Oggi - 5 novembre 2024 - martedì della XXXI settimana del tempo ordinario, la Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, San Guido Maria Conforti, vescovo e fondatore. Guido Maria, questi i suoi nomi di battesimo, nacque il 30 marzo 1865 a Casalora di Ravadese, presso Parma, nel settentrione dell’allora Regno d’Italia (oggi in provincia di Parma, regione Emilia-Romagna). Ottavo dei dieci figli della famiglia di agricoltori benestanti Conforti, studiò prima a Parma presso l’istituto dei “Fratelli delle Scuole Cristiane”, entrando subito dopo, in seguito a una precoce votazione che vinse la contrarietà del padre, nel seminario diocesano della stessa città. Qui, verso il 1887, a diciassette anni, ebbe i primi sintomi dell’infermità che rischiava di sbarrargli la strada verso l’agognato sacerdozio, cioè attacchi di epilessia ed episodi di sonnambulismo, ai quali però, senza demoralizzarsi, seppe reagire con la forte fede e la grande forza di volontà, riuscendo a continuare gli studi religiosi. Nel triste frangente della malattia, fu sostenuto anche dal rettore del collegio ecclesiastico, monsignor Andrea Carlo Ferrari (1850-1921), futuro arcivescovo di Milano e santo, che lo guidò fino all'ordinazione sacerdotale, avvenuta nel santuario di Fontanellato (in provincia di Parma) il 22 settembre 1888. Da prete restò nel suo seminario come vicerettore, lo stesso incarico che monsignor Ferrari gli aveva affidato già da studente e che svolse con intelligenza e cuore, dimostrando di essere un buon educatore. Nel 1893 fu eletto vicario generale della diocesi parmense. Fu in quel periodo che lesse una biografia di San Francesco Saverio (1506-1552), il missionario Gesuita spagnolo, rimanendo letteralmente affascinato dal suo spirito e dalle sue imprese missionarie. La prematura conclusione della missione dell'eroico Gesuita, pioniere della diffusione del cristianesimo in Asia, accese il lui il sogno di riprenderla e proseguirla. Dalla sua parte aveva una volontà di ferro, una passione travolgente per la diffusione del Vangelo e tanti sogni cristiani che illuminavano le sue giornate, ma non la salute. Con le sue precarie condizioni fisiche chiunque avrebbe rinunciato, ma lui, invece, si lanciò nell’opera con foga e tenacia, giungendo dove sognava di arrivare, cioè a riprendere l'evangelizzazione della Cina dal punto in cui San Francesco Saverio era stato costretto a fermarsi dalla morte. Guido si sentiva missionario e voleva assolutamente esserlo, riuscendo, intanto, a reintrodurre nella vita della Chiesa lo spirito evangelico della missione “ad gentes”, destinata cioè ai non cristiani, che si era per diversi motivi fortemente appannata. Desiderava entrare in qualche Congregazione religiosa missionaria ma nessun Istituto fu disposto ad accettarlo a causa dei disturbi fisici che continuavano a segnarlo e a porgli limiti. Fu così che, il 3 dicembre 1895, nella festa di San Francesco Saverio, ne fondò uno per conto suo, chiamandolo “Istituto Emiliano per le Missioni Estere”, che tre anni dopo fu ufficialmente riconosciuto come “Pia Società di San Francesco Saverio per le Missioni Estere”, i cui sacerdoti erano detti “Missionari Saveriani”. All'inizio il nuovo Istituto ebbe pochi allievi, seguiti da lui e da un solo prete che lo aiutava, ma assai presto crebbe e poté consegnare la croce ai primi due missionari diretti in Cina. La sua opera, però, cominciò ad avere degli avversari nella stessa Chiesa parmense. Infatti, il fatto che egli, vicario generale della diocesi, preparasse preti da mandare in missione all’estero, fu visto come una sottrazione di buoni sacerdoti al clero locale. Fu un’ardua impresa riuscire a convincere i confratelli che la Chiesa è per sua stessa natura missionaria. Nel 1902 fu nominato arcivescovo di Ravenna (Emilia-Romagna), restando tuttavia su quella cattedra un solo anno, poiché costretto al ritiro dall'acuirsi della malattia. Nel frattempo, uno dei suoi due missionari in Cina morì e l'altro dovette rientrare in Italia. Lui, nonostante tutto, continuò a dedicarsi assiduamente alla formazione dei giovani aspiranti alla missione. Papa Pio X (dal 1903 al 1914), futuro santo, lo nominò coadiutore del vescovo di Parma e, nel 1907, alla morte di quest’ultimo, suo successore. Guido Maria resse la diocesi parmense per quasi venticinque anni, sempre attivissimo. Indisse due sinodi, visitò per cinque volte ciascuna delle trecento parrocchie del territorio, curò l'istruzione religiosa dei fedeli e istituì l'Azione Cattolica, promuovendola soprattutto tra i giovani. Intanto nuovi Missionari Saveriani si recarono in Cina e, nel 1912, quando uno di loro venne nominato vescovo di Chengchow (oggi nota come Zhengzhou), capitale della provincia dell’Henan nel centro della Cina, ebbe la grazia di consacrarlo personalmente nella cattedrale di Parma. Nello stesso anno, unitamente a Don Giuseppe Allamano (1851-1926), fondatore a Torino dei Missionari della Consolata, anch’egli futuro santo, si fece promotore d’una campagna per ridestare nella Chiesa la connaturata vocazione missionaria. I due lanciarono un accorato appello al Papa che non cadde nel vuoto, tanto che nel 1926 fu istituita, da Papa Pio XI (dal 1922 al 1939), la Giornata Missionaria Mondiale. Il 15 agosto 1921 furono definitivamente approvate dal Papa le costituzioni dell'Istituto Saveriano relative alla vita delle comunità. Nel 1928, pur debilitato, Guido Maria si recò in Cina a far visita ai suoi missionari e a consolidare il legame di comunione fra la comunità cattolica di Parma e la giovane Chiesa della provincia cinese dell’Henan occidentale. Tornato in Italia, riprese la sua attività, divenendo eccellente pastore della sua diocesi, che rievangelizzò attraverso la catechesi e la carità, vissuta in tutte le direzioni, in particolar modo nell'assistere le famiglie colpite dai lutti e dai disagi della prima guerra mondiale, impegno riconosciutogli anche dal governo italiano che gli conferì un'alta onorificenza. Tuttavia il suo fisico tanto provato, pur sorretto da un'indomita volontà, cedette irrimediabilmente. Il 5 novembre 1931, a Parma, accompagnato dai confratelli e confortato dal Sacramento degli Infermi, si addormentò nel Signore. Le sue spoglie mortali sono conservate a Parma nella sede dei Missionari Saveriani. Nel 1995 il Pontefice San Giovanni Paolo II lo proclamò beato e Papa Benedetto XVI, il 23 ottobre 2011, lo dichiarò santo.
IMMAGINE: Foto ufficiale di San Guido Maria Conforti nei suoi abiti episcopali, scattata nel 1910 circa, quando era vescovo di Parma. La foto è di pubblico dominio e l'originale si trova nella diocesi di Parma (regione Emilia-Romagna).
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