Fà ’a visita ’e Sant’Alisabetta

Modo scherzoso rivolto a chi fa una visita molto lunga, come quella che, secondo le Sacre Scritture, fece la Madonna alla cugina Santa Elisabetta e che sarebbe durata tre mesi.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Con la metafora della visita alla santa, che sarebbe durata ben tre mesi, il proverbio accenna a come un intrattenimento con una o più persone, che siano state invitate, oppure del tutto inaspettate, possa presentarsi, per chi le riceve, più lungo di quanto lo vorrebbe.
Ognuno ha i suoi tempi, nelle relazioni, che non sempre concordano con quelli del prossimo e riguardo ai rapporti umani, rappresentati da visite, ricevimenti e altri intrattenimenti, di alcuni si dice che sembra che facciano la visita del dottore, che lascia deluso l'ospitante, per come velocizzano il rapporto, mentre per altri, vederli andarsene, è un vero e proprio sollievo, che fa ringraziare il cielo.
Concorre a fare eco, rispetto a ospitalità che poco cominciano a piacere, il famoso detto sul pesce che, se non cucinato entro tre giorni, inizia a emanare l'odore della putrefazione.
Il detto "l'ospite è come il pesce, dopo tre giorni puzza" è un modo di dire che ha origini antichissime. Ne faceva già riferimento Plauto, un grande commediografo romano vissuto tra il 3° e il 2° secolo a. C.
Nonostante per gli antichi Romani l’ospitalità fosse sacra, Plauto sosteneva che un ospite diventa odioso dopo tre giorni che vive a casa tua, e dopo dieci inizia a essere un impiccio pure per i servi!
Che se poi chi ospita non dispone nemmeno di una colf, l'impiccio è più che raddoppiato.
Lo scenario presentato dai rapporti umani e caratterizzato da visite, inviti e intrattenimenti vari, le cause che li producono, vanno dalla simpatia che può sorgere grazie a una sintonia di opinioni e di comportamenti, al vero e proprio obbligo da soddisfare, sia con gli inviti, che col presenziare, per chi ama, oppure ambisce vivere in un certo tipo di società, specialmente se questa gli appare come esclusivista ed elitaria.
Rispetto ai normali intrattenimenti, offerti o ricambiati, nei rapporti tra amici o conoscenti, nella vita di società, che spesso è riportata da certi rotocalchi, quella rappresentata dal cosiddetto jet set, termine che è stato coniato in ambito giornalistico, negli anni cinquanta, per descrivere un gruppo sociale elitario e internazionale costituito da persone appartenenti a classi sociali influenti e agiate, balza spasso agli onori delle cronache la figura del presenzialista, che tende ad essere sempre presente ad avvenimenti di qualche importanza, a intervenire a manifestazioni pubbliche, a incontri mondani, a dibattiti televisivi, a partecipare a iniziative culturali ed altre simili,, per lo più per far parlare di sé, per esibizionismo, snobismo, o per la vanità di farsi vedere assieme a personaggi di rilievo.
Scenari immortalati da fotografi autorizzati, o paparazzi, con foto che presentano personaggi felici e sorridenti, con anfitrioni di cui non è dato sapere se non vedono l'ora che gli si liberi la casa, e con ospiti che si sentono obbligati a esserci, malgrado la rottura di scatole che provano, se il ricevimento si dilunga.
Il galateo che caratterizza l'ospitare e l'invitare, richiede una sobrietà che è spesso ignorata dai partecipanti e quando è rispettata, non sempre è riconosciuta come merita.
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