Oggi - 24 novembre 2024 - XXXIV e ultima domenica del tempo ordinario, la Chiesa celebra la solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo, anche nota comunemente come “Cristo Re”, festa cosiddetta “mobile” (in quanto la sua data è variabile) che cade nell’ultima domenica del tempo ordinario. L’anno liturgico, infatti, comincia con l'Avvento (che inizia la prima domenica di dicembre) e termina proprio con la solennità di Cristo Re, festeggiata nella trentaquattresima domenica del Tempo Ordinario, a fine novembre. Fin dalle sue origini, la Chiesa si riferisce a Gesù Cristo con l'appellativo di “Re”, largamente attestato nel Nuovo Testamento. L’odierna solennità celebra del Figlio di Dio e Signore del tempo e della storia proprio la regalità e il suo dominio su tutto l’universo. Infatti, come riporta San Giovanni apostolo nel suo libro dell’Apocalisse, Gesù è “Alfa” e “Omega” (rispettivamente i nomi della prima e dell’ultima lettera dell’alfabeto greco, nella loro traslitterazione latina), in altre parole “principio” e “fine” di tutte le cose, cui sono soggetti tutti gli uomini e ogni altra creatura (Cf. Ap 1, 8; 21, 6 e 22, 13). La solennità liturgica odierna fu introdotta nella Chiesa universale da papa Pio XI (dal 1922 al 1939), con l’enciclica dell’11 dicembre 1925 dal titolo “Quas primas” (che letteralmente significa “Nella prima”, con riferimento alla sua enciclica precedente), pubblicata a coronamento del Giubileo che si celebrava in quell’anno, nella quale è ben espressa la dottrina cattolica sulla regalità di Cristo. Il pontefice evidenzia in essa, anche facendo seguito a quanto esposto nella sua precedente lettera apostolica, come i mali del mondo vengano dall’aver allontanato sempre più Cristo e la sua santa legge dalla pratica della vita, dalla famiglia e dalla società, aggiungendo che mai potrà esservi speranza di pace duratura fra gli uomini e i popoli, finché gli individui e le nazioni negheranno e rigetteranno il Regno di Cristo Salvatore. Per questo, appare necessaria e indispensabile, afferma il magistero della Chiesa, la restaurazione del Regno di Nostro Signore e la proclamazione di Cristo quale Re dell’Universo. Di grande attualità risulta, dunque, anche ai giorni nostri. l’esaustiva analisi del mondo moderno formulata dal predetto papa, vissuto a cavallo del 1800 e del 1900, epoca dai tanti grandi cambiamenti sociali, relativa ad un mondo che decide volontariamente di fare a meno di Dio. Finanche la circostanza che la presente festività sia stata fatta coincidere con l’ultima domenica dell’anno liturgico, vuole evidenziare chiaramente come Cristo sia Re e Signore della storia e del tempo, cui tutti gli uomini e le altre creature sono soggetti. A questo proposito dice l’Apocalisse di San Giovanni evangelista: “… Ogni cosa è compiuta. Io sono l'alfa e l'omega, il principio e la fine. A chi ha sete io darò gratuitamente della fonte dell'acqua della vita ...” (Ap 21, 6). Sempre Giovanni ci ricorda che Gesù stesso, dinanzi a Pilato, affermò categoricamente la sua regalità, rispondendo testualmente a una precisa domanda del comandante romano: “… Tu lo dici, io sono Re …” (Gv 18, 37). Conscio della regalità del Signore, papa Leone XIII (dal 1878 al 1903), l’11 giugno 1899, consacrò la Chiesa, il mondo e tutto il genere umano a Cristo, riconoscendolo implicitamente quale Re. Per questo, inoltre, il pontefice Servo di Dio Pio XII (dal 1939 al 1958), nell’enciclica “Ad Caeli Reginam” (“Alla Regina dei Cieli”), datata 11 ottobre 1954, sulla dignità regale della Beata Vergine Maria, rimarca che Cristo è veramente Re. Certo, la sua “regalità” non è di questo mondo e non è secondo la logica degli uomini. Cristo sulla croce è il re che abbraccia l'universo, che dirige il corso della storia e della salvezza; è una regalità di amore che conduce al servizio reso fino al sacrificio e al dono estremo di sé. Egli solo, infatti, è Dio e uomo ed il suo Regno è contrapposto unicamente a quello di Satana e delle potenze delle tenebre. Il Regno di cui parla Gesù nel Vangelo non è, quindi, di questo mondo, cioè, non ha la sua provenienza nel mondo degli uomini, ma in Dio solo. Cristo propone un Regno imposto non con la forza delle armi, ma da quella della Verità e dell'Amore. Gli uomini che lo desiderano possono entrarvi, preparandosi con la penitenza, attraverso la fede ed il battesimo, il quale produce un’autentica rigenerazione interiore. A chi vuole seguirlo, Cristo Re richiede un animo distaccato dalle ricchezze e dalle cose terrene, la mitezza dei costumi, la fame e sete di giustizia, il rinnegamento di se stessi e l’accettazione della propria Croce. Tale Regno, già adesso presente sulla terra, troverà pieno compimento alla fine dei tempi, alla seconda venuta di Cristo, quando, quale Sommo Giudice e Re, verrà a giudicare i vivi ed i morti.
IMMAGINE: "Cristo Re", particolare del polittico detto "dell'Agnello Mistico", olio su tavola realizzato, tra il 1426 ed il 1432 circa, dal pittore fiammingo Jan van Eyck (1390 circa-1441). L'opera si trova nella cattedrale di San Bavone a Gand (Belgio).
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