Beata Vergine Maria di Guadalupe

Oggi - 12 dicembre 2024 - giovedì della II settimana del tempo d’Avvento, la Chiesa celebra la memoria facoltativa della Beata Vergine Maria di Guadalupe, detta anche “Nostra Signora di Guadalupe” o semplicemente “Madonna di Guadalupe”. Con questo titolo, si venera la Santa Vergine nella sua apparizione del 1531 a Guadalupe, piccolo villaggio azteco nella parte meridionale dell’attuale Messico, non lontano dall’odierna capitale Città del Messico, che dal 1521 era una colonia spagnola con l’appellativo di “Vicereame della Nuova Spagna” (villaggio oggi inglobato nell’area metropolitana di Città del Messico, capitale federale dell’omonimo Stato dell’America centrale). Qui, sulla collina denominata Tepeyac, dal 9 al 12 dicembre 1531, la Santa Vergine apparve più volte al povero e analfabeta contadino indio Cuauhtlatoatzin (1474-1548), nome che nell’idioma locale, traslitterato nel nostro alfabeto, significa “Colui che grida come un'aquila”, battezzato con i nomi cristiani spagnoli di Juan Diego, che diverrà santo (la cui memoria facoltativa cadeva lo scorso 9 dicembre). La specificazione “di Guadalupe”, che in questa ricorrenza accompagna il nome della Beata Vergine Maria, fu fornita da Lei stessa a Juan Diego, durante le apparizioni delle quali lo beneficiò. Alcuni studiosi, sostengono che il nome “Guadalupe” sia la trascrizione in spagnolo dell'espressione azteca “Coatlaxopeuh”, che, significando “Colei che schiaccia il serpente”, ha un richiamo sorprendente con quanto scritto nella Genesi, con evidente riferimento alla Madonna: “Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poiché tu hai fatto questo, sii tu maledetto più di tutto il bestiame e più di tutte le bestie selvatiche; sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno»” (cfr. Gen 3,14-15). Altri, tuttavia, ritengono sia un mero riferimento al “Real Monasterio de Nuestra Señora de Guadalupe”, fondato da Re Alfonso XI di Castiglia, nel 1340, nell’omonimo comune spagnolo di Guadalupe (regione dell’Estremadura, al centro circa della Penisola Iberica). Nel giro di un secolo, nel luogo di queste apparizioni messicane, partendo dalla prima piccola cappella quasi immediatamente costruita su desiderio della Madonna, si giunse all'edificazione di un vero e proprio santuario che venne consacrato nel 1622, per poi approdare, oltre tre secoli e mezzo dopo, all'inaugurazione nel 1976 dell'odierna Basilica-Santuario intitolata proprio a Nostra Signora di Guadalupe. Nel santuario attuale, è conservato il prodigioso mantello “tilmàtli” di Juan Diego, del tipo chiamato “tilma”, composto di due teli di ayate (fibra d'agave) cuciti insieme. Su di esso è tuttora impressa la miracolosa immagine della Beata Vergine che s’impresse prodigiosamente sull’indumento indio, una figura “acheropita”, parola proveniente dal greco antico che significa “non realizzata da mano umana”. Nella figura, Maria appare di altezza un po' inferiore alla media femminile dell’epoca (143 centimetri, forse anche per essere contenuta integralmente nello spazio disponibile) e presentata i caratteri somatici di una giovane india azteca, che, per la sua pelle scura, è chiamata dai fedeli “Virgen morenita” ("Vergine bruna"). Molteplici e tutti scientificamente comprovati sono gli aspetti che rendono prodigiosa questa figura. Maria, rappresentata circondata dai raggi del sole e ha la luna sotto i suoi piedi, indossa una cintura di colore viola che, tra gli aztechi, indicava lo stato di gravidanza. Sotto la luna vi è un angelo dalle ali colorate di bianco, rosso e verde (i colori dell'attuale bandiera messicana), che sorregge la Vergine. Sul manto della Madonna vi sono delle stelle, la cui disposizione non sembra casuale, ma rispecchierebbe, come gli studi comprovano, quella che era possibile vedere in cielo, nella zona delle apparizioni, nel dicembre 1531. La figura, inoltre, ha caratteristiche particolari che la ricollegano a divinità della religione azteca. Infatti, il mantello verde e blu della Madonna era anche un simbolo della divinità locale chiamata “Ometeotl”, mentre la luna è un simbolo ricorrente anche nelle raffigurazioni pre-cristiane, di solito associato alle divinità femminili. Elemento non trascurabile è il luogo dell'apparizione, la collina di Tepeyac, sulla quale sorgeva un tempio dedicato a una dea locale, la cui pianta sacra era proprio l'agave associata all'apparizione mariana. I ricercatori, che hanno eseguito degli studi altamente scientifici sul mantello e sull’immagine, affermano che quest’ultima presenta caratteristiche del tutto particolari difficili da spiegare naturalmente, per esempio non presenta traccia di coloranti di origine vegetale, minerale o animale, come rilevato già nel 1936 dal Premio Nobel per la chimica Richard Kuhn, ed è impressa direttamente sulle fibre del tessuto in modo inspiegabile, come determinato nel 1979 dalle foto all’infrarosso del biofisico dell’University of Florida (U.S.A.) Philip Serna Callahan, il quale ha affermato che non è scientificamente possibile che l’immagine possa essere stata realizzata dall’uomo. Nel 1977, l’ingegnere peruviano José Aste Tonsmann analizzò con rigore scientifico le fotografie dell’immagine in ogni particolare, ingrandite di ben 2.500 volte, riscontrando che, all’interno delle pupille di Maria appare un altro “disegno”. Si tratta della scena, riprodotta come in una sorta di “fotografia”, del momento in cui Juan Diego mostrò le rose e il mantello al vescovo Juan De Zumarraga, alla presenza di due altri uomini e una donna. Gli occhi della Vergine impressa sul mantello, dunque, si sarebbero comportati come quelli umani, che riflettono e “trattengono” ciò che vedono attraverso un effetto ottico conosciuto scientificamente, “fotografando” la scena con una leggera rotazione di differenza tra i due occhi, come appunto accade normalmente a causa della diversa prospettiva della luce che arriva alle pupille. Al centro di queste ultime, inoltre, si vedrebbe anche un’altra “scena” più piccola, pure con diversi personaggi. Altro aspetto fortemente misterioso del mantello, è la durata e lo stato di conservazione del tessuto su cui “poggia” l’immagine. La fibra di maguey o agave che lo costituisce, infatti, normalmente non dura più di venti o trent’anni. Alcuni secoli fa si dipinse una replica dell’immagine su una tela di fibra di maguey simile, ma il tessuto si disintegrò dopo alcuni decenni appena, mentre, a quasi cinquecento anni dal miracolo, l’immagine di Maria di Guadalupe continua a essere perfetta, come nel primo giorno. Una sorprendente scoperta matematico-scientifica è invece stata realizzata in questi ultimi anni. Dalla sovrapposizione della posizione delle stelle e dei fiori sull’immagine di Maria, emerge, una volta riportata sul pentagramma, un’armonia perfetta. La scoperta è stata presentata durante una conferenza presso la sala San Pio X, a Roma nei pressi del Vaticano. Nel 1921, un attentatore massone, nascose una bomba in un mazzo di fiori posti ai piedi dell'altare. L'esplosione danneggiò la basilica, ma il mantello e il vetro che lo proteggeva rimasero prodigiosamente intatti. In virtù della sua origine miracolosa, l'immagine della Madonna di Guadalupe è oggetto di una devozione incommensurabile, che fa del suo santuario quello mariano più visitato al mondo. La sua fama si è sparsa rapidamente anche al di fuori del Messico e del continente americano, in tutto il mondo. Basti pensare che, già nel 1571, l'ammiraglio genovese Giovanni Andrea Doria (1539-1606) ne possedeva una copia, dono del re Filippo II di Spagna, che portò con sé sulla propria nave nella battaglia di Lepanto del 7 ottobre 1571, segno di grandissima devozione. Il 31 Luglio 2002, Juan Diego Cuauhtlatoatzin fu canonizzato da Papa San Giovanni Paolo II e contestualmente l'apparizione di Guadalupe fu riconosciuta dalla Chiesa. La Madonna di Guadalupe è venerata come patrona di tutti i popoli di lingua spagnola e del continente americano in particolare. La sua festa si celebra il 12 dicembre, giorno dell'ultima apparizione.
IMMAGINE: La "tilma" (tipico manto indigeno in fibre vegetali locali) sulla quale è prodigiosamente impressa l'immagine della Madonna. Il 12 dicembre 1531, la Madonna apparve in Messico a un indigeno di nome Juan Diego, al quale chiese di raccogliere con la sua tilma le rose di Castiglia che erano fiorite in quella regione nonostante l'inverno, e di presentarle al locale arcivescovo Don Juan de Zumárraga come prova delle apparizioni. Quando Juan Diego dispiegò il manto con le rose davanti all'arcivescovo, i presenti si accorsero con grande sorpresa che sulla tilma dell'indigeno era impressa l'immagine che tutto il mondo oggi conosce come Nostra Signora di Guadalupe. Questa immagine impressionante e indistruttibile è conservata nella Basilica di Nostra Signora di Guadalupe a Città del Messico, capitale dell'omonimo stato del centro America.
Roberto Moggi
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