San Prosdocimo di Padova

Oggi - 7 novembre 2024 - giovedì della XXXI settimana del tempo ordinario, la Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, San Prosdocimo, indicato anche con la specificazione “di Padova” (la città veneta della quale fu il primo vescovo), protovescovo (titolo attribuito, per l’appunto, al primo pastore di una diocesi). Di Prosdokimos o Prosdocimus (Prosdocimo), questo il suo nome rispettivamente in greco (traslitterato nel nostro alfabeto) e in latino, si conosce poco. Secondo la tradizione, nacque probabilmente nel I secolo nell’allora provincia romana della Grecia, come confermerebbe anche il nome ellenico (che in greco vuol dire “atteso”), e visse nel settentrione d’Italia, territorio metropolitano dell’Impero Romano. Qui fu il primo vescovo di Patavium (oggi Padova, nella regione Veneto) nella parte nord-orientale della penisola. In questa città ancora in larga parte pagana, dove sarebbe stato destinato direttamente dall’apostolo San Pietro, che l’avrebbe anche consacrato. Si hanno notizie di una sua intensa opera di evangelizzazione nella città, dove fondò la diocesi (all’epoca dai confini non chiaramente definiti) e in tutto il territorio del Veneto occidentale, particolarmente nelle zone delle odierne città di Belluno, Feltre e nella parte alta del territorio di Vicenza, dove fece costruire la prima chiesa, al posto di un tempio pagano dedicato alla dea Diana, nella località che oggi porta il nome di Torre Bel Vicino, ove tuttora l’edificio sacro si trova, nella frazione Pieve. La tradizione lo vorrebbe discepolo dell’evangelista San Marco, che avrebbe conosciuto nella non lontana Aquileia (oggi provincia di Udine, regione Friuli), dove San Pietro, poco prima della morte, lo aveva inviato a evangelizzare. Altra tardiva tradizione sostiene che nel territorio euganeo (corrispondente sostanzialmente alla provincia di Padova), Prosdocimo abbia compiuto vari miracoli. Le varie fonti lo vogliono anche instancabile battezzatore e, infatti, l'iconografia lo raffigura solitamente con il pastorale e con una brocca, simbolo di quel sacramento. Poche e di epoca successiva sono le testimonianze scritte su di lui, riportate in testi agiografici che, per certi versi, paiono alquanto pittoreschi. La tardività nella redazione di fonti scritte, è probabilmente dovuta anche alla circostanza che Padova, verso il 601-602 circa, venne completamente rasa al suolo dai Longobardi e la grande maggioranza dei testi che vi si trovavano furono bruciati. Quest’immane distruzione non riuscì comunque a cancellare dalla memoria dei patavini il loro primo vescovo. Una di queste storie tardive, racconta di come Prosdocimo avesse convertito Giustina, detta anch’essa “di Padova”, che pure sarebbe poi divenuta santa, vittima delle persecuzioni contro i cristiani indette dall’imperatore romano Massimiano, la quale seppe mantenere intatta la fede grazie all’esempio di fermezza datole da Prosdocimo, affrontando eroicamente il martirio. Questa tesi sarebbe confutata, però, da altre fonti che vorrebbero la santa martirizzata nel 304. Prosdocimo, invece, fu risparmiato dalle persecuzioni e giunse al termine naturale della sua vita, carico di meriti e di anni, amato come un padre e venerato come un santo già in vita. Morì verso la fine del I secolo a Padova, dove le sue spoglie furono inumate nel sacello (piccolo edificio di culto) a lui dedicato, una delle più antiche costruzioni della città, della quale è patrono.
IMMAGINE: "San Prosdocimo", scomparto laterale sinistro dell'ordine inferiore del Polittico di San Luca, tecnica mista ad olio e oro su tavola, realizzato, tra il 1453 ed il 1454 circa, dal pittore veneto Andrea Mantegna (1431-1506). L'opera si trova presso la Pinacoteca di Brera a Milano.
Roberto Moggi
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