa portare a casa di Bob Cratchit.
Quindi, sbarbato e ripulito, esce per strada salutando tutti con affabilità e si presenta a casa di suo nipote dove, accolto con calore, passa il più bel Natale della sua vita ridendo per la gioia: “davvero, per un uomo che non aveva praticato per così tanti anni, si trattava di una splendida risata”. La mattina dopo nel suo ufficio aspetta l’arrivo di Cratchit, che da quel momento tratta da amico, gli dà un notevole aumento di stipendio e si prende cura della sua famiglia e soprattutto di Tiny Tim, il figlio malato dell’impiegato, che guarisce.
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