Per la cattiva strada si trova il meglio. Non sempre il male nuoce.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Ci
esorta, il proverbio, a riuscire a osservare nella giusta luce le
traversie che il destino ci impone di affrontare, alla luce del famoso
adagio che non tutto il male viene per nuocere e, davanti alle
difficoltà, si trovano soluzioni che si rivelano valide, trasformando così un problema in un'opportunità, perché nelle situazioni negative c'è spesso un risvolto positivo.
Presi
dal tran tran della vita quotidiana, è come se si assopissero le
sensazioni e i sentimenti che proviamo, e un qualsiasi evento
inaspettato che può apparirci sofferto e doloroso, può rappresentare una
sferza che ci fa uscire dal ristagno mentale in cui ci crogioliamo e
che può apparirci seducente, ma che alla lunga, risulta deprimente, per
la stasi che produce nei nostri stati d'animo.
"La vita è una cosa meravigliosa" è il titolo di un vecchio film in bianco e nero, per i periodi felici e spensierati, che
vita
riserva ai fortunati e non a tutti, eventi ancora più apprezzati nei
momenti in cui regnano i timori per le difficoltà che si sono
presentate.
Ma se la
cattiva sorte ci colpisce profondamente, la vita ci appare ingiusta,
crudele e dolorosa, quando sembra che anche l'ultima speranza venga
meno, né ci consola il detto che a tutto c'è rimedio, meno che alla
morte, una di quelle massime che si dimostra vera solo a posteriori, se
le traversie sono cessate, ma non fin quando ci si è coinvolti.
I
punti di vista di scrittori, filosofi, scienziati e artisti sul dolore e
la sofferenza sono stati molteplici e spesso contraddittori. Per alcuni
il dolore è un insegnamento e uno strumento per conoscere se stessi,
per altri il dolore – insieme alla morte – è la più grande maledizione
che possa colpire l’uomo.
Pensiamo
a come il punto di vista può cambiare, rispetto alle vicende liete o
tristi nella quali siamo incorsi e se in una traversia ci siamo chiesti:
"Perché proprio a me?", è stata una domanda che ci è del tutto passata
per la mente in un momento di felicità.
Dallo
stesso tipo di vicenda dolorosa, c'è chi ne trae la forza di reagire,
riuscendo a plasmare in meglio il suo carattere, rendendolo più
determinato e meno vulnerabile, come chi ne resta annientato, senza
riuscire ad adeguare il suo stato d'animo alla traversia nella quale è
incorso, per cui non è da tutti riuscire a immedesimarsi nella lucuzione
che ha espresso l'aforista Fabrizio Caramagna:
"Il dolore quasi sempre ti regala coraggio.
E’ il suo modo per farsi perdonare."
Si
usa dire: "Mal comune, mezzo gaudio", perché le vicende dolorose
affrontate insieme a più persone, incentivano lo spirito di aiuto e di
collaborazione, ma se si è soli a sopportarle, la solitudine è come se
aumentasse, per tutti quelli che poco si curano delle sofferenze altrui,
specialmente se non le hanno provate a loro volta, come asserì la
scrittrice Emily Dickinson:
"A un cuore in pezzi
Nessuno s’avvicini
Senza l’alto privilegio
Di avere sofferto altrettanto."
Riporto
un paradosso come esempio, su come una persona può soffrire un modo di
vivere che gli è stato imposto, rispetto a un'altra che lo stesso modo
lo accetta addirittura con letizia.
Due
persone che ingiustamente sono condannate a un periodo più o meno lungo
di detenzione e isolamento, che una delle due soffre per la perduta
libertà e per come gli sono negati i normali rapporti umani, mentre
l'altra, che è impegnata in un percorso di auto realizzazione, in un
raccoglimento di introspezione, di meditazione e di preghiera, accoglie
felicemente la condanna che gli rende più semplice il suo impegno, senza
le distrazioni e le intromissioni dovute all'ambiente in cui si trova a
vivere.
Commenti
Posta un commento
Non inserire link cliccabili altrimenti il commento verrà eliminato. Metti la spunta a Inviami notifiche per essere avvertito via email di nuovi commenti al post.