Con l’aiuto del Signore tutto può accadere su questa terra, anche ciò che a prima vista potrebbe sembrare assurdo.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Ci
è mostrato un proverbio che invita all'ottimismo, almeno chi è
credente, per come la magia del mondo in cui viviamo può riservarci
sorprese non immaginate.
Un adagio che ci esorta alla fiducia nel divino, in una professione d'umiltà, come costume al quale dovremmo ritornare, sia per vivere che per osservare con più serenità tutto quello che accade intorno a noi.
Un concetto che è anche espresso con una frase fatta dire al protagonista dello sceneggiato TV: "Un passo dal cielo":
“Non c'è dolore in terra che il cielo non possa guarire!”
Il
cielo, uno spazio misterioso in continua mutazione tra giorno e notte,
con le sue nubi, i pianeti e le stelle, che ha sempre affascinato
scrittori, artisti, musicisti e filosofi.
Chiamiamo
volta celeste, lo spettacolo che ci mostra il firmamento, non solo per
il suo colore, ma identificandolo nella sede divina che, per la sua
essenza, può rendere possibile anche l'impossibile, così che rispetto
alla gratitudine che si prova verso la Suprema Divinità, c'è chi usa
dire: "Grazie al cielo", quando si trova ad uscire indenne, anche se
provato, dalle circostanze avverse della vita.
Un detto che ben si accompagna a un altro che ci è stato presentato:
"E grazzie divine nun tardano a vvení."
Adagi
che invitano a confidare nella Divina Provvidenza, rivolgendosi a una
volontà ultraterrena che è al di là di qualsiasi desiderio umano.
La
volta che, nel buio della notte, si mostra con tutto lo splendore delle
stelle, fece dire allo scienziato, politico e inventore statunitense
Benjamin Franklin:
“Capisco
come si possa guardare la terra ed essere atei, ma non capisco come si
possa guardare il cielo di notte e non credere in Dio.”
Una
frase che possiamo fare nostra anche oggi, malgrado l'esplorazione di
quella piccola parte dell'universo, in cui si trova il pianeta terra,
attuata con telescopi e stazioni di ricerca nello spazio, riguardo a una
immensità che ci risulta del tutto inconcepibile, per un infinito che
non riusciamo nemmeno a immaginare, su come possa non esserci una
soluzione di continuità.
Ci
arrendiamo quindi all'impossibilità di poter descrivere quanto ci
risulta sconosciuto, attribuendogli una volontà divina, facendoci da
parte, coscienti di quanto sono grandi i nostri limiti.
Leggiamo nel libro: "Lettere d'amore a Louise Colet", di Gustave Flaubert:
“Credo che se guardassimo sempre il cielo, finiremmo per avere le ali.”
Ali
del tutto immateriali, che si procura l'intelletto umano, quando aspira
ad elevarsi oltre la materialità, alla quale ci si trova sottoposti
sulla terra, facendo aspirare e conseguire, da chi si cimenta
nell'impegno, una spiritualità che l'avvicina a quella dimensione
ultraterrena, che è traguardo riservato a pochi, per quanto può
risultare difficile la sua percezione, come asserì in una sua metafora
Chuang Tzu (Zhuāngzǐ), uno dei fondatori del taoismo:
"Può
darsi che abbiate udito la musica dell’uomo, ma non la musica della
terra. Può darsi che abbiate udito la musica della terra, ma non la
musica del cielo."
Un'armonia
così celestiale, che se tutti potessero ascoltarla, la pace scenderebbe
sulla terra, ma un'inesplicabile volontà ultraterrena la nega ai più,
rispetto ai pochi privilegiati capaci di oltrepassare i materiali
desideri umani.
Ispirati
dallo scenario celeste menzionato dal proverbio e liberandoci dai lacci
rappresentati dai dogmi di qualsiasi religione, riuscendo a
oltrepassare le limitate concezioni che ci suggerisce la ragione, in un
percorso che ci è strato mostrato sia da Siddharta Gautama, definito il
Buddha, ovvero illuminato, sia da quei taoisti, che furono definiti gli
immortali, sia da alcuni mistici cristiani, come Marguerite Porete,
universalmente famosa per "Lo specchio delle anime semplici", come poi
anche dal teologo, filosofo e mistico renano Meister Eckhart, lasciamoci
alle spalle il razionale, che tanto ci aiuta negli impegni quotidiani,
ma a poco serve per farci avvicinare a quella spiritualità, che dovrebbe
rappresentare l'unico traguardo che merita di essere raggiunto nella
vita.
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